Nessun Diritto al Battesimo nel Pacchetto delle Nazioni Unite
Scritto il 18/03/09 alle 16:40:36 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamEgitto [e non solo]: l'islamizzazione del Paese [e non solo] procede con il supporto delle Nazioni Unite?
Di AntiFo [Anti-Folter = Anti-Tortura] - marzo 2009
http://antifo.wordpress.com/2009/03/15/kein-recht-auf-taufe-im-un-zivilpakt/
 
La maggior parte delle persone credono che, certamente, i Diritti Umani garantiscano la Libertà di Religione, e che gli omicidi di cristiani, che si sono convertiti al Cristianesimo dall'Islam, sarebbero una violazione dei Diritti Umani.
 
Ma l'Articolo 18, redatto nel 1948 dei Diritti Umani dice:
Ognuno ha il Diritto alla Religione di Pensiero, Sapere e di Religione; questo Diritto include la libertà di scegliersi la propria Religione, come pure la Libertà di condividere, da soli o con altri, in privato o in pubblico, la propria Religione o Visione del Mondo, e così di praticarla, servirla e mantenerla in vita.
 
Ma nel Pacchetto delle Nazioni Unite il Diritto di scegliersi il proprio Credo è sparito. E all'Articolo 18 si legge:
 
(1) Ognuno ha il Diritto alla Libertà di Pensiero, Sapere e Religione. Questo Diritto include la Libertà di avere o accettare la propria Religione o Visione del Mondo, e la Libertà di condividerla, da soli o con altri, in privato o in pubblico, attraverso l'esercizio delle peculiarità religiose, e di paticarla e di insegnarla.
 
(2) Nessuno dovrebbe obbligarne un altro, che ha la sua Libertà di scegliere una Religione o una Visione del Mondo, ad averne un'altra.
 
(3) La Libertà di esercitare la propria Religione o Visione del Mondo è limitata solo dalle Leggi intese a garantire la protezione della Sicurezza pubblica, dell'Ordine, della Salute, dei Diritti e delle Libertà fondamentali altrui.
 
(4) Gli Stati firmatari si preoccupano di vigilare sulla Libertà dei genitori, dei tutori o curatori, di crescere i propri figli secndo le loro proprie convinzioni.
 il Pacchetto civile ha perciò un impatto importante, perchè àncora i Diritti Umani alla Legislazione nazionale; esso deve ancora essere ratificato.
 
Chi legge in modo attento potrà constatare che sul Diritto di cambiare Religione non vien più detto alcunché.
 
Sulla pagina di Wikipedia relativa all'Egitto si legge:
 
L'Egitto fu incluso, nel 1966, nella Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, che formulava 'la Libertà di cambiare la propria Relgione o Credo'', che è ora modificato, nell'Articolo 18 del Pacchetto per i Diritti Civili e Politici, in 'la Libertà di avere o adottare una Religione o un Credo'.
 
I clerici egiziani che puntano alla pena di morte per i convertiti, violano il Diritto 'di scegliersi la Religione e il Credo' formulato nella Dichiarazione delle Nazioni Unite, ma non violano il Diritto 'di avere o adottare una Religione' che fa parte del Pacchetto civile delle Nazioni Unite.
 
Perciò, la ratificazione di questo Pacchetto e la sorveglianza dell'applicazione delle sue Norme, porteranno a poco, democraticamente parlando.
 Si potrà dire ancora qualcosa contro la pena di morte, ma per il resto nient'altro.
 
 
NOTA

EGITTO (REPUBBLICA ARABA D'EGITTO)
http://fightingfordemocracy.org/paesi/egitto.html
10-11 dicembre 2007, Roma - Conferenza per la Democrazia nei Paesi islamici

Dall'assassinio del Presidente Anwar Sadat, in Egitto vigono le leggi d'emergenza, che limitano drasticamente le libertà individuali e i diritti civili. Questa misura è stata presa soprattutto per fronteggiare la minaccia costituita dai Fratelli Musulmani, movimento fondamentalista islamico, ufficialmente bandito dalla legge, ma che, alle ultime elezioni parlamentari del 2005, concorrendo su base personale, si è aggiudicato il 20% dei seggi (88 su 454).

L'articolo 2 della Costituzione del 1971 stabilisce la Shari'a come fonte principale della legge. Essa fornisce la base giuridica per l'adozione della pena di morte. La libertà di associazione e di espressione sono fortemente limitate. Nel corso dell'ultimo anno, il regime ha usato la mano dura contro gli oppositori, avviando una serie di arresti e processi, nei confronti non solo dei Fratelli Musulmani, ma anche di bloggers e di editori di giornali indipendenti. Il blogger Abdul Kareem Nabeel Suleiman (noto come Kareem Amer), espulso dall'Università Al-Azhar, è stato condannato, il 22 Febbraio 2007, a 4 anni di carcere (uno per diffamazione del Presidente e 3 per vilipendio all'Islam). Recentemente è stato riportato come Kareem sia stato torturato in carcere. Uno dei paradossi della comunità internazionale sta nel fatto che l'Egitto ospiterà nel 2009 il terzo raduno dell'Internet Governance Forum, un organismo delle Nazioni Unite il cui motto è: "Internet should be accessible, usable and safe”. Questo mentre, secondo un rapporto di "Reporters without borders", l'Egitto rientra tra i 13 paesi considerati "nemici di internet".

Sette giornalisti sono stati recentemente condannati a un anno di carcere per diffamazione degli alti ranghi del partito Nazional-Democratico (NDP) di Mubarak. Tra questi, Ibrahim Eissa, editore dell'indipendente Al-Dostour, è tuttora sotto processo con l'accusa di aver diffuso false notizie sulle precarie condizioni di salute del Presidente. Anche a seguito di questi casi, il Grande Imam di Al-Azhar Sceicco Tantawi, la massima autorità teologica dell'Islam Sunnita, ha emesso una fatwa secondo la quale i calunniatori vanno frustati 80 volte.

Ulteriore campanello d'allarme del deterioramento della condizione dei diritti umani in Egitto proviene da Saad Eddin Ibrahim, sociologo e noto attivista per i diritti umani che ha già scontato un lungo periodo nelle carceri egiziane. Ibrahim si trova all'estero da sei mesi, impossibilitato a tornare in Egitto, pena la sua incolumità fisica. Accusato di aver convinto l'amministrazione americana a sospendere i fondi all'Egitto fino a quando non verrà garantito il rispetto delle regole democratiche, pendono su di lui svariate cause per tradimento e danneggiamento dell'interesse economico nazionale. Lo stesso stratagemma - denunce private presentate da individui filogovernativi contro attivisti per i diritti umani - è stato impiegato contro Ayman Nour, candidato liberale alle presidenziali del 2005, fatto oggetto di decine di accuse da parte di privati e condannato a 5 anni di carcere.

L'insofferenza del Presidente Mubarak (79 anni, dal 1981 ininterrottamente al potere) per qualsiasi tipo di critica è con ogni probabilità dovuta alle manovre che si stanno effettuando per garantire a suo figlio Gamal (44 anni) un'eredità automatica del potere.

Il regime egiziano non ha dimostrato clemenza nei confronti dei rifugiati provenienti da vari paesi africani, in particolare dal Sudan. Al confine israelo-egiziano, che in molti varcano illegalmente nella speranza di trovare un rifugio in Israele, si sono registrati alcuni casi di uccisione dei rifugiati da parte delle autorità egiziane. L'ultimo episodio è avvenuto in Novembre, quando la polizia di confine egiziana ha sparato a una donna eritrea. La violazione più grave nei confronti dei rifugiati si è registrata nel Dicembre 2005, quando in 27 darfuriani sono stati uccisi dalle forze dell'ordine, durante una manifestazione nella quale chiedevano alle autorità egiziane un miglior trattamento.

Le mutilazioni genitali femminili (FGM) sono largamente diffuse in Egitto (97% delle donne in età riproduttiva, secondo dati UNICEF), ma non sono da ricollegarsi a un precetto islamico, bensì ad antichi costumi tribali. Nonostante sia il governo egiziano sia le autorità religiose si siano espresse contro questa pratica, l'attuale bando alla sua attuazione non è ancora stato convertito in legge.

Le minoranze religiose richiedono l'equiparazione dei diritti civili con la maggioranza della popolazione musulmana sciita. I Copti [da 'aegyptos'], gli abitanti originari dell'Egitto, principalmente appartenenti alla Chiesa Ortodossa Copta, rappresentano oggi il maggior gruppo minoritario (10-14% della popolazione), da secoli perseguitato e discriminato. I circa 2000 credenti della Fede Bahá'í sono fortemente discriminati non essendo questa religione riconosciuta dallo Stato. Inoltre, coloro che abbandonano l'Islam per convertirsi ad altre fedi affrontano persecuzioni che possono risultare anche nell'incarceramento.

COMMENTO
 
In base a quanto sopra, attenzione (dunque) agli egiziani islamici in Occidente che vogliono far(ci) credere che in Egitto 'islamici e cristiani (o seguaci di altre Fedi) vivono in pace da secoli'. Credere a ciò sarebbe credere ad una menzogna.
 
Anche in Egitto, come in altri Paesi islamizzati, i non-islamici vengono perseguitati (minacciati, derubati, torturati, uccisi), e questo da quando il Paese ha iniziato ad essere islamizzato.
 
In origine l'Egitto era un Paese non-islamico. La stessa parola 'copto', relativa ai 'cristiani d'Egitto', significa 'egiziano' [in seguito è stata associata al Cristianesimo originale]. In seguito all'islamizzazione del Paese i 'copti' ('abitanti originali dell'Egitto e non-islamici') vengono perseguitati.

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