ECUADORIANO: ABUSI E VIOLENZE SU BAMBINO DI 11 ANNI
Scritto il 02/04/09 alle 13:08:20 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ImmigrazioneAveva conquistato la fiducia nel centro di assistenza in cui curava l´orto: arrestato
Prima ne ha conquistato l´amicizia e la fiducia, poi è passato a carezze e palpeggiamenti, fino alla violenza sessuale e al completo assoggettamento psicologico.

Dopo più di un anno di abusi, un operaio ecuadoriano di 42 anni, regolare e incensurato, residente a Rosate, è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile, per le violenze a un bambino di 10 anni, che a sua volta era stato indotto ad abusarne di uno di cinque.

Il bimbo, privo di padre, frequentava una comunità di assistenza in provincia di Pavia, dove giocava come in un normale oratorio. A soli otto anni conosce il suo aggressore, che ha un lavoro part-time per curare l´orto della comunità. L´uomo diventa fa amicizia con il piccolo, prima portandolo con sé in passeggiate vicino a un canale pieno di pesciolini rossi, poi con inviti sempre più frequenti in luoghi appartati.

Per mesi continua a toccarlo fino a quando lo invita a casa sua, dove si consumano gli abusi peggiori. Il bambino, ormai plagiato dal pedofilo, viene spinto a ripetere le violenze subite su un bambino di cinque anni, che in lacrime racconta tutto alla propria madre.

La donna informa la famiglia del bambino più grande, poi è il prete della comunità a denunciare gli episodi all´autorità giudiziaria. I piccoli vengono ascoltati dagli agenti della squadra mobile e dagli psicologi con una doppia audizione protetta. «La ricostruzione dei fatti - spiega il dirigente della squadra mobile Francesco Messina - è lucida e lineare.

Un racconto fatto prima dal maggiore e confermato dal più piccolo». Il racconto dell´extracomunitario invece viene definito «contraddittorio». In più, a suo carico ci sono le testimonianze dei parenti che confidano di non fidarsi di lui. Due giorni fa sono scattate le manette. Mentre per i due piccoli, inizierà un lento percorso verso la normalità.

L'ESPRESSO

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