CIBO ETNICO - ROMA E TRIESTE: TOPI E MUFFA TRA GLI ALIMENTI
Scritto il 03/04/09 alle 03:32:11 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Cronaca e AttualitàI militari hanno sequestrato tonnellate di cibo conservato in pessime condizioni igienico sanitarie
I carabinieri dei Nas hanno sventato l’ennesima truffa alimentare ai danni dei poveri ed ignari consumatori. Un magazzino della Capitale conservava 30mila chili di alimenti etnici in stato disgustoso, tra muffa, sporcizia e topi, destinati alle tavole dei ristoranti della città. Una scena analoga si è presentata in alcuni laboratori di Trieste, in cui i Nas di Udine hanno sequestrato in totale 45mila tonnellate di cibo stipato senza autorizzazioni sanitarie, a contatto con roditori, detergenti ed insetti. Il proprietario bengalese del magazzino è stato denunciato, mentre le due ditte del Nord coinvolte sono state condannate alla chiusura immediata.

Sia i puristi dell’alimentazione locale che gli affezionati al cibo etnico probabilmente si faranno qualche domanda prima di mangiare avidamente le loro pietanze preferite.
Due blitz nelle stesse ore, in due città diverse, hanno portato al ritrovamento di cibo stoccato in pessime condizioni igienico sanitarie nella Capitale e a Trieste.
Lo scandalo di queste ultime ore coinvolge tanto i ristoranti etnici quanto la piccola e grande distribuzione di prodotti nazionali.

I carabinieri dei Nas di Roma hanno sequestrato circa 30 mila chili di alimenti etnici , trovati in un capannone nella periferia di Tor Pignattara e pronti a finire sulle tavole dei ristoranti cosmopoliti della città. Tutta la struttura presentava situazioni igieniche a dir poco malsane e raccapriccianti: sia il pavimento che le pareti erano infatti invasi da muffa, sporcizia ed escrementi di topo. Il titolare del capannone è un bengalese che è stato prontamente denunciato dalle autorità.

Un altro controllo dei militari dei Nas, stavolta di Udine, è avvenuto presso alcuni magazzini di Trieste. I locali conservavano in totale 45 tonnellate di alimenti senza autorizzazioni sanitarie, a contatto con sostanze detergenti, roditori e insetti. Le ditte coinvolte sono due, specializzate nel confezionamento di formaggi, salumi, olive e altri prodotti tutti destinati alla vendita in alcuni supermercati e piccoli commercianti nella provincia di Trieste. Per loro il pranzo è servito: sono entrambe condannate alla chiusura immediata.
Ai poveri consumatori non resta che l’amaro.

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