VI RACCONTO IL VERO VIAGGIO DI BENEDETTO XVI IN AFRICA
Scritto il 05/04/09 alle 11:37:27 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniImpallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport nazionale

 Si possono raccontare due viaggi di Benedetto XVI nel continente nero, quello reale, segnato dalle folle del Camerun e dell’Angola, dai temi che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie. E soprattutto dell’Instrumentum Laboris, il documento preparatorio del 2 Sinodo dei vescovi africani che si terrà ad ottobre prossimo. Il documento di oltre 100 pagine, denso di attualità, su cui dovranno riflettere e studiare, pone a programma della Chiesa africana "la riconciliazione, la giustizia e la pace", Benedetto XVI l’ha consegnato ai vescovi africani e nel quale per esempio si incontra questa denuncia delle multinazionali: «Continuano a invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali.
Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia d'ettari espropriando le popolazioni delle loro terre, con la complicità dei dirigenti africani. Recano danno all'ambiente e deturpano il creato che ispira la nostra pace e il nostro benessere, e con cui le popolazioni vivono in armonia».
 Rilevante è stato anche l'appoggio dato dal Papa agli episcopati nella loro azione di denuncia della corruzione dei governanti: «Di fronte al dolore o alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o all'abuso di potere, un cristiano non può mai rimanere in silenzio» ha detto il primo giorno arrivando a Yaoundè. In quella stessa occasione ha pronunciato parole che dovrebbero inquietarci, se avessimo il cuore per udirle: che oggi «l'Africa soffre sproporzionalmente: un numero crescente di suoi abitanti finisce preda della fame, della povertà e della malattia» e ciò avviene anche a motivo dello "scompiglio finanziario" che ha la sua origine e i suoi responsabili nei paesi del benessere.
  
 L’altro viaggio è quello virtuale, quello che hanno visto i commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di preservativi non è il metodo efficace per combattere la diffusione dell’Aids in questi Paesi. Si tratta in particolare del Fondo Monetario Internazionale, della Francia e della Germania,  sono “i portavoce istituzionali di una cultura i cui pilastri etici globali sono gli spermicidi, l’aborto moralmente indifferente, la pianificazione familiare coatta del sesso dei nascituri, la selezione genetica della vita e la sua riproduzione artificiale come mezzo e scopo di ricerca, fino all’eutanasia” (Giuliano Ferrara, L’aggressione a B-XVI, 19.3.09 Il Foglio).
 
 Per tre giorni questi signori sia nei Paesi europei sia negli Stati Uniti hanno parlato di profilattici e di aborto terapeutico. Se ne infischiano che tutti gli operatori sanitari e sociali e la gran vasta rete missionaria cattolica o cristiana sostengono da tempo che attraverso il preservativo si giunge alla promiscuità sessuale di massa alla quale risale la responsabilità del contagio.
  
 “Impallinare il Pontefice sembra diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super partes, ma sia considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C’è chi lo invita al silenzio, chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.
 
 Così, sedici discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza stampa tenuta sull’aereo”. (Andrea Tornelli, Il Papa in Africa, un bilancio di due viaggi, 24.3.09 Blog I Sacri Palazzi).
 
 Chiunque la pensa diversamente dal politicamente corretto è messo in discussione a maggiore ragione un Papa che, scandalo e follia per un pansessualismo del neopaganesimo contemporaneo, crede nell’educazione, nella sobrietà dei costuni, in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati vitali e non alla distruzione dell’amore nella caricatura del piacere.
 
 E’ un disgustoso paradosso per Ferrara, che proprio queste burocrazie delle potenze civili della vecchia Europa e le varie nomenclature globaliste mettono sotto accusa il Papa, dall’alto dell’oscena pratica di un miliardo di aborti in trent’anni, per ‘attentato alla vita in Africa’.

DOMENICO BONVEGNA domenicobonvegna@alice.it

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