UNITI PER RICOSTRUIRE L’ABRUZZO
Scritto il 13/04/09 alle 09:45:07 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniLa pretesa (o il sogno) di tenere sotto controllo tutta la realtà è solo frutto di isterie ideologiche
 L’evento catastrofico del terremoto in Abruzzo ha riaperto le solite polemiche del dopo-terremoto: è possibile prevedere l’ora e il luogo dove può avverarsi un sisma? Gli scienziati ci dicono di no. Si è molto discusso sulle previsioni del tecnico Giampaolo Giuliani, ma neanche con i suoi studi si riesce a fare poco: “Primo, perché la previsione non centrava né i tempi né l’epicentro. Secondo, perché non faceva i conti con un elementare dato di realtà: che il terremoto è un evento ingovernabile, a cui è utopistico pensare di mettere le briglie”. (Giuseppe Frangi, Terremoto/ Un’imponderabile novità, 8.4.09 Il Sussidiario).
 
 E’ vero che l’uomo deve preoccuparsi di costruire edifici che non si afflosciano sotto le scosse della terra, specie se si tratta di edifici pubblici. Ma alla fine bisogna fare i conti con l’imponderabile, con la paura e quindi con il dolore. La pretesa (o il sogno) di tenere sotto controllo tutta la realtà è solo frutto di isterie ideologiche, che alla fine rischiano di fare più danni dei terremoti stessi. (Ibidem).
 Noi uomini spesso restiamo prigionieri di un’emotività che ci soffoca, cerchiamo sempre eventuali responsabili. Abbiamo un bisogno psicologico perverso di trovare i colpevoli. “Non è facile, infatti, accusare la natura di malvagità, attribuendole una ‘mens rea’. Solo imputando agli uomini la responsabilità  della catastrofe si riesce a razionalizzare gli avvenimenti e a sottrarli all’assurda legge del caso, attenuando così il sentimento d’impotenza che c’invade di fronte allo scatenarsi delle forze della Natura.  Ma il terremoto, a differenza delle alluvioni, delle frane e di altri disastri naturali causati o se non altro aggravati dall’intervento improvvido dell’uomo, non è imputabile all’uomo, anche se ogni volta occorre accertare che le norme antisismiche delle costruzioni furono rispettate e che non si costruì in luoghi dove non si doveva”. (Claudio Antonelli, Terremoto e insegnamenti, 8.4.09 Il Sussidiario).
 Nella tragedia abruzzese si è visto qualcosa di nuovo. Le istituzioni e il governo per quanto riguarda i soccorsi, si sono dimostrati pronti, reattivi e trasparenti, inediti nella storia delle grandi emergenze nazionali.
  
 Stiamo vedendo il grande impegno dei numerosi volontari, che in questo momento si stanno prodigando ad aiutare le popolazioni dell’Abruzzo. Questi cittadini ci ricordano che si può fare meglio nel futuro. Addirittura si è dovuto interrompere l’afflusso di sangue perché troppo.
 Una folla di volontari, di tutte le associazioni e organizzazioni iscritte nel Dipartimento della Protezione Civile, sta affrontando l’emergenza. “È una rete solidale che avevamo già conosciuto per le sue caratteristiche di altruismo e generosità, ma che in Abruzzo abbiamo visto muoversi con la competenza e la rapidità dei veri professionisti dell’emergenza. È un volontariato moderno, che dimostra di sapere stare al passo con i tempi. E che proprio per questo rappresenta un capitale sociale di grandissimo valore in cui credere e su cui seriamente investire. Il mix di gratuità e professionalità è un mix prezioso, un valore aggiunto che l’Italia può vantare rispetto a tutti gli altri sistemi paese”.
 
 Un altro fatto nuovo in questo terremoto è l’inedito ruolo che stanno recitando sia la maggioranza che l’opposizione. “Hanno capito, tra le macerie e le innumerevoli vittime dell’Abruzzo, che sulle emergenze nazionali non deve avere spazio l’isteria di uno scontro primitivo. Il governo si muove con sollecitudine, ma non chiude le porte al sostegno dell’opposizione. Il Pd non usa propagandisticamente il disastro e partecipa fattiva¬mente ai soccorsi”. (Pierluigi Battista, La lezione abruzzese, 8.4.09 Il Corriere della Sera).
 
 Tutto questo sarebbe normale come lo fu nei giorni successivi all’11 settembre a New York. In Italia, invece, questo spettacolo di unità e di coesione nel momento della tragedia nazionale è sorprendente perché inconsueto.
 Certamente è anche giusto interrogarsi sulla sconcertante fragilità di un ospedale ridotto in frantumi dalla poten¬za del terremoto. Bisognerà capire se le leggi che impongono la costruzione di edifici antisismici sono state osservate nel corso degli anni. Ci saran¬no idee, ipotesi di ricostruzione, tempi da rispettare su cui è giusto che l’opposizione vigili, critichi, stimoli chi ha responsabilità di governo.

 DOMENICO BONVEGNA
      domenicobonvegna@alice.it

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