Quel passo che non fece sull'Islam
Scritto il 26/12/07 alle 21:51:52 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniIl ricordo di Magdi Allam

Quel caso, che ci fa sospettare della mano invisibile del Trascendente che attua i suoi piani senza voler lasciare la firma, ha fatto sì che la morte di Oriana venga commemorata in concomitanza con i due grandi eventi che segnano profondamente la nostra storia: l'11 settembre del 2001, il più significativo attentato terroristico nel cuore degli Stati Uniti, e il 12 settembre 2006, il discorso del papa Benedetto XVI a Ratisbona.

Il primo segnala l'affermazione del terrorismo islamico globalizzato dei taglia-gola; il secondo la resa dell'Occidente al terrorismo dei taglia-lingua che ci hanno imposto l'arbitrio dell'«islamicamente corretto ». Ebbene, una sorta di giustizia divina postuma ci ha costretto a prendere atto, il 15 settembre scorso, della giustezza della battaglia di Oriana contro l'efferatezza dei dissacratori della vita e contro la pavidità di chi rinnega i propri valori. Una denuncia che nella sua indole irrequieta e focosa si compiva e si esauriva in testi che scalfiscono la certezza ideologica di chi si rifiuta di vedere, di sentire e di parlare. Ma che tuttavia non offre in positivo una proposta di come risalire la china dal baratro del nichilismo e del relativismo valoriale. Un limite, quello della critica radicale e a tratti spietata che non si accompagna a un progetto di costruzione di un'alternativa umana e civile, che oggi va segnalato con affetto e correttezza, per valorizzare appieno il patrimonio ideale che Oriana ci ha lasciato in eredità e evitare che esso possa essere invece svilito e liquidato da quanti nutrono un pregiudizio se non un'ostilità aperta nei suoi confronti. Io stesso, nel mio «Vincere la paura» pubblicato nel 2005, riservai una «Lettera aperta» a Oriana, in cui traspare la determinazione a controbattere la condanna sommaria che lei fece dei musulmani e dell'islam e la critica rivoltami nella sua «L'Apocalisse» senza mai citare il mio nome. Perché resto assolutamente convinto che la denuncia dello status quo, di cui Oriana è stata la massima interprete, debba essere sempre seguita dalla costruzione dell'alternativa che realizzi pienamente il bene comune e l'interesse dell'umanità.

La denuncia è doverosa perché ci fa prendere consapevolezza della mistificazione della realtà e dell'aberrazione etica in cui siamo precipitati. Ma essa deve essere finalizzata a promuovere in ciascuno di noi la capacità di diventare protagonisti della realizzazione di un mondo migliore. E di conseguenza l'intervento dell'intellettuale che si erge a Cassandra dei nostri tempi non può esaurirsi nella pura denuncia che ci lascia con il senso del vuoto e del pessimismo. È un lusso che non possiamo permetterci nel bel mezzo di una guerra scatenata dal terrorismo e dall'estremismo islamico globalizzato e di cui l'Occidente fatica a prendere atto persino della sua esistenza, non ne comprende comunque la natura aggressiva e rifiuta persino di prendere in considerazione la prospettiva di un mondo sottomesso ai taglia-gola e ai taglia-lingua islamici. Oriana è stata la voce che più di altre ci ha illuminato di fronte a questa minaccia tragicamente reale. Di ciò gliene saremo eternamente grati. Ora tocca a noi andare oltre la denuncia per riscattarci dalla paura e vincere la nostra guerra per la verità, la vita e la libertà di tutte le persone di buona volontà.

Magdi Allam
13 settembre 2007

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