L'UNITA', LE BUGIE, LA MANCANZA DI COERENZA
Scritto il 15/06/09 alle 10:46:05 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
PoliticaColloquio telefonico tra Prodi e Gheddafi ''Lavoriamo insieme''

ROMA - Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha avuto domenica sera un lungo colloquio telefonico con il leader libico Moammar Gheddafi.

 Nel corso della telefonata Prodi e Gheddafi si sono trovati d' accordo, sottolineano ambienti di Palazzo Chigi, sulla necessità di lavorare per «risolvere i problemi relativi all' accordo italo-libico e per consolidare l' amicizia tra i due Paesi».

Secondo quanto riferisce in dettaglio anche l' agenzia di stampa libica Jana, «Prodi ha informato Gheddafi che il governo italiano sta cercando di adottare misure concrete per completare l' esecuzione dei punti ancora non realizzati di tale dichiarazione, per gettarsi alle spalle il passato e aprire una pagina nuova nelle relazioni tra i due Paesi.

«Prodi - si legge ancora - ha sottolineato che la promozione delle relazioni tra l' Italia e la Libia costituisce una delle priorità del suo governo. Il colloquio telefonico - conclude la Jana - ha rappresentato anche un' occasione per discutere di molti temi internazionali di comune interesse».

(9 agosto 2006) - Corriere della Sera

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Libia, Berlusconi firma l'accordo voluto da Prodi
Silvio Berlusconi firma l’accordo con Tripoli per la chiusura dell’annosa questione dei nostri debiti nei confronti dell’ex colonia. Per lui, sembra un gioco da ragazzi. Peccato che il governo Prodi gli avesse già spianato la strada.

Il contenzioso con Gheddafi era iniziato 25 anni fa, quando il leader libico aveva fatto una richiesta di risarcimento al nostro paese, per i danni lasciati dal colonialismo. Gheddafi da subito ha puntato in alto, giocando al rialzo e usando la leva dell’immigrazione. L’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema aveva fatto passi importanti per trovare un’intesa, a cominciare dall’ammissione degli orrori che hanno segnato i trent’anni della presenza italiana in Libia.

Ma è una questione di tempi, e l’accordo lo chiude Berlusconi. Sabato il premier è a Tripoli per farsi fotografare mentre riconsegna a Gheddafi la statua della Venere di Cirene, che era stata portata a Roma nel 1913. Insieme alla statua, Berlusconi porta in Libia la garanzia di un risarcimento di 5 miliardi di dollari, da spalmare su 25 anni. La Libia li utilizzerà per opere infrastrutturali: immobili e un’autostrada costiera che attraverserà la Libia, l’Egitto e la Tunisia. Ma anche Berlusconi porta a casa qualcosa, oltre alla bella figura nemmeno troppo meritata: Gheddafi si è impegnato infatti a collaborare sul terreno dei flussi migratori e delle risorse energetiche.

Commenta la vicenda anche il giornalista del Manifesto Valentino Parlato, nato e vissuto a Tripoli fino ai vent'anni. L’accordo, secondo il giornalista, «è un dovere morale. Gli italiani non sono mica stati gentili con la Libia, trent'anni di colonialismo sono costati migliaia di morti. L'eroe indipendentista, Omar Mukhtar, è stato impiccato in piazza. Ma quest'accordo – aggiunge – ha anche una sua convenienza economica. La Libia non è più lo Stato canaglia, i nostri rapporti commerciali sono stretti. L'Eni in Libia ha grossi interessi economici».

Pubblicato il: 30.08.08

http://www.unita.it/view.asp?idContent=78511
http://www.newstin.it/tag/it/75898729
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080905074855AAVQQO0

Pare che l'unità abbia cancellato l'articolo. Perfetto. Tutto in regola: è la coerenza della sinistra che non cambia.

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