COME LADRI NELLA NOTTE… l'uscita dall'Egitto
Scritto il 26/03/08 alle 01:09:53 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Libri e Recensionidi Carolina Delburgo

Carolina Delburgo

Ho scritto e dedicato questo mio libro ai miei figli ed ai miei nipoti, perché ne raccogliessero l'eredità ideale e perché il tempo non ne cancellasse il ricordo.

Ho iniziato la mia storia partendo dalla vita dei miei nonni, tutti nati in Grecia.
Simha nonna paterna, era partita da Janina per l'Egitto, ancora bambina, a seguito della morte dei suoi genitori, mentre i miei nonni materni Léon e Carolina sono partiti da Salonicco, a causa della guerra con la Turchia riparando in Egitto.
come ladri nella nottePur essendo tutti i miei nonni nati in Grecia, le due famiglie non si conoscevano.
Si conobbero invece al Cairo e, più precisamente, a Hart El Yahudi, (il quartiere degli Ebrei) dove andarono ad abitare, dove i miei genitori si conobbero e si sposarono.
E' in quel quartiere che Iniziarono la loro vita ancora poveri, affrontarono mille difficoltà. Ma ciò nonostante ce la fecero e riuscirono a raggiungere un notevole benessere economico. La vita prese una bella svolta verso gli anni 50.
Belle feste in casa ed in Sinagoga per la nascita del mio fratellino, buone scuole per noi bambini, belle macchine, stupende vacanze al mare……….......ma……….ma si sa, la vita ti offre delle sorprese inaspettate, ed una notte, dopo che gli eventi politici in Egitto si capovolsero, le cose andarono diversamente.
Nasser nazionalizzò il canale di Suez e, di colpo, tutti i cittadini europei divennero indesiderati e furono espulsi. Da quel momento la nostra vita cambiò totalmente.

Arresti, espulsioni e tutto quello che era stato costruito con tanta fatica e tanta dedizione, divenne evanescente svanì, e si dissolse nel nulla. Ci rimasero solo gli occhi per piangere…….
Finì così la convivenza con quel mondo multi etnico e multi religioso che ormai stava tramontando per non risorgere mai più.
Avvenne di notte, il distacco dai nostri cari e dalle nostre cose con una partenza straziante. Fu così che la famiglia si divise, seguì l'approdo nel porto di Brindisi e l'accoglienza nel campo profughi di “Bocca di Puglia”.
Subimmo umiliazioni e mortificazioni, ma dentro noi grande era la volontà di condurre una vita dignitosa.
Racconto la ricerca affannosa per trovare un lavoro, la tenacia nel fronteggiare mille difficoltà ed a ricostruire la famiglia ed una nuova vita in Italia.
Ho voluto tenere vivo questo ricordo con questo scritto perché per noi ebrei è importante conservare la memoria storica, così come teniamo vivo il ricordo della Shoàh.
Noi ci difendiamo facendo tesoro di quello che abbiamo imparato dagli errori del passato ed è per questo che non dobbiamo dimenticare.

Proprio nel mio libro, rivolgendomi ai miei figli che dovevano scegliere una facoltà per continuare i loro studi, ho detto: … Ricordatevi che siamo ebrei.
Non esiste generazione che non sia colpita da guerre o da fatti incresciosi. E' capitato a vostro padre che viveva in Europa, ma è capitato anche a me che vivevo in Africa..... Sappiate che quando scoppia un conflitto le autorità vi tolgono tutto, ma non potranno mai togliervi la vostra cultura , quello che avete studiato e quello che gli studi vi avranno insegnato a capire!”
Erano anni che volevo scrivere la mia storia per i miei figli e nipoti e per onorare la memoria dei miei cari.
Tante volte ho provato e riprovato, ma mi fermavo, non sapevo come continuare e le idee si accavallavano tutte confuse nella mia mente.

Mia madre è stata l'ultima della mia numerosa famiglia a lasciarmi. La sua dipartita mi ha colpita molto profondamente e mi sono sentita proprio sola.
Mi sono resa conto di aver perso definitivamente tutto quel mondo, che mi aveva accompagnata, sin dalla mia nascita.
Se n'è andata una parte di me che so, non tornerà mai più e mi sono resa conto che lei, essendo l'ultima a lasciarmi, rappresentava tutti i membri della mia numerosa famiglia. Sapevo che dopo di lei, non avrei avuto proprio nessuno della sua generazione al mio fianco, con cui dividere gioie e dolori, a cui chiedere consigli, discutere, ragionare, obiettare ed anche litigare.
Come avrei fatto senza di lei e senza tutti quelli che lei rappresentava per me? A chi mi sarei rivolta per avere consigli? A chi avrei chiesto aiuto per avere un sostegno psicologico, nei momenti difficili? Sarei stata capace di cavarmela da sola ?
All'improvviso mi sono sentita una bambina, con tutte le mie incertezze, i miei dubbi e le mie angosce. Sapevo che da quel giorno, la mia vita sarebbe stata diversa e sarebbe completamente cambiata.

Una notte mi sono svegliata pensando a lei ed a tutti i membri della mia famiglia ormai scomparsa. Non ho mai pensato a loro, così intensamente fintanto che li avevo ancora vivi. Ora che non c'erano più, sentivo la loro mancanza e mi sono resa conto di cosa significa non averli!
Le prime settimane di lutto sono state di immenso dolore, di grande smarrimento e disorientamento. Mi sembrava di non farcela a sopportare questo dolore.
Una sera non riuscendo a dormire, ho sentito categorica la spinta a scrivere le mie memorie.

Mi è venuto allora spontaneo mettermi davanti al mio computer, e scrivere.
Da quando ho iniziato, non ho più smesso, neanche per andare a mangiare. Le idee sgorgavano spontaneamente, direi con spinta e vigore, una dietro l'altra, senza esitazione, proprio come i fatti della vita che si susseguono in maniera naturale.
Scrivevo e contemporaneamente piangevo, a volte singhiozzavo immedesimandomi nei fatti che raccontavo.
Mi veniva così spontaneo ripercorrere gli eventi della mia vita con loro! Non avevo esitazioni e le mani correvano veloci sulla tastiera quasi ci fosse qualcuno a dettarmi quello che dovevo scrivere. Non avevo bisogno di pensare, di riflettere, no no no, le idee si susseguivano con una velocità incredibile!

Quando, dopo solo due mesi ho finito di scrivere il mio libro, mi sono chiesta: “Ma perché sono riuscita a scrivere solo ora? Era tanto difficile prima, ora invece è stato così facile. Ma perché ho dovuto aspettare? Perché solo ora e non prima? “
La risposta me la sono data da sola. L' ho fatto molto probabilmente perché è così che ho elaborato il mio lutto.
L'ho fatto per far rinascere tutti i membri della mia famiglia ed, in questa maniera, ho ripercorso anch'io, assieme a loro, gli eventi importanti che hanno segnato la nostra vita un po' particolare.
L'ho fatto perché scrivendo, ho risuscitato tutti i miei familiari ed ho ri vissuto e ri percorso con loro la mia esistenza da persona adulta, valutando in maniera più matura gli eventi.
L' ho fatto per rimanere viva io, e per trasmettere ai miei figli ed ai miei nipotini qualcosa che, mi auguro, contribuirà a formare la loro identità.
L'ho fatto perché possano conservarne la memoria delle mie radici, e raccogliere l'eredità ideale.
L'ho fatto perché la storia si ripete e perché io credo nel valore della memoria trasmessa.
Infine l'ho fatto soprattutto per onorare la memoria di tutti i miei cari che tanto mi hanno dato e tanto mi hanno insegnato.

Carolina Delburgo

da http://www.jewishlife.it/JL25/JL25_1.html

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