PACCO SICUREZZA: FERMATO 38 VOLTE, CLANDESTINO LASCIATO LIBERO
Scritto il 03/09/09 alle 13:27:46 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ImmigrazioneHA COLLEZIONATO 22 FERMI PER INOSSERVANZA ALLE NORME SULLA  IMMIGRAZIONE  E 16 FERMI PER REATI QUALI SEQUESTRO DI PERSONA, DETENZIONE ABUSIVA DI ARMA, LESIONI, RESISTENZA
ARRESTATO DUE GIORNI FA PER NON OTTEMPERANZA AL DECRETO DI ESPULSIONE, ORA E’ GIA’ DI NUOVO LIBERO IN ATTESA DEL PROCESSO FISSATO TRA DUE MESI… NEL FRATTEMPO SPARIRA’ DI NUOVO
E’ stato fermato 38 volte da polizia e carabinieri in diverse città italiane: 22 volte per identificazioni e inosservanze alle norme sull’immigrazione e 16 volte per diversi reati.
Tra i quali sequestro di persona, detenzione abusiva di arma, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e reati vari contro l’Amministrazione.
Due giorni fa, nuovo arresto a Milano perché destinatario di due provvedimenti di espulsione mai rispettati.
E’ il caso emblematico di un trans brasiliano di 41 anni che poche ore dopo il tribunale ha lasciato però libero fissandogli il processo per il 21 ottobre.
Processo che si svolgerà con ogni probabilità in contumacia perché il clandestino nel frattempo non sarà più reperibile.
Il suo caso è solo uno dei tanti ed è la prova di come non sia cambiato nulla, dopo la approvazione a furor di Tv, del “pacco sicurezza”.
Negli ultimi 20 giorni a Milano solo la polizia municipale ha denunciato e arrestato 47 clandestini: secondo quanto risulta al Comune sono quasi tutti fuori, liberi di circolare come se nulla fosse accaduto.
La vicenda del trans dimostra soltanto che, nonostante l’introduzione del reato di clandestinità, nulla è cambiato, sia perché i tribunali sono subissati dai processi, sia perché i Cei sono a tappo e non possono accogliere nessuno, sia perché le forze dell’ordine non hanno un euro per trasferire in altri Cei i clandestini arrestati.
Il caso emblematico, due settimane fa, di due poliziotti genovesi che hanno dovuto fare 2.000  chilometri tra andata e ritorno per accompagnare un clandestino al Cei di Bari.
Le Questure continuano ad emettere fogli di via entro 5 giorni che nessuno rispetta, i tribunali hanno la loro tempistica, gli imputati rischiano l’ammenda di 5.000 euro che non pagheranno mai, visto che al processo non si presenta nessuno.
A questo punto a Milano sono in molti ad ammettere che il giro di vite messo a punto sul fronte sicurezza serve a ben poco e che si sarebbero semmai dovuti snellire i tribunali visto che, per dirla come De Corato, “sono degli alberghi con porte girevoli, in cui uno entra ed esce con la stessa facilità“.
Peccato che nessuno lo avesse ricordato prima, quando si è voluto spacciare il pacco sicurezza come la soluzione a tutti i mali.
Ci avevano descritto migliaia di clandestini riportati al loro paese in pochi giorni, le strade finalmente libere la sera per lo struscio dei cittadini, il Bengodi insomma.
Invece nulla è cambiato, tra l’imbarazzo persino del leghista Salvini che non sa cosa dire e si limita a constatare che ” la legge è stata fatta”.
Certo, la percezione di sicurezza per prendere per i fondelli i cittadini è stata perseguita: quanto alla sicurezza vera, che poi vuol dire per noi allontanare solo e semplicemente chi delinque, non chi lavora in nero, c’è tempo.
Chissà cosa ci voleva per mettere a punto una legge mirata a poche decine di migliaia di soggetti, coordinando con polizia e magistratura la metodologia di intervento.
Si è voluto fare tutto da soli, da smargiassi, e l’ingloriosa fine è questa.
Non si riesce neanche a espellere un brasiliano condannato 16 volte e fermato in 38 occasioni.

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