BARBAROSSA  ''La libertà non si dona si conquista''
Scritto il 03/10/09 alle 20:00:12 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Armando ManocchiaIl film sarà nelle sale dal 9 di ottobre, buona visione e riflessione…

Alla presentazione di Barbarossa, ieri sera in Piazza Castello a Milano, non c’erano solo i Vip, ma c’eravamo anche noi, Vnp (Very normal people), in quanto responsabili dell’Associazione “Una Via per Oriana” che ha invitato il regista Renzo Martinelli al “Memorial Oriana Fallaci” tenutosi il 15 settembre a Firenze, dove gli è stato assegnato il prestigioso Premio.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, e neanche dei numeri, come i tre chilometri e mezzo di pellicola usati per 139 minuti di film, né tantomeno dei 30 milioni di dollari investiti o dei 4.500 cavalli fatti arrivare apposta dall’Olanda in Romania, oppure delle 12.00 comparse e oltre mille altre persone che hanno lavorato a questo film.  Vogliamo parlare  del film che racconta una storia, oggi più attuale di allora, quando in Italia nel dodicesimo secolo, le terre del nord erano governate da un imperatore tedesco, Federico Hoenstaufen detto “Barbarossa. Il suo sogno era quello di conquistare le terre del centro e del sud  d’Italia, così da far rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno.
In quelle terre del nord c’è un giovane milanese di nome Alberto da Giussano ed anche lui ha un sogno, quello di sconfiggere l’imperatore e ridare la libertà alla propria gente. Il film comincia così:
Siamo nel 1158. Nella campagna milanese, un ragazzo salva fortunosamente la vita ad uno sconosciuto cavaliere (non era  Berlusconi). Il ragazzo è Alberto da Giussano, figlio di un fabbro. Non crede ai suoi occhi quando capisce che l’imponente guerriero che ha di fronte e a cui ha salvato la vita è l’Imperatore Federico I di Hohenstaufen. E’ questo il primo di una serie di fatali incontri tra loro che, per origine  e condizioni sociali, non avrebbero ami potuto incontrarsi. Immaginate, il popolano figlio del Comune più importante del nord Italia e il sovrano tedesco che gode fama di uomo giusto.
Come dicevamo Federico ha un sogno, la realizzazione dell’Impero universale e insieme al sogno ha un dubbio che lo tormenta: è davvero lui la persona che Dio ha eletto per questa missione? Così, mentre  Alberto torna a Milano, quella Milano florida e vivace, quella Milano di commerci e di scambi, di lotte e alleanze con altri Comuni, torna anche dalla sua famiglia e dagli amici, il Barbarossa, spinto dal suo dal suo fedele consigliere Rainaldo di Dassel, cerca una risposta consultando la veggente Ildegard von Bingen. La sentenza, incoraggiante, termina con un misterioso avvertimento: “guardati dall’acqua e dalla falce, la face porta la sconfitta, l’acqua porta la morte”.
Alberto cresce, si innamora di Eleonora, sopravvissuta ad un fulmine e per questo sospettata di stregoneria, e partecipa all’aspirazione di autonomia dei Comuni. Federico I sposa Beatrice di Borgogna che diventerà la più tenace sostenitrice della sua missione. Per diventare l’imperator mundi, oltre alla supremazia sul papato, gli è indispensabile il controllo sui Comuni ribelli del nord Italia. Il 10 marzo 1162, dopo un lungo assedio, Milano viene rasa al suolo dalle truppe imperiali, grazie anche alle macchinazioni di Siniscalco Barozzi, un milanese corrotto, passato dalla parte dell’Imperatore. Durante l’assedio e la distruzione di Milano, Alberto perde i fratelli e vede andare in pezzi al sua vita e i suoi affetti. Accecato dal dolore, cerca di uccidere l’Imperatore, il quale,  riconoscendo in lui il ragazzo che lo aveva salvato anni prima, gli risparmia la vita. Un errore fatale. E’ infatti Alberto a guidare pochi anni dopo la vendetta contro Federico I.
Alberto, esiliato da Milano e costretto a nascondersi nei boschi, riesce finalmente a sposare l’amata Eleonora. Il giovane Alberto da Giussano, deciso a proteggere il territorio, convince poco a poco i Comuni sottomessi, impoveriti ed umiliati, che la loro unica possibilità contro il Barbarossa è unire le forze e trovare il coraggio di combattere per la propria libertà. La  testardaggine, la volontà e la voglia di rivalsa di Alberto porteranno alla formazione della Compagnia della Morte, un piccolo esercito formato da ragazzi di ogni estrazione sociale, pronti a tutto pur di difendere la loro terra e i valori in cui credono. Lo spirito di fratellanza e l’unione tra i Comuni porteranno attraverso il giuramento di Pontida alla nascita della Lega Lombarda. Alla fine, non sono solo due eserciti, a fronteggiarsi sulla pianura di Legnano, ma due inconciliabili concezioni del potere: la grandiosa utopia di un unico regno guidato da un sovrano eletto da Dio, e il nuovo modello mercantile e autonomistico dei Comuni.
Sulla pianura di Legnano, uno di fronte all’altro, troviamo un popolo oppresso che si batte per conquistare la propria libertà e un sovrano che vuole imporre il proprio potere. E’ Barbarossa in persona a guidare la carica di migliaia di cavalli contro una formazione di strani carri apparentemente vuoti che avanzano verso di lui. All’improvviso, sui carri appaiono centinaia di falci affilate, micidiali. Nella mente dell’Imperatore risuonano le parole della veggente Ildegard.

L’esito della battaglia vede trionfare la Compagnia della Morte; nonostante la vittoria, Alberto rimane assillato dal dubbio che l’Imperatore sia ancora vivo. Sul campo di battaglia sono stati rinvenuti infatti solo in cadavere del suo cavallo e il pugnale, ma di Barbarossa non c’è traccia. Durante la ricerca del suo corpo, tuttavia, Alberto ritrova Eleonora, creduta morta per opera di Barozzi e che invece aveva combattuto in vesti maschili nella Compagnia della Morte.

Federico Barbarossa, troverà la morte anni dopo, nella acque del fiume Salef, durante la terza Crociata. La profezia della veggente Ildegard von Bingen è compiuta.
Il film sarà nelle sale dal 9 di ottobre, buona visione e riflessione….

Armando Manocchia

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