Un pò di chiarezza nell'esame della dinamica delle stragi |
| Scritto il 15/11/09 alle 19:31:50 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
Il perverso disegno politico che ne era all'origine Il dott. Antonio Ingroia lo aveva detto. Sulle stragi si alzerà un polverone perché non tutta l’Italia vuol sapere la verità. È così sta avvenendo. Anzi sta avvenendo di peggio perché è in atto un chiaro tentativo di attribuire alcune stragi a uno schieramento politico, altre stragi all’altro schieramento politico. E’ bene quindi fare un po’ di chiarezza. Non si può comprendere alcunché delle stragi se non si inquadrano le stragi stesse in un disegno politico più ampio, un disegno perverso nel quale la strategia stragista sarebbe dovuta andare di pari passo con la strategia giustizialista ed entrambe conseguire i seguenti obiettivi, in parte raggiunti: 1 eliminare dal quadro politico il partito socialista, la corrente andreottiana della Dc e la Lega Nord o comunque indebolirli sensibilmente; 2. creare quindi un vuoto al centro dello schieramento politico in modo da favorire la nascita di un sistema politico bipolare fondato sull’alternanza destra-sinistra; 3. favorire il ribaltamento dei rapporti di forza fra Ndrangheta e Cosa Nostra e sopprimere la SCU; 4. favorire il ribaltamento dei rapporti di forza fra opposti gruppi editoriali e quindi fra Mediaset di Silvio Berlusconi e Cir di Carlo De Benedetti, a danno del primo e a favore del secondo. Con queto non voglio dire che tutti coloro che si impegnarono nei c.d.processi di Mani Pulite erano consapevoli e consenzienti rispetto a questo progetto. Sicuramente molti di loro come Di Pietro, Boccassini, Caselli Vigna erano convinti di cambattere uan battaglia giusta e anzi alcuni di loro come ad esempio il giudice Giancarlo Caselli ebero anche il coraggio di dichiarare pubblicamente di essere stati strumentalizzzati (cosa che per Casleli avvenne in occasione del suicidio del giudice Luigi Lombardini). Questo disegno politico che inizialmente vide uniti alcuni pezzi del PPI e alcuni pezzi del PDS cominciò ad attuarsi molto tempo prima delle stragi e precisamente nel 1987, quando cioè si cominciò a capire che la fine della Guerra Fredda avrebbe aperto le porte anche in Italia a un sistema politico bipolare. E’ nel 1987 che comincia a comparire la strana attività stragista dei fratelli Savi. E’ dal 1987 che cominciano a costituirsi i fondi neri del Sisde per iniziativa del ministro degli interni Scalfaro. E’ dal 1987 che il Ministero degli Interni Scalfaro comincia a intervenire nel pagamento dei riscatti per sequestro di persona eseguiti dalla ‘Ndrangheta, allo scopo di rafforzarla e di finanziarla. Come è buona tradizione democristiana a partire dal 1992 o forse prima con le stragi dei Savi, si pensò di accompagnare e di far sostenere questo disegno politico da una strategia della tensione, o se non proprio da un sorta di destabilizzazione, la quale doveva soprattutto discreditare e indebolire il nuovo partito che stava venendo alla ribalta nelle regioni del Nord e che erodeva il consenso della Democrazia Cristiana, la Lega Nord. Il modo? Far costituire anche a Cosa Nostra un partito separatista e poi con quello eseguire delle stragi di inermi e di innocenti in modo da discreditare l’idea del separatismo in sè. E’ la Sinistra Democristiana che si attiva in questo senso, contattando come è stata prassi nelle tante strategie della tensione che sono state sperimentate nei tempi passati, due estremisti di destra che sono nella specie Enzo Ciolini e Paolo Bellini, già a disposizione dei Servizi Segreti, i quali intanto hanno costituito una costola separata diretta dal capo della Polizia Parisi, che si muove autonomamente dalla costola ufficiale dei Servizi che invece dal 1989 va sotto l’egida di ministri dorotei o andreottiani come Gava e Scotti o di agenti della stessa corrente politica come Bruno Contrada e lui Lombardini. Si ricorderà che – sempre in passato – la strategia della tensione è stata delegata a esponenti della destra criminale ed extra-parlamentare. Ma prima occorre scongiurare l’elezione a presidente della Repubblica di Giulio Andreotti, il quale ha in tasca un accordo con la Lega Nord e dunque ha i voti necessari per diventare presidente della repubblica. Per fare questo si pensa di boicottare il buon esito del maxi-processo in Cassazione, in modo da creare una rottura fra Cosa Nostra e Andreotti. In secondo luogo si pensa di eseguire dei delitti che suonino come avvertimento o come sbarramento per Andreotti affinché rinunci a candidarsi alla carica di Presidente della Repubblica. Per la prima cosa vengono in soccorso degli stragisti democristiani alcuni pezzi del PDS. Perché il PDS ha in mano un giudice di Cassazione che all’occorrenza può fare anche il Presidente del Collegio che giudicherà Cosa Nostra. Questo giudice si chiama Arnaldo Valente, il quale diviene presidente del collegio di Cosa Nostra su sollecitazione del ministro Martelli, il quale sollecita personalmente il primo presidente della Cassazione Franco Brancaccio a spostare Valente dalla seconda alla prima sezione e dunque a giudicare il maxi-processo di Cosa Nostra. Mi sorprende quindi che oggi Massimo Ciancimino tessa l’elogio di Martelli perché il primo traditore di Cosa Nostra, di cui suo padre aveva fatto parte a pieno titolo, fu proprio Martelli, il quale eletto a Palermo grazie a un accordo con Cosa Nostra poi le si rivoltò contro, senza un plausibile motivo, se non quello di propiziare una sua più celere carriera politica all'interno del nuovo schieramento di centro-sinistra nel quale era passato o si illudeva di poter passare. Per conseguire il secondo obietttivo (uno o più delitti che suonassero come avvertimento o come sbarramento per la non elezione del sen. Giulio Andreotti a presidente della Repubblica, gli stragisti del PPI (non so se anche qeulli del PDS) ricorsero al delitto Lima e alla strage Falcone che dunque furono anch’essi concordati fra stragisti del PPI e Cosa Nostra. Quindi è ben inutile che Mancino e Violante vogliano oggi spogliarsi delle vesti di ideologi dello stragismo o comunque di un passaggio violento dalla Prima alla Seconda Repoubblica e attribuire queste stesse vesti a Dell'Utri, che non c'entra un c......, perché Dell'Utri nel 1992 (e almeno fino al 2 novembre 1993, giorno in cui incontra Mangano) non ci pensava proprio di entrare in politica ed era unicamnte impegnato a raccogliere pubblicità per Mediaset. Già a marzo 1992, dopo l'attentato di Lima, Mancino e Violante pur essendo politicamenti dei signor nessuno, erano cercati da tutti e tutti volevano interloquire con loro. E' lo stesso Violante ad ammetterlo. Vedasi al riguardo il seguente post: [diariopernondimenticare.blogspot.com] Per Mancino invece ci sono le parole di Brusca e Cinacimino c'è quella strana urgenza manifestata da Scalafaro per farlo diventare ministro degli interni nel giugno 1992, c'è la convocazione di Paolo Borsellino il 1° luglio 1992 al Viminale poi non seguita – dice lui – da alcun incontro e tutta uan serie di altri riscontri che lo inchiodano alla croce della responsabilità come e peggio di Cristo. Per Violante la situazione è più sfumata perchè - pare - egli non ha voluto dare alcun segno di asenso all'esecuzione delle stragi. Ora l’attenzione di tutti si concentra nei passaggi che avvennero tra il finire del 1992 e l’inizio del 1993 allorchè Ciancimino e Riina vennero arrestati, e, si dice e si sostiene da tempo, furono venduti agli stragisti da Bernardo Provenzano. Anche qui deve essere chiara una cosa. Cosa Nostra ha sempre avuto un doppio vertice. E dopo la cattura di Riina il secondo vertice di Cosa Nostra oltre Bernardo Provenzano divenne Antonino Gioè. Per cui se per sete di potere o per qualche altro perverso e bisimevole motivo qualcuno ha venduto Riina allo Stato, questi non può che essere stato il suo successore Antonino Gioè, che operava insieme a suo cugino Francesco Di Carlo. E questo ha anche una sua spiegazione. Paolo Bellini il quale già a metà 1992 si era proposto a Mori tramite il maresciallo Tempesta come possibile referente dello Stato che doveva interloquire con Cosa Nostra, a dicembre 1992 aveva rafforzato e consolidato i suoi rapporti con Gioé e quindi meglio di tutti gli altri poteva teleguidare Cosa Nostra nelle successive fasi della strategia stragista. Questa strategia però a marzo 1993 subì una fase d’arresto. Che senso dare infatti alle parole di Karol Woitila sceso appositamente in Sicilia per scagliare un anatema contro Cosa Nostra? In un passaggio del suo discorso Woitila sembra riferirsi proprio alle stragi: “Non permetterò - dice – che sia sparso altro sangue di vittime innocenti”. La Democrazia Cristiana è stata sempre molto sensibile alle direttive del Papa per cui tutto quello che avviene dopo può essere una conseguenza di questo imprevisto cambio di programma. La strage dell’Olimpico sarà per ben due volte programmata, preparata poi non più eseguita, il 31 ottobre 1993 e il 6 febbraio 1994, segno questo di un braccio di ferro fra coloro che volevano ugualmente perseguire una strategia stragista e coloro i quali invece, data la contrarietà del Papa, volevano invece abbandonarla. Poi è prevalso il partito dell'abbandono sicuramente perchè non Dell'Utri ma il sistema aveva trovato un'intesa e aveva delegato Dell'Utri a gestirla. E il sistema non era solo Cosa Nostra. Ma anche qualche pezzo di Magistratura. Artemide. |
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