ECCO LE PERSONE AFFIDABILI CHE PIACCIONO AI MAGISTRATI
Scritto il 21/11/09 alle 12:52:56 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Giustizia e IngiustiziaHa ucciso 49 volte. Grigoli arruolato come teste anti-Cav
L’asso nella manica numero tre contro Marcello Dell’Utri nella nuova inchiesta sulle stragi, è un super personaggio. Si chiama Salvatore Grigoli, killer del mandamento di Brancaccio. Come accade in ogni storia di mafia, gli assassini sono emeriti sconosciuti e noti solo per la luce riflessa dalla gente che hanno ammazzato.

Grigoli, al di là di un medagliere di morte che conta quasi 50 omicidi e appena due anni di pena scontati, era specializzato nel far fuori innocenti. Don Pino Puglisi, il sacerdote dell’antimafia, primo tra tutti. Se non bastasse Grigoli si è autodenunciato “responsabile morale del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo”, il bimbetto di 11 anni che Brusca buttò in un bidone di acido per mandare un segnale a tutti: non seguite Santo Di Matteo che parla di Capaci agli sbirri.

Grigoli faceva coppia con Gaspare Spatuzza per predisporre l’esplosivo delle stragi.
Oggi Grigoli accusa Dell’Utri
. Alza la palla contro Berlusconi raccontando ai Pm Crini e Nicolosi di Firenze episodi che legano il fondatore di Publitalia ai fratelli Graviano. È un colpo di pennello che si infila alla perfezione nelle cangianti versioni cromatiche che sulle stragi ci vengono offerte da quando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati uccisi. Dopo Spatuzza e Massimo Ciancimino, Grigoli ora racconta. Sull’attendibilità di quanto dice, saranno i giudici a valutare.

A noi sorprende che questo collaboratore abbia bisogno di 12 anni per verbalizzare, per “sciogliere una riserva” come si legge nell’illuminante verbale che trovate in queste pagine. Liberarsi, affrancarsi da un ricordo, insomma pronunciare il cognome che si auto riproduce come per generazione spontanea sulle labbra di molti: Dell’Utri. Certo i Pm rimangono stupefatti. E lui serafico non si scompone: «Mi chiedete come mai solo oggi abbia tenuto a sciogliere quella riserva» - già ce lo si chiede, se non dispiace -, «E io vi dico che nelle mie dichiarazioni ho detto sempre la verità. Però, una cosa è parlare di un omicidio, fornendo tutti i necessari riscontri, altra cosa è parlare di queste tematiche. In sostanza ho sempre temuto che affermazioni come quella che ho fatto stamani potessero finire col far mettere in dubbio le mie precedenti dichiarazioni». Anche Buscetta aveva qualche dubbio su Andreotti ma erano di natura ben diversa.

La posizione di Grigoli è curiosa: ricostruisco gli omicidi ma nulla vi dico delle politiche criminali dell’onorata società perché non mi credereste. Ora invece è sicuro che gli crederanno perché il clima è cambiato: un pentito deve essere meteopatico per trovare conforto e consenso nei pubblici ministeri?

 Infatti arriva l’affondo: «Certamente quando Nino Mangano mi riferiva di questo contatto politico con Dell’Utri era all’epoca delle stragi (che, nda) erano fatte per indurre lo Stato a scendere a patti...». «Mio padre mi face capire – è il sunto delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino – che dopo di lui, Dell’Utri venne considerato come persona ideonea e di fiducia per continuare la trattativa tra Cosa Nostra  e Stato». Anche perché il messaggio sintetizzato da Spatuzza che arrivava dal boss, da Giuseppe Graviano era eloquente: «è bene che ci portiamo dietro un po’ di morti così chi si deve muovere si dà una smossa».

I dubbi sui racconti sono legittimi e andranno chiariti. Soprattutto se si vanno a confrontare le parole di Spatuzza con quelle di Grigoli che non si adagiano sulla stessa verità. Per la presunta strage che Cosa Nostra voleva compiere allo stadio Olimpico, come segnale forte allo Stato, i conti non tornano. Spatuzza la colloca nel 1994, Grigoli nell’autunno dell’ anno prima.

 E siamo solo agli inizi. Aspettiamo il prossimo che scioglierà riserve su mafia&politica per saperne di più. Il procuratore aggiunto Antonino Ingroia per scrivere una pagina di verità e non di politica non dovrebbe solo evitare i palchi dei partiti politici ma anche evitare di infilarsi nell’allestendo premiato pentitificio. Una catena di montaggio che nelle aule e in Italia finora ha assicurato solo disastri.

http://www.libero-news.it/blogs/view/908

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