VIOLENZA SULLE DONNE PRIMA ANCORA CHE NASCANO
Scritto il 27/11/09 alle 11:51:00 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Cronaca e AttualitàAsia, in aumento l'aborto selettivo. In India le donne intervistate dicono di temere il disprezzo sociale nel caso diano alla luce una bambina
MILANO - Nella giornata in cui in Italia il presidente della Repubblica ha lanciato il suo messaggio per la giornata contro gli abusi nei confronti delle donne, in grandi parti del mondo la violenza viene consumata addirittura prima che nascano. In tutta l’Asia e in particolare in India (non più solo in Cina) è in forte aumento l’aborto selettivo nei confronti delle femmine, indipendentemente - è questa la novità - dal ricorso all’aborto per il controllo demografico. La denuncia compare in un nuovo rapporto di Action Aid (in collaborazione con l’International Development Research Centre - IDRC), intitolato «Disappearing daughters», che ha fotografato un fenomeno crescente di selezione eugenetica a base sessuale. Secondo il rapporto dieci milioni di bambine sono state abortite in India negli ultimi vent’anni. Secondo la rivista scientifica The Lancet sono 500mila ogni anno.

TECNICA DEGLI ULTRASUONI - Il rapporto ha riguardato 5 distretti dell’India: Kangra nel Himachal Pradesh, Morena nel Madhya Pradesh, Dhaulpur nel Rajasthan, Rohtak nel Haryana e Fatehgarh Saheb nel Punjab. Rispetto al censimento del 2001, nei cinque distretti esaminati, il numero delle bambine rispetto ai maschietti tra gli 0 e i 6 anni è in diminuzione. Nelle aree dove è più difficile accedere a tecnologie sanitarie e a indagini prenatali è più probabile che le bambine nascano, anche se è meno probabile che poi sopravvivano. Anche nelle famiglie meno numerose è in aumento l’avversione alle bambine. Le leggi che vietano l’aborto selettivo sono ignorate e la tecnica degli ultrasuoni è ampiamente adoperata per la selezione sessuale dei nascituri, a prescindere dal controllo delle nascite. Il che vuol dire che i feti vengono eliminati perché femmine e non perché la gravidanza è di per sé indesiderata. Quel che è ancora più grave è che si tratta di una scelta "culturale". Lo sviluppo economico non ha infatti diminuito la tendenza a preferire figli maschi.

DISPREZZO SOCIALE - L’aborto selettivo si spiega anche con il disprezzo riservato a una donna che non abbia figli maschi. La pressione sulla donna affinché metta al mondo eredi maschi è enorme. Le donne intervistate da Action Aid dichiarano che temono moltissimo il disprezzo sociale nel caso che diano alla luce una bambina. Le pubblicità delle diagnosi prenatali con ultrasuoni dicono "Spendi 500 rupìe oggi per non spenderne 50.000 domani": la selezione prenatale è vista come un investimento, nonostante la legge del 1994 la vieti. Mentre un maschio porta ricchezza in una famiglia, una femmina è una spesa. Spetta ai figli provvedere al mantenimento dei genitori in età avanzata. L’incremento della diminuzione del numero delle bambine in concomitanza con l’invenzione delle tecnologie di diagnosi prenatale degli anni Ottanta non è casuale.

«LE FIGLIE SONO UN PESO» - Ecco la testimonianza di una donna di Rohtak, Haryana, 25 anni, sposata, già con una figlia, raccolta nel rapporto di Action Aid e pubblicata nel primo «Rapporto internazionale sulla dottrina nella Chiesa nel mondo», uscito in questi giorni a cura dell'Osservatorio internazionale cardinale Van Thuân. «Quando rimasi incinta per la seconda volta - racconta Haryana - dissi a mio marito che se fosse stata un’altra bambina avrei abortito. Feci la risonanza magnetica e mi dissero che era una bambina. Ho pagato 500 rupìe (5 sterline) per un’altra risonanza. Quando mi fu confermato che era una bambina, spesi 3.000 rupie (35 sterline) per abortire. Dissi a mio marito che questa società non apprezza le donne e non voglio metterne al mondo un’altra. Le figlie sono un peso per la famiglia. Devono sopportare violenza in ogni ambito della vita. Quando compiono il minimo errore esse e la loro famiglia ne devono sopportare le conseguenze. Quando partorii la mia prima figlia, tutti mi compatirono. Tutti mi dissero che avrei dovuto non averla. La derisione della società per il fatto che non avrei avuto un maschio mi ha spinta ad abortire. Non avevo scelta. Conoscendo il tormento che la mia bambina avrebbe dovuto sopportare dopo la sua nascita, ho pensato che era meglio che morisse».

IL 50% DI POSSIBILITÀ - Mentre all’aborto si fa sempre più ricorso per evitare di avere delle figlie, l’abbandono delle bambine, nelle comunità prive di accesso alla diagnosi prenatale, è un’altra causa della distorsione demografica nel rapporto tra maschi e femmine. Nelle zone rurali più povere dell’India si adoperano altri sistemi, altrettanto poveri e disperati, per sbarazzarsi delle bambine, come rendere infetto il cordone ombelicale. Spendere denaro per la salute o l’alimentazione delle bambine è considerato uno spreco. Gli indici di sopravvivenza delle primogenite sono in aumento, ma mentre le famiglie si assottigliano e i genitori vogliono meno figli, le possibilità di sopravvivenza delle secondogenite e terzogenite crolla. La terza figlia ha solo il 50% di possibilità di sopravvivere rispetto a un figlio maschio.

Maria Antonietta Calabrò
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_25/violenza-donne-rapporto-action-aid-calabro_22bd18d4-d9e7-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml

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