Armando Manocchia risponde a Fulvio Andalò |
| Scritto il 20/12/09 alle 12:15:10 GMT pubblicato da Armando_Manocchia |
Armando Manocchia ribatte punto per punto all’editoriale del maestro di democrazia nonché direttore del settimanale Sabato Sera Fulvio Andalò che, ahi noi, non esprime la sua solidarietà al Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi La mia solidarietà Mi dissocio. Non porgo la mia solidarietà a Berlusconi (non si preoccupi, le assicuro che ce ne faremo una ragione). La porgo invece ai giornalisti di Repubblica, (poverini, ne hanno veramente bisogno) rei di fare ogni giorno il loro mestiere (ovviamente lei parla per sé, perché fa un mestiere che non è il suo); alla proprietà di tale giornale (poveretto), il gruppo l’Espresso (poverelli, ma sarebbe più corretto dire al Partito dell’Espresso), raro esempio di indipendenza (raro sicuramente, indipendente, appena appena un po’ meno) in questo Paese (ma, con quali sostanze si sconvolge?); a Marco Travaglio, il giornalista e scrittore (lo ha meglio definito Sgarbi) che si ostina a rammentare agli Italiani (sarebbe meglio dire "che a spese degli italiani fomenta la campagna d’odio") la non illibatezza giudiziaria del premier (Travaglio si comporta più da pdm che da pm); ai giornalisti di Annozero (vuol dire ai servi del Pdo il Partito dell’Odio), che pur stando in Rai non interpretano il ruolo di zerbini (lei sa bene cosa vuol dire, Direttore, non è vero?).. Sono i componenti, assieme ai giudici (comunisti) e a Di Pietro (il giudice di mani pulite con le mani sporche! Fareste bene a domandarVi come ha fatto, questo essere spregevole dal 94 ad oggi a diventare milionario?), della lista di proscrizione rabbiosamente elencata da Cicchitto, capogruppo Pdl alla camera (lei invece come li definirebbe coloro che fanno processi mediatici sulla pelle degli altri?). Una nuova lista, che fa seguito ad altre liste che in passato hanno portato alla epurazione di voci di libertà (solo un ipocrita può dire che costoro non sono voci di libertà), come quella di Enzo Biagi (soltanto un utile idiota può paragonare il grande Enzo Biagi a questi sinistronzi e fancazzisti che vivono alle spalle dei contribuenti italiani). Dopo il grave fatto milanese (grave per tutti, ma non per uno come lei), il ministro Maroni ha annunciato restrizioni ala possibilità di esprimere il dissenso in piazza durante i comizi (non solo lei è ipocritamente scorretto in quello che dice ma è anche falso). Per preoccuparmi, non scomodo il Ventennio (visto che ci siamo lo faccia. Io politicamente ho un rating con la tripla A, Anticomunista, Antifascista e Antislamista. Però visto che c’è, parli anche del comportamento di quei bastardi che stavano dalla sua parte). Mi basta pensare a Scelba e ai celerini di pur repubblicana memoria (continui pure, quelli la salutano con il dito medio e le danno in premio il più lungo dei tre). Quindi d’ora in poi niente più fischi all’oratore (i fischi oltre che un incubo per il suo Prodi, - che pare sia andato addirittura dallo psicanalista per questo – sono un’espressione di dissenso che può liberamente manifestare chiunque), solo applausi. Ecco come si fa, ad essere amati dal popolo. Lukaschenko docet (costui, appartiene alle radici della vostra storia e non certo a di quella di Berlusconi non trova?). La mia solidarietà va poi a tutti quei parlamentari - di destra, di centro e di sinistra - che avrebbero voluto discutere la legge finanziaria (banale e scontata retorica). Li abbiamo eletti per questo (li abbiamo eletti è un eufemismo). E invece non hanno potuto esercitare il loro ruolo perché, per l’ennesima volta (lo chieda ai consiglieri comunali, provinciali e regionali delle regioni rosse se possono fare altrettanto), il Governo ha posto la fiducia (stranamente, per un democratico come lei, è una prerogativa prevista, o si è già dimenticato quando la usavate voi?), impedendo così il dibattito e la possibilità di modificare tale provvedimento (chi le dice che senza la fiducia il provvedimento sarebbe stato modificato?). Un provvedimento che finanzia l’acquisto di auto e lavatrici che incentiva le ristrutturazioni di case, ma che mette in discussione le risorse destinate all’imprenditoria minore (se è vero che ci tenete che la legge sia uguale per tutti, perché i cooperatori come lei, accettano di godere di vantaggi eccezionali rispetto ai concorrenti?). Quella che non ha alle spalle gruppi parlamentari fittizi o grandi finanziatori interessati (bravissimo, esattamente come li avete voi cooperatori). La mia solidarietà va quindi a quelle voci di pluralismo che inevitabilmente si spegneranno e ai giornalisti che perderanno il lavoro (pura demagogia: nessuno di questi perderà il lavoro per un motivo molto semplice, “servono come cattivi esempi” e poi, ammesso che si possa definire un lavoro, quello di calunniare le persone e per il quale vengono addirittura pagati esageratamente con soldi pubblici). La mia solidarietà va infine al presidente del Pd, Rosy Bindi la parlamentare (più che parlamentare è un chiacchierona) oggetto qualche mese fa di pesante ironia da parte del presidente del Consiglio (l’ironia va bene solo quando è di sinistra? Accetti anche quella degli altri: “Se è un uomo venuto male che colpa ne ha Berlusconi?”). La mia solidarietà va a lei, censurata (più che censurata ha pestato un Travaglio) per aver avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano (non è solo la Bindi a dire quello che tanti pensano, ciò nonostante lei, direttore, non si è mai scomodato tanto): e cioè che se oggi nel Paese c’è un clima di inciviltà, la responsabilità va imputata anche al presidente del Consiglio e al suo modo di interpretare il confronto politico (sono d’accordissimo con lei sull’anche, ma mi auguro convenga con me che, oltre l’anche, la responsabilità è solo vostra! E le spiego anche perché). Infatti direttore, in questo suo editoriale, lei esprime la sua più ferma condanna per il violento gesto di uno squilibrato(?). Gesto che ha profondamente ferito il nostro Paese e molto gravemente il Presidente del Consiglio On. Dott. Silvio Berlusconi. Nel suo editoriale, e come si fa di solito si fa negli editoriali, lei stigmatizza l’episodio con l’auspicio che un fatto così grave possa portare ad una pacata riflessione sul dibattito politico in Italia. Dal suo editoriale si evince benissimo come lei ha preso atto delle parole del Presidente Napolitano, il quale invita tutti ad abbassare i toni evitando l’esasperazione della politica. Nel suo editoriale, propone una seria riflessione su quali siano i capisaldi fondamentali della nostra democrazia (scusi se mi permetto di dire anche nostra), sul ruolo di Istituzioni salde con particolare riguardo a quelle titolari dei poteri dello Stato e rappresentative delle sue unità e responsabilità di tutti, impegnandosi fattivamente perché il Presidente della Repubblica On. Dott. Giorgio Napolitano, il Parlamento, il Governo, la Magistratura ecc, siano percepiti come valori assoluti, costitutivi della convivenza democratica delle nostre comunità. In una democrazia consolidata le Istituzioni (quindi anche e/o soprattutto il Presidente del Consiglio) e ciò che rappresentano, sopravvivono alle persone e si rispettano indipendentemente da chi ricopre l’incarico. Complimenti, veramente un bell’editoriale! A questo punto mi si obietterà (soffre di solitudine? Se le fa e se le dice): e al premier martire della democrazia? No a lui no. Bastano le parole di Napolitano presidente di tutti noi. Non aggiungo altro (è meglio, perché non se ne è reso conto ma si è infilato in un cul de sac). Non sono ipocrita (mi dispiace, ma lo è e lo sa anche lei, perché è proprio il suo subconscio che le fa dire “non sono ipocrita” proprio perché lo è), né buonista (eh no! Vale quanto sopra detto riguardo all'ipocrisia e aggiungo che è la vostra principale caratteristica). Non mi faccio cooptare tra i solidarizzanti (sopravvivremo). Sono cooperatore e di sinistra (per quanto riguarda i cooperatori non ho nulla da eccepire se non il fatto che godete di leggi ad cooperativum). E come la Bindi, non dimentico le offese ricevute (per quanto mi riguarda non ho intenzione di offenderla e, se così fosse, mi scuso anticipatamente, ma non dimenticare le offese significa essere autolesionisti e vendicativi, altra caratteristica che non è dei destronzi ma dei sinistronzi). Lui, la mia solidarietà, non l’ha meritata (lo penso anch’io, spero vivamente che se ne faccia una ragione). Però ho un dubbio (tutto mi sarei aspettato da lei all’infuori del fatto che potesse nutrire anche dei dubbi): in quest’Italia posso dissociarmi senza, per questo, essere accusato di lesa maestà o istigare alla violenza (di lesa maestà certamente NO, perché non siamo in monarchia, di istigare alla violenza SI perché queste mie risposte che riconosco forti e forse anche violente sono scaturite dal suo editoriale)? Direttore, in nome di quella libertà di informazione per cui siete scesi in piazza in pompa magna per difendere la libertà di stampa, cioè di cronaca e di critica e in nome della libertà di espressione, quella che gli pseudo giornalisti che ella fieramente sostiene, in nome della quale sono pronti a “difendere in sede civile e penale l’onorabilità delle testate che rappresentano e che in questi mesi hanno assunto posizioni estremamente rilevanti in termini di diffusione e di autorevolezza”, se con le sue palle non ci ha ancora fatto l’albero di Natale, abbia almeno la coerenza di pubblicare il punto di vista di chi fortunatamente non la pensa come lei. Armando Manocchia • Fulvio Andalò direttore@sabatosera.it • Armando Manocchia www.unaviaxoriana.it |
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