GUAI AI MAGISTRATI CHE TOCCANO LA SINISTRA
Scritto il 02/01/10 alle 12:34:34 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Giustizia e IngiustiziaLa sconvolgente storia del magistrato di Francavilla Fontana Maria Clementina Forleo
In questo mese di dicembre due fatti inquietanti si sono verificati in danno del giudice Maria Clementina Forleo, nativa di Francavilla Fontana, ora in servizio presso il Tribunale di Cremona, ma un tempo notissimo g.i.p. presso il Tribunale di Milano, ove si occupava della nota inchiesta sulle cosiddette scalate bancarie e in particolare dell'inchietsa che riguardava l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, prossimo presidente dello IOR.

Martedì 29 dicembre 2009 è scomparso dal Tribunale di Brindisi il fascicolo che riguardava l’incidente stradale in cui rimasero uccisi i suoi genitori Gaspare Forleo e Stella Bungaro, avvenuto il 25 agosto 2005.

Venerdì 4 dicembre u.s. sulla autostrada per Milano all’altezza del casello di Lodi, mentre il magistrato tornava a casa a Milano, proveniente dal Tribunale di Cremona, ove aveva prestato servizio, un automobilista che la precedeva, ha improvvisamente cambiato corsia tagliandole la strada e quindi l’ha costretta a una brusca e improvvisa manovra diversiva, che l’ha mandata a schiantarsi con estrema violenza contro il guard-rail.

Se la giudice Forleo è ancora viva, con lo zigomo e la mandibola fratturate, lo deve all’airbag. Il pirata è fuggito.

Si potrebbe pensare a un semplice atto di pirateria stradale se non fosse che questo ennesimo incidente va ad aggiungersi a tutta una seria di altri inquietanti incidenti stradali che costellano la storia di questo sfortunato e coraggioso magistrato.

Tutto cominciò quando la Forleo ebbe a occuparsi di un’inchiesta scottante: l’inchiesta Antonveneta uno dei filoni di indagine del caso che va sotto il nome di “scalate bancarie”, illeciti di varia natura di dirigenti di banche nostrane interessati ad acquisire a tutti i costi la BNL e l’Antonveneta con la privatizzazione e a superare la concorrenza - più forte - di banche straniere. L’azione della dott.sa Forleo è in quell’occasione particolarmente determinata: ravvisati gli illeciti, sequestra i titoli della Banca Antonveneta, arresta Fiorani, presidente della Banca di Lodi, mette sotto controllo il telefono del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, ne determina l’incriminazione e l’espulsione dai vertici della Banca. E tutte queste iniziative stroncano inesorabilmente il tentativo del Banco di Lodi e (ahimè;) della Banca d’Italia di acquisire con strumenti illeciti la Banca Antonventa già Banca Antoniana del Veneto.

Ma questo rigore in difesa della legge da parte della Forleo è una cosa che deve aver dato fastidio a qualche potente.

Il 25 Agosto 2005, la Forleo perde entrambi i genitori in uno primo strano sinistro stradale. L’incidente si verifica la sera alle ore 20.00 sulla provinciale Francavilla-Sava nel tratto che si trova in provincia di Brindisi. Un fuoristrada Toyota, condotto dal medico tarantino Salvatore De Bellis, impatta violentemente a un incrocio contro la Rover sulla quale viaggiavano Gaspare Forleo, di 77 anni, sua moglie Stella Bungaro, di 75, padre e madre del magistrato e il dott. Franzoso, marito della dott.sa Forleo. I primi due muoiono sul colpo, il terzo finisce in coma ma fortunatamente si riprende.

Potrebbe essere un incidente come tanti altri. E invece e' un sinistro sospetto perche' è preceduto da inquietanti segnali, da lettere, da telefonate anonime, da danneggiamenti che si sviluppano secondo questo impressionante crescendo: 5 maggio 2005: viene distrutta una villa di campagna dei Forleo a Francavilla Fontana; 20 giugno 2005: viene incendiato l'intero raccolto di foraggio dell'azienda agricola di famiglia; 21 luglio 2005 la Forleo riceve una lettera in cui si dice: "Andrai dietro la bara dei tuoi genitori. E poi toccherà anche a te". Il 25 agosto 2005, appena 34 giorni dopo, l’incidente stradale mortale, praticamente profetizzato. Se l'auto della Forleo non avesse avuto l'air bag sarebbe stato profetizzato anche il secondo incidente stradale quello occorso venerdì 4 dicembre u.s. Ma d'altra parte è facile essere profeti di sventure quando si fa parte dei servizi segreti paralleli.

In quelle settimane la Forleo si stava occupando della scalata bancaria Antonveneta. Così, quando accade l'incidente, la prima cosa a cui ella pensa è un sabotaggio dell'auto. Il 30 agosto 2005 (quindi cinque giorni dopo il sinistro) la Forleo riceve un'altra lettera di "felicitazioni" per il grave lutto, accompagnata da un proiettile calibro 38.

Il Magistrato però non si lascia intimidire. Fa una denuncia alla Procura della Repubblica di Brindisi e chiede che vengano fatte ricerche sui tabulati delle telefonate minatorie arrivate alla famiglia, prima del sinsitro.

Senza ipotizzare l'incidente doloso, la dott.sa Forleo chiede che si scoprano gli autori delle telefonate. Accertarlo è semplice. Basta acquisire i tabulati telefonici dei genitori e dei numeri chiamanti e poi intercettare questi ultimi.

Le indagini vengono affidate dal Procuratore Capo Giuseppe Giannuzzi al giudice Alberto Sattacaterina e da questi delegate al Tenente dei Carabinieri Pasquale Ferrari.

Ma dopo due anni (2007) la Forleo scopre che le indagini non sono mai andate avanti. Non è stata infatti identificata alcuna utenza. Non è stato fatto alcun accertamento. Il PM titolare dell’inchiesta (Sattacaterina) sostiene, contrariamente al vero, che dai tabulati non risultano telefonate indirizzate ai Forleo e quindi sta chiedendo l’archiviazione dell’esposto. Peraltro ai Carabinieri Sattacaterina ha chiesto solo i tabulati. E i carabinieri hanno fatto ancora meno: si sono limitati ad acquisire i tabulati che partivano da casa Forleo, non quelli - fondamentali - delle chiamate in entrata. Cioè praticamente non hanno fatto nulla.

Com’è normale che fosse fra la Forleo e il tenente Ferrari nasce un piccolo battibecco: “si vergogni di indossare la divisa” – dice la Forleo.

E qui si verifica un secondo fatto inquietante. Perché a questo punto, Sattacaterina e Ferrari, colti in castagna, anziché colmare velocemente i vuoti dell’indagine, tentano di trasformare la Forleo da parte lesa a imputata. E soprattutto cercano di farla passare per una matta e per una visionaria.

Il 14 agosto 2007, alla vigilia di Ferragosto, mentre il procuratore capo di Brindisi Giannuzzi e tutti i giudici del Tribunale sono in ferie, il tenente Ferrari presenta una denuncia scritta contro la Forleo, per la telefonata (“si vergogni di indossare la divisa”) e guarda caso, proprio quand'è di turno il pm Antonino Negro, amico dell'ufficiale Ferrari e del pm Santacatterina. Questi assegna a se stesso il fascicolo. Non potrebbe farlo perchè non si tratta di una questione urgente. E quindi il fascicolo dovrebbe essere assegnato successivamente ad altro magistrato secondo il sorterggio. Ma egli se lo assegna ugualmente.

Archiviata la denuncia della Forleo – così si pensa – restarà in piedi solo la querela di Ferrari contro la Forleo. E quindi non solo non ci sarà più alcuna indagine sulle gravissime minacce subite dai genitori della Forleo prima di morire, ma la Forleo diventerà da accusatrice, accusata per ciò che ha detto per telefono al tenete Ferrari.

Il diavolo però fa le pentole ma non i coperchi. Questo piano trova un intoppo: il gip di Brindisi respinge la richiesta di archiviazione della denuncia della Forleo e ordina a Sattacaterina indagini più approfondite. Che però non vengono fatte. Perché il dott. Alberto Sattacaterina di questo processo proprio non ne vuole sapere. Quei tabulati non li vuole acquisire. O meglio non li può acquisire perché le telefonate appartengono a un agente dei servizi.

Quando lo scopre Sattacaterina va da Giannuzzi per liberarsi del fascicolo. Ma Giannuzzi gli intima di mantenerlo e - ovviamente - di non fare indagini. E' per questo che è nervoso Sattacaterina. Quando lo contatta l'avvocato della Froleo lo manda a quel paese. "la Forleo ci sta rompendo i c........!" - dice.

Ma come!

Una è parte lesa e il giudice cui si rivloge le dice: "Mi stai rompendo i c........!"

Intanto la dott.sa Forleo inoltra un esposto alla Procura della Repubblica di Potenza. Il fascicolo è assegnato a un ottimo magistrato il dott. Feridnando Esposito, il quale ascolta tutta la trama e rimane scandalizzato dalla vicenda. Quindi non solo apre un fascicolo a carico dei due pm di Brindisi coinvolti (Alberto Santacaterina e Vincenzo Negri) e del tenente dei Carabinieri Pasquale Ferrari ma formula a loro carico ipotesi di reato pesantissime: frode processuale, induzione a commettere reati, calunnia, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, associazione per delinquere per tutti e tre e a Sattacaterina contesta anche il reato di falsità ideologica perché, nel chiedere l'archiviazione, «attestava falsamente» di avere «acquisito ed esaminato i tabulati» e di non aver trovato «telefonate utili alle indagini» quando ciò non era vero.

Inoltre secondo una ricostruzione dei fatti contenuta in un'audiocassetta "esplosiva", registrata dalla Forleo attraverso captazioni di conversazioni, i p.m e il tenente avrebbero cercato di "rimediare" il papocchio querelando la Forleo e si sarebbero accordati per presentare la querela quando in Procura fosse stato di turno il pm Negro. Insomma una bomba. Il dott.Esposito fa anche un mezzo pensiero a un mandato di cattura a carico di Sattacaterina.

Al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Lecce la Forleo chiede intanto di avocare l'inchiesta di Negro. Il quale, per tutta risposta, continua a tenere il fascicolo presso di sè, chiude le indagini a tempo di record e la rinvia a giudizio per minacce al tenente Ferrari, reato dal quale la Forleo sarà poi assolta.

Si vorrebbe a questo punto che tutto il quadro istituzionale si stringesse attorno alla Forleo per le minacce subite, per le tante intimidazioni, per la strana morte dei due genitori, per gli atteggiamenti di Sattacaterina e Negro.

E invece no!

Il Consiglio Superiore della Magistratura presieduto dal senatore Nicola Mancino le si rivolta contro!

E anziché aprire una pratica contro i colleghi negligenti avvia una procedura disciplinare contro di lei con richiesta addirittura di trasferimento per avere screditato integerrimi colleghi e ufficiali «con accuse infondate» e per aver assunto – pensate un po’! – atteggiamenti vittimistici!

Ma come!

Ma se le hanno incendiato la fattoria!

Ma se le hanno ammazzato i genitori!

Il problema è che invece quelle accuse sono fondatissime e la verità è che nemmeno il CSM di questa storia vuol sentir parlare. Per la nota assonanza del suo capo alle gesta dei Servizi paralleli.

Ora sulla strana triangolazione Ferrari-Negro-Santacatterina stava però facendo luce – come detto - il pm di Potenza Ferdinando Esposito. Ma qui avviene un altro fatto molto strano.

E molto inquietante.

Si verifica ancora una volta un grave incidente stradale che questa volta coinvolge proprio lui, il pm potentino. Fedinando Esposito. Tornando a casa dal lavoro, in Procura, a Potenza, il valente magistrato esce improvvisamente fuori strada con la sua vettura, precipita in una scarpata e riporta ferite gravissime. Se un automobilista non si fosse accorto dell'incidente sarebbe certamente morto.

Le gravi ferite lo tengono a riposo per molti mesi. Le sue inchieste si fermano e tra queste quella particolarmente importante e delicata che riguarda il rapporto fra il giudice di Francavilla Fontana Clementina Forleo, ex g.i.p. di Milano e i due pm della Procura di Brindisi, Sattacatterina e Negro.

Gli subentra in queste indagini la dott.sa Cristina Correale. Che – però - non è la stessa cosa di Esposito. Perché Sattacaterina, Negro e Ferrari vengono prosciolti già in istruttoria da tutti i reati loro contestati tranne Sattacaterina, il quale viene rinviato a giudizio, ma solo per i reati di falso e di abuso innominato in atti di ufficio.

Nonostante questo e nonostante sia chiaro a tutti che con la Forleo sono in tanti – evidentemente - a voler chiudere i conti, il 25 aprile 2009 arriva alla dott.sa Forleo una telefonata da un maresciallo dei Carabinieri, il quale la informa che il prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi, le ha revocato la tutela su Milano e che il prefetto di Cremona, Bruno di Clarafond, le ha revocato la tutela su Cremona e ha mantenuto soltanto il servizio di sorveglianza radiocollegato con il tribunale.

Tutto questo cosa significa?

Significa che Clementina Forleo viene lasciata completamente sola, secondo un’espressione cara a Giovanni Falcone.

Si muori quando si è soli, si muore quando non si hanno sufficienti appoggi, si muore quando ci si è imbarcati in cose più grandi di sé – diceva Falcone.

Venerdì 4 dicembre u.s. il penultimo episodio altamente inquietante di questa tragica vicenda: l’atto di pirateria stradale all’altezza del casello di Lodi, che a momenti la stava mandando a miglior vita a lei alla dott. sa Clementina Forleo.

Clementina Forleo viene buttata fuori strada da uno sconosciuto che dopo l’incidente si dilegua. Sattacaterina invece ha fatto carriera: da semplice P.M. del Tribunale di Brinsdisi è diventato sostituto procuratore antimafia del Tribunale di Lecce. Se si servono i Servizi si viene ricompensati.

Adesso anche la sparizione del fascicolo che riguarda la morte dei genitori.

Così vanno le cose in Italia. In questa sempre più odiosa e fetida Seconda Repubblica. Che – speriamo – possa cedere quanto prima il passo a una terza. Perché in fatto di correttezza e di lealtà istituzionale si stava molto meglio nella prima.

Artemide 2. continua

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