Imola - Un giorno senza gli immigrati
Scritto il 05/01/10 alle 11:58:45 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ImmigrazioneUn comitato imolese appoggia l'iniziativa dello sciopero della forza lavoro straniera, promossa sul web da un gruppo di donne che lavorano a Milano
IMOLA - Un giorno senza immigrati, senza le braccia e la testa dei 4,5 milioni di lavoratori stranieri che vivono nel nostro Paese “per vedere e toccare con mano cosa succederebbe se tornassero davvero a casa loro”: la proposta nasce online, da un blog e da un gruppo su Facebook, cui, in meno di un mese, hanno aderito oltre 6 mila persone, stranieri e italiani.
 
Un’iniziativa che nasce da Milano, capitale italiana dell’immigrazione, dove si trova il coordinamento nazionale, ma ci sono già diversi comitati locali, tra cui quello di Imola (sponsorizzato dal Prc) in via di costituzione. L’ispirazione, invece, arriva dalla Francia, dove é stata lanciata un’analoga forma di protesta. La data coincide con quella della manifestazione italiana, ovvero il Primo marzo 2010.
 
Le promotrici sono un gruppo di donne che lavorano a Milano: “La nostra è una battaglia per i diritti - scrivono su Facebook - contro il clima di razzismo che si respira in Italia. Un brutto clima, e non solo per chi è vittima delle discriminazioni, ma per tutti”. Su Facebook e sul blog si discute se l’astensione dal lavoro possa essere effettivamente praticabile da chi, come gli immigrati, è più facilmente ricattabile dalla minaccia di perdere il posto: “Noi ci proviamo, il nostro obiettivo è lo sciopero, chi non potrà astenersi dal lavoro potrà aderire simbolicamente in un altro modo, ad esempio astenendosi dagli acquisti oppure indossando un nastro o una spilletta”.

http://www.romagnanoi.it/News/Economia/Imola/articoli/109844/Un-giorno-senza-gli-immigrati.asp

Commenti a questo articolo:
 
 IL LAVORO NOBILITA L'UOMO (NON TUTTI)
Scritto il 06/01/10 alle 22:06:59 GMT pubblicato da Anonimo
Questo è l'unico motivo che porta questa gentaglia a difendere i clandestini e chiunque invada il nostro Paese, l'interesse privato, lo sfruttamento, il lavoro nero, il lavoro irregolare, il lavoro a rischio, il lavoro pericoloso, il lavoro precario, ed infine il lavoro regolare!

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