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Scritto il 08/02/10 alle 02:19:30 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
![]() Sul gruppo guidato da Paolo Scaroni pende, infatti, una pesantissima multa per abuso di posizione dominante, calcolata in circa 1,5 miliardi di euro. Per evitarla, l'Eni preferirebbe disimpegnarsi dalle due infrastrutture che portano gas, rispettivamente, dalla Russia e dall'Olanda. Per l'11 febbraio è fissata una riunione del cda della società e già in questa data potrebbe essere avviato il dibattito sulla cessione. La decisione definitiva seguirà l'accordo che dovrebbe essere raggiunto in extremis tra l'Antitrust europeo e il cane a sei zampe. La procedura non è ancora stata definita, ma le sorrti dei due gasdotti potrebbero prendere strade assai diverse. Per Tenp e Transitgas si dovrebbe procedere alla cessione delle società off-shore proprietarie delle infrastrutture attraverso una gara. Quanto al Tag, il Ministero dell'Economia è già intervenuto raccomandando al gruppo grande prudenza nel gestire il proprio disimpegno dalla proprietà. L'ipotesi principale, al momento, è che i diritti di trasporto relativi al gasdotto vengano girati alla Cassa depositi e prestiti (Cdp). Ma vi è anche una via alternativa: l'Eni potrebbe optare per la vendita dei gasdotti alla controllata Snam Rete Gas per poi ridurre la sua quota nella società al 25,5%, attraverso la cessione di un ulteriore 27% al Tesoro e alla Cdp. Resta da chiarire, però, se tale coinvolgimento della Cassa sarebbe bene accetto dall'Antitrust Ue. Se l'Eni scegliesse la strada della vendita potrebbe incassare un controvalore stimato in circa 1,5 miliardi di euro, casualmente la stessa cifra cui ammonta la sanzione. Oltre a consentire un forte deconsolidamento del debito, la cessione dei gasdotti potrebbe rappresentare una valida alternativa alla cessione delle quote di Snam, più volte suggerita anche dal fondo Knight-Vinke, che da tempo preme per una separazione delle attività dell'Eni. http://www.agenparl.com/23%20eni%20verso%2004.02.htm |
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