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Scritto il 08/06/08 alle 09:19:31 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
![]() ![]() Non ci sono i soldi per i cancellieri. Non ci sono i soldi per la benzina delle auto di servizio di magistrati e scorte. Non parliamo dei denari per gli uomini della polizia giudiziaria che svolgono le indagini o almeno dovrebbero farlo. Non ci sono neanche i soldi per comprare nuovi computer più aggiornati. Però i fondi per il capitolo intercettazioni telefoniche, quelli si trovano sempre: 224 milioni di euro per il 2006 e 280 milioni di euro per il 2007. Con un aumento del 20 per cento e una cifra che raggiunge ormai un terzo dell’intero bilancio annuo a disposizione di via Arenula per amministrare, si fa per dire, la giustizia. I dati li fornisce lo stesso ministero sul link delle statistiche e ci sono anche quelli su chi fa intercettare di più. E ci vuole poco a indovinare le procure più calde, basta leggere sui giornali da dove vengono le telefonate dei politici più o meno eccellenti: Catanzaro, Potenza, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Catania e Reggio Calabria. Parafrasando Cartesio, ogni procura nel suo piccolo ragiona così: “intercetto ergo sum”. Negli altri paesi le autorizzazioni vengono date solo per i reati di terrorismo e per quelli di criminalità organizzata, magari anche quella finanziaria. Certo, non per incastrare la mamma di Cogne o per sapere se D’Alema aveva o non aveva una banca. O se Mastella si incontrava o meno con Antonio Saladino per discutere di affari e politica. E nemmeno per sapere se Moggi o chi per lui si comprava le partite di calcio. E qui si viene al nodo della questione: questa mole di intercettazioni in realtà garantisce un enorme know how per tutte quelle toghe che intendono condizionare la politica e gli ambienti a essa contigui. Con una specie di talk show continuo. Il vero “grande fratello” lo fanno loro, mica Canale 5. La maggior parte delle intercettazioni che vengono depositate direttamente nelle tipografie dei giornali: riguarda infatti episodi di malcostume economico e politico, ma anche esistenziale. Con una dose di pruderie sessuale che non guasta mai. Il tutto andando a caccia di reati che prevedono nel massimo della pena, quando non passano in prescrizione, pochi anni di carcere. Ne sa qualcosa l’ex portavoce di Fini, Salvo Sottile, crocifisso perché parlava al telefono in maniera volgare di donne di presunti facili costumi. E allora cosa cavolo si intercettano a fare tutte le conversazioni private delle varie Anne Falchi, Elisabette Gregoraci e compagnia parlante? Il sospetto è che, quanto più clamorose siano le rivelazioni da Novella 2000 che si leggono sui giornali, tanto più qualcuno, dentro alla magistratura, faccia carriera o diventi il divo del momento. Senza che necessariamente tutta questa mole di chiacchiere telefoniche o ambientali costituisca reato di per sé. E pure quando lo costituisce spesso si tratta di reati di quasi nullo impatto sociale. Ai Rom che delinquono o ai microcriminali, per dire, non li intercetta nessuno. I dati parlano chiaro, in Italia ogni anno vengono disposte non meno di 100 mila intercettazioni telefoniche o ambientali e per le compagnie questo iperattivismo è una vera e propria manna: Telecom, Vodafone, Tiscali, Tre e quant’altri vengono infatti pagati a cottimo e non a forfait. Per cui quanto più si intercetta tanto più esse incassano per un servizio che in realtà dovrebbe essere quasi dovuto verso quello stesso Stato che fornisce le concessioni spesso a prezzi irrisori, ma tant’è. Un giorno scopriremo anche chi ci mangia sopra nel mercato secondario della privacy e dei suoi derivati. Per capire a che livello siamo giunti basti pensare che già nel 2006 l’Europa ci aveva ammonito: possibile che voi intercettiate 72 persone ogni 100 mila abitanti? Qualcuno dirà: in Olanda è quasi la stessa cosa perché si parla di 62 ogni 100 mila abitanti. Peccato però che gli abitanti dei Paesi Bassi siano molti ma molti ma molti di meno di quelli della nostra penisola, che sono praticamente quasi tutti a rischio cimice come in un vero e proprio stato di polizia. In Francia, per fare una proporzione più calzante, si autorizzano un quinto delle intercettazioni del Bel Paese e i cittadini le considerano già tantissime. Si torna quindi al discorso di base: in realtà ascoltare politici, vallette, procuratori dei calciatori, calciatori, mamme di Cogne, truffatori, giornalisti e portaborse non serve tanto alla giustizia, quanto al database di quella parte della magistratura che poi utilizza di fatto politicamente questa enorme dose di gossip per stare sempre alla ribalta con le proprie inchieste e fare così anche carriera. Più sull’apparenza che sulla sostanza. L’Italia è piena di magistrati che aprono inchieste per qualsiasi cosa. E hanno una caratteristica: l’apertura delle indagini è garantita la chiusura e l’esito invece no. In compenso nelle more escono tante belle chiacchierate in libertà dei soggetti indagati. Che non serviranno magari nel processo, ma per sputtanarli sulla stampa quello invece sì. E questo carosello assolutamente improduttivo dal punto di vista dell’efficienza della macchina della giustizia grava sull’intero apparato ormai in crisi cronica per un terzo del proprio budget. E’ una cosa seria tutto ciò? Dimitri Buffa ---------------------------------------------- E adesso ecco i pareri dei soliti FALSI, BUGIARDI, MA SOPRATTUTTO IGNORANTI!! Roma, 7 giu. (Adnkronos) - "L'eliminazione delle intercettazioni annunciata dal governo e' inaccettabile perche' sono uno strumento indispensabile nella lotta al crimine e per garantire la sicurezza dei cittadini". Lo afferma il capogruppo dell'Idv alla Camera Massimo Donadi. http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.2234653466 oma, 7 giu. - (Adnkronos) - "Berlusconi perde il pelo ma non il vizio. Ridurre la possibilita' di effettuare intercettazioni solo a determinati reati impedira' alla polizia e alla magistratura di scoprirne e perseguirne altri non meno gravi come le rapine, le concussioni, le corruzioni, le truffe ai danni dello Stato''. E' quanto dichiara il ministro della Giustizia del governo ombra del Pd Lanfranco Tenaglia. ''Altro che sicurezza e certezza della pena -aggiunge Tenaglia-, con questo provvedimento non si fa altro che garantire impunita' e intralciare il lavoro delle forze dell'ordine, che rischieranno addirittura di essere loro stesse incriminate, arrivando al paradosso di mettere in carcere il controllore al posto del controllato. Noi ribadiamo -conclude il ministro ombra del Pd - che siamo favorevoli ad una legge che, senza limitare lo strumento di indagine, garantisca pero' in maniera stringente la privacy dei cittadini''. http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.2234629958 Roma, 7 giu. (Adnkronos) - "La paventata stretta sulle intercettazioni telefoniche e' l'ennesima mission inaccettabile di Berlusconi e del suo alter ego alla Giustizia Alfano. Come spesso accade sotto tiro vanno la magistratura e la libera stampa". Lo afferma Pino Sgobio, della segreteria del Pdci. http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.2234811832 |
Commenti a questo articolo: |
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Scritto il 08/06/08 alle 17:18:30 GMT pubblicato da Riccardo |
Servono soltanto a sottrarre denaro dalle tasche dei cittadini per farlo finire nelle tasche dei gestori telefonici. i magistrati che dispongono intercettazioni a cavolo dovrebbero risarcire gli italiani. |
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Scritto il 08/06/08 alle 23:24:34 GMT pubblicato da Armando_Manocchia |
LA COSA PIU' GRAVE E' SPENDERE UN TERZO DELLE RISORSE DESTINATE ALLA GIUSTIZIA, PER FARE INTERCETTAZIONI DA GRANDE FRATELLO. IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA E' ANCHE DATO DAL FATTO CHE NON CI SONO SUFFICIENTI FORZE DELL'ORDINE SUL TERRITORIO, E IL PROBLEMA DI CIO' DIPENDE DALLE RISORSE ECONOMICHE CHE NON CI SONO E NON CI SONO PERCHE' VENGONO DESTINATE IN MODO ERRATO. ANCHE IN ALTRI PAESI EUROPEI LE INTERCETTAZIONI VENGONO FATTE, MA PER TERRORISMO O CRIMINALITA' ORGANIZZATA E NON PER REATI MINORI O ADDIRITTURA PER CAZZEGGI VARI.CERTO CHE LE COMPAGNIE TELEFONICHE QUALCHE REGALO A NATALE LO DEBBONO FARE... |
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