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Scritto il 12/03/10 alle 18:59:14 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
![]() Da oggi, venerdì 12 marzo, il liceo Keplero di Roma inaugura i distributori per la vendita dei preservatici (o profilattici o condom che dir si voglia). Ebbene sì: non stiamo parlando di una farmacia o di un supermercato e neanche di un aeroporto, ma di una scuola secondaria di secondo grado, un liceo (scientifico). Applicando una mozione approvata tempo addietro dalla provincia di Roma, infatti, il Consiglio d’Istituto ha autorizzato la sistemazione nei locali scolastici di distributori automatici che, nelle intenzioni tanto della provincia di Nicola Zingaretti quanto della scuola stessa, serviranno a evitare la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. La cosa, lasciatemelo dire, è assolutamente e totalmente ridicola, per i motivi che mi accingo a spiegarvi: innanzitutto, la scuola è un luogo col fine unico di ISTRUIRE. Istruire secondo le materie scolastiche, impartendo nozioni di latino e matematica, italiano e inglese, filosofia e storia dell’arte.L’educazione sessuale è competenza delle aziende sanitarie locali (le ben note ASL, o USL), che organizzano corsi nei quali, non senza poco imbarazzo (chi vi scrive lo ha sperimentato diversi anni addietro), si spiega ai giovani cos’è, in termini medici, la sessualità, e come prevenire la diffusione delle malattie come AIDS, sifilide e gonorrea (ok, diciamo praticamente solo l’AIDS). Delegare l’insegnamento dell’educazione sessuale alla scuola è una perdita di tempo: sottrae ore preziose alle materie regolari, ma sopratutto non produce alcun effetto concreto. I giovani, satolli di nozioni sulla sessualità che derivano da amici e internet, sono ben consci che quella cremina che esce dal loro dondolino contiene spermatozoi, i quali, incontrando l’ovulo femminile, danno luogo alla procreazione, e quindi producono (certo, non sempre) una gravidanza. Ed è lapalissiano che, bloccando la cremina, si blocca anche la reazione a catena che altrimenti ne seguirebbe, o no? La cosa più “scandalosa” è però la vendita dei preservativi a scuola, la quale non può che produrre distrazione. Sempre secondo gli organizzatori di questa messinscena (ben sostenuti dai comunisti, guarda caso), comprare i condom a scuola salverebbe dall’imbarazzo di doversi recare in farmacia. Evidentemente, costoro sono all’oscuro della verità, poiché i distributori tanto decantati si trovano davanti tutte le farmacie, senza che quindi il giovane (o la giovane) debba sorbirsi il pesante fardello di dover affrontare il farmacista con una scatola di palloncini del diavolo in mano. E, visto che ogni giorno sentiamo parlare di episodi di vandalismo, siamo sicuri che queste macchinette rimarrebbero integre fino a giugno? Personalmente, ne dubito. In ogni caso, come di consueto in certe occasioni, il Vaticano ha espresso un legittimo parere, questa volta per bocca di Agostino Villani, successore di Camillo Ruini alla diocesi della Capitale. Il porporato ha infatti espresso viva preoccupazione per le banalizzazioni della sessualità, posizione sulla quale non si può che concordare. Immaginatevi orde di studenti, il cui quoziente intellettivo è certo al di sotto della soglia minima necessaria per entrare nel MENSA, in fila per acquistare condom, il cui unico impiego sarà nelle classi, ma per prendere in giro compagni e insegnanti, e non per cautelare la propria compagna da una lievitazione esponenziale su base 9 (mesi) del ventre. Seguendo il ragionamento fatto dal Keplero, infine, una scuola dovrebbe divenire un bazar: chi fuma (e sono tanti) dovrebbe avere a disposizione una tabaccheria, chi finisce la penna dovrebbe poter avere la possibilità di comprarne un’altra in cartolibreria, chi mangia ha il sacrosanto diritto di avere un bar a disposizione. E quest’ultima, forse, è l’unica ipotesi che ha senso. http://stefomec.altervista.org/blog/2010/03/profilattici-scuola-liceo-keplero-chiesa-rom/ |
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