Tutte le bugie della sinistra sulle macerie a L’Aquila
Scritto il 06/04/10 alle 12:25:57 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Cronaca e AttualitàLa sinistra (e i vari media organici) hanno fatto un gran baccano, strumentalizzando il cosiddetto popolo delle carriole, per attaccare il governo Berlusconi sul post terremoto

Poi vabbè colei (la Pezzopane che ha usato la protesta per farsi pubblicità) che, per tutti, era già data vincente alle provinciali è stata asfaltata e per l’ennesima volta c’è stata la dimostrazione che certa propaganda non è poi verità a prescindere.

Prendiamo le questione delle macerie non raccolte. Di chi è la responsabilità? Cialente (sindaco di L’Aquila) e la sinistra danno la colpa ovviamente al Governo. Ma è così (ecco il riepilogo per punti)?

   1) Nei giorni successivi al sisma, tutte le cave della zona (meno una che si defila dopo i primi incontri) si mettono insieme e costituiscono un raggruppamento temporaneo di imprese che presenta un progetto dettagliato al primo cittadino per la rimozione delle macerie. Non ottengono alcuna risposta.

    2) Il 19 maggio la giunta dell’Aquila delibera all’unanimità di «individuare, stante l’urgenza di provvedere, quale primo sito da allestire come deposito temporaneo in oggetto, la ex cava Teges, in località Pontignone».

    3) Nei giorni successivi il comune scrive alla Protezione civile e chiede un parere per verificare la possibilità di adottare la procedura di urgenza che permetta di evitare la gara pubblica e di procedere con affidamento diretto all’assegnazione dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti. La risposta che arriva dagli uomini di Guido Bertolaso, nel frattempo impegnati giorno e notte a gestire la prima emergenza, è interlocutoria: la legge è questa, se ritenete che ci «siano gli estremi di urgenza derivanti da eventi imprevedibili» fate pure.

    4) L’8 giugno il Comune dell’Aquila invia una nota alla società T&P che gestisce la cava in questione, e le comunica l’intenzione ufficiale di procedere all’assegnazione dell’appalto. A tempo di record, la mattina successiva, la T&P fa recapitare al comune un’offerta dettagliata per la gestione e lo smaltimento delle macerie. Questa offerta viene fatta propria dalla giunta con la delibera numero 154 del 12 giugno, nella quale si dichiara esplicitamente di «accettare la proposta contrattuale e di affidare i lavori alla T&P». La firma in calce è del sindaco Cialente.

    5) In sostanza, la giunta di Massimo Cialente dà l’appalto per lo smaltimento delle macerie a una società che dai documenti ufficiali non è ancora operativa. Ed è questa società che ai primi di luglio inizia a lavorare sulle macerie. Con pochi mezzi e pochi uomini.

    6) Però nelle settimane successive succede qualcosa. Gli altri cavatori si ribellano e bussano alle porte del comune chiedendo gli atti. I funzionari fanno spallucce. Viene chiesto l’intervento della polizia, che in data 6 luglio verbalizza il rifiuto e scrive che l’impiegato del comune Aldo Gianvincenzo «riferiva che non era a conoscenza della pratica». Peccato che lo stesso Gianvincenzo figuri come «minutante» (in pratica l’estensore) della delibera 154 che affida i lavori.

    7) A questo punto il colpo di scena. Fiutata l’aria, la giunta Cialente si riunisce ancora il 24 luglio e mette nero su bianco la delibera numero 165. Vi si legge che nel precedente atto del 12 giugno non si deliberava di «accettare» ma di «accertare» la proposta contrattuale della T&P. Da questa verifica, effettuata con determinazione numero 176 del 22 luglio, la T&P risulta «non avere il possesso dei requisiti previsti dalla normativa per l’affidamento dei lavori».
Da quel giorno, con grande ritardo, lo smaltimento delle macerie è passato nelle mani dei vigili del frioco e dell’esercito. Oltre che del popolo delle carriole, naturalmente.


Insomma molte delle responsabilità, dei ritardi, dell’incapacità dello smaltimento sono imputabili al comune della città che tra burocrazia e scelte sbagliate ha perso mesi e mesi di lavoro, finendo per optare per il facile scaricabarile nei confronti del governo.

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