BAGGIANATE AMBIENTALISTE Ponte sullo stretto spaventerebbe balene |
| Scritto il 12/06/10 alle 14:04:38 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
Pubblichiamo il primo capitolo del libro di Giuseppe Cruciani "Questo ponte s'ha da fare", Rizzoli, 2009 “Salviamo i tonni e i pescespada, il mollusco Argonauta argo, il bivalve Pinna nobilis e le alghe Laminaria!”, disse un giorno allarmata la portavoce dei Verdi Grazia Francescato. “E poi c’è la direttiva Uccelli dell’Unione Europea”, intervenne in soccorso dei volatili minacciati dal mostro di cemento. Di più. “Morirebbero tutti!”, scrive la pasionaria Anna Giordano, storica protettrice dei rapaci dello Stretto. Che in una lettera spiega serissima di opporsi al ponte “…perché non muoiano migliaia di uccelli impattando con il ponte quando il vento, la nebbia, la pioggia, la stanchezza impediscono loro di evitare un ostacolo”. Già: che angoscia la stanchezza degli animali. Ma anche “le balene sarebbero spaventate dall’ombra del ponte”, si intristisce la medesima Giordano progettando una marcia per scongiurare lo scempio: l’infelicità dei cetacei. Come dimenticare poi una previsione buttata lì durante un convegno anti-ponte: “La cozza di Messina impazzirà”. Che fa immaginare un soccorso dello psicanalista per rimettere in sesto il prelibato mollusco. E ancora. Abbiamo sentito dire: il ponte crea disturbi psicosomatici, fa diventare sordi, prosciugherà le riserve idriche e i laghetti di Ganzirri, verrà spazzato via da terremoti e tsunami. Attenzione, hanno aggiunto altri: non si può fare perché Calabria e Sicilia si allontanano ogni anno di qualche centimetro! E i venti? Vogliamo mettere i venti? Bloccheranno il traffico anche per 200 giorni all’anno! Ma il ponte li fermerebbe, spiegò invece angosciatissima una tale Laura Corradi professoressa all’Università della Calabria capitanando l’ennesima protesta lungo la costa calabrese, “dunque ne risentirebbero le correnti che vanno a irrorare le grotte subacquee dove si riproducono alcuni tipi di flora e di fauna”. Ma il catastrofismo ambientalista non ha trovato argini. Durante le comunali messinesi del 2003 i Verdi locali distribuirono in tutta la città un volantino in cui si mettevano in guardia i cittadini dai seguenti terrificanti disastri: l’onda anomala dopo il crollo sommergerebbe le due coste; il mare si inquinerà; i pesci non si potranno più mangiare; le malattie tumorali aumenteranno; le spiagge saranno infrequentabili; i villeggianti scompariranno; migliaia di operai si spargeranno per anni nei vicoli a contatto con le vostre case; i materiali degli scavi verranno gettati nei fondali; la pesca morirà; e per chiudere in bellezza: diventeremo obiettivo di attacchi terroristici. Senza scordare un appello di svariate associazioni, firmato anche da Dario Fo e Franca Rame, che implorava l’Unesco, sì proprio l’Unesco, di occuparsi della faccenda perchè sarebbe in pericolo l’effetto ottico Fata Morgana, “per il quale ogni tanto le rive montuose appaiono sollevate dal mare e le coste deformate sono trasformate in fantastiche immagini sul cielo”. [...] Leggete tutto l'articolo, è interessante http://www.loccidentale.it/trackback/67705 |
La responsabilità dei commenti è dei rispettivi autori. |