Cordova, l’islam non va in cattedrale
Scritto il 18/06/10 alle 00:06:16 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamI musulmani non posso­no pregare nella catte­drale di Cordova. Per­mettere il cosiddetto «uso condiviso» sarebbe solo «un eufemismo, che significa: cattolici, andatevene via di qui».
 E al vescovo di Cordo­va, monsignor Demetrio Fernandez, gli eufemismi non piacciono per temi co­sì delicati. Parla chiaro e ton­do, quando ricorda: «Dove pregano i musulmani non può pregare nessun altro». La questione è di vecchia da­ta: gruppi e associazioni i­slamiche reclamano la pos­sibilità di pregare nel tem­pio, che un tempo fu una moschea: nella città andalu­sa l’argomento è sempre di estrema attualità. Non sono mancati gli incidenti. Lo scorso aprile un gruppo di turisti austriaci di religione islamica ag­gredì le guardie di sicurezza della catte­drale,< SPAN class=abody> che intervenne­ro quando questi cer­carono di pregare all’inter­no della chiesa. La vicenda terminò con diversi arresti.

Impossibile evitare l’argo­mento, a Cordova. Monsi­gnor Fernandez lo ha tocca­to in una recente intervista, in cui ha spiegato: «La ri­sposta alla richiesta sull’uso condiviso della cattedrale è no, non ce ne andiamo, per­ché in questo luogo la Chie­sa cattolica è presente da 16 secoli, men­tre i musul­mani vi so­no stati quattro se­coli e mez­zo ». Non c’è volontà di polemica, al contrario. La Chiesa cattoli­ca – che è titolare del tempio attraverso il capitolo catte­dralizio di Cordova – ha «u­na buona relazione con i musulmani» e vuole colla­borare con chi professa la re­ligione islamica nella ricerca di «pace, giustizia e convi­venza fra popoli. Ma questa è una cosa e un’altr a cosa ben distinta è volere condi­videre lo stesso tempio per il culto». Impossibile. Sarebbe come «dire ai cattolici: ad­dio, buona notte. Sarebbe un’irresponsabilità». Quan­do la città andalusa fu ri­conquistata dai cristiani, nel 1236, la moschea fu ricon­sacrata come Cattedrale di Santa Maria di Cordova. Per questo alcune organizzazio­ni islamiche ne rivendicano l’uso. Ma in realtà, sotto il tempio islamico, ci sono i re­sti della basilica dedicata al martire San Vincenzo, del VI o del VII secolo.

Il vescovo Fernandez nega alle associazioni musulmane di pregare nella chiesa «condivisa»

Avvenire 16/06/2010, A14

Commenti a questo articolo:
 
 Evviva, finalmente
Scritto il 19/06/10 alle 09:20:03 GMT pubblicato da giuliana
qualcuno che riconosce ai musulmani pensieri e comportamenti e intenzioni che sono loro propri, completamente diversi da pensieri, comportamenti e intenzioni che animano le comunità cristiane. E' la conoscenza di queste diversità che ci permette di non commettere errori e cadere in tranelli grossolani.
Questo messaggio fondamentale dovrebbe essere inviato capillarmente a tutti i sacerdoti e a tutti i sindaci, anche a quelli delle più solitarie e sperdute parrocchie e paesini.
"Il territorio sul quale prega un musulmano passa automaticamente di proprietà dell'islam che non lo restituirà mai più in quanto restituire significherebbe retrocedere"  

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