GB Basta discriminazioni, Westminster apre ai malati di mente
Scritto il 22/07/08 alle 09:12:53 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Europa degli idiotiI 'lunatics' si potranno candidare e non perderanno il seggio


Roma, 21 lug. (Apcom) - Il governo britannico sta pensando di abolire alcune antiche leggi che impediscono a "idioti" e "matti" di candidarsi per un seggio a Westminster; leggi che le associazioni in difesa dei malati di mente considerano ormai "discriminatorie". La notizia è uscita sul Sunday Times.

Si tratta di norme che risalgono all'epoca di Elisabetta I, sul trono dal 1558 al 1603: gli idioti vi vengono definiti come "incapaci di ragionare" e i matti ("lunatic" il termine inglese") come persone capaci soltanto di "momenti di lucidità".

Le leggi impediscono ai matti di candidarsi per uno scranno in parlamento "nei momenti in cui non sono lucidi" e bandiscono da Westminster anche chi abbia passato un periodo in manicomio, a prescindere dal fatto che sia guarito o meno.

Se oggigiorno, per esempio, un parlamentare inglese è costretto - in base al Mental Health Act - alla detenzione in ospedale o a trattamenti obbligatori per disturbi mentali per oltre sei mesi, perde definitivamente il seggio. "Le persone che hanno sofferto di problemi di salute mentale possono funzionare anche a livelli molto alti" ha detto al domenicale del Times una portavoce dell'associazione 'Mind', citando come esempio l'attore-regista Stephen Fry, che ha confessato gravi tendenze maniaco-depressive.

Stando a un sondaggio citato dalla stessa fonte, il 27 percento dei parlamentari ha ammesso di avere avuto "problemi di salute mentale". Uno su tre dice addirittura che la legislazione vigente in materia gli ha impedito di parlarne apertamente.

da NOTIZIE ALICE

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Roba da matti, appunto...

Commenti a questo articolo:
 
 DISCRIMINAZIONI PER MALATI DI MENTE
Scritto il 22/07/08 alle 09:51:18 GMT pubblicato da paolino
Una volta tanto in Italia non siamo discriminanti, almeno verso gli idioti, i matti, i lunatics e i malati di mente. Il nostro Parlamento ne è un esempio!

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