Il volto oscuro dell'ecologia - di Mario Secomandi |
| Scritto il 02/08/10 alle 13:14:44 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
Dagli ecologisti vengono fatti fuori antropocentrismo e primato naturale della persona umana su animali e piante, in favore del biocentrismo e della centralità della Natura [...] Dunque la dea Gaia, la Madre Terra sarebbe il grande corpo vivente, quell'Uno olistico di cui noi esseri umani non siamo che membra insignificanti se non addirittura nefaste ed insidiose. Una delle correnti dell'ecologismo è l'animalismo. Secondo simile dottrina merita di venire ora condannato di «specismo» (nuova variante del razzismo) chi non vuol piegarsi ad accettare l'allargamento ed equiparazione dei diritti umani agli animali, cominciando - perché no - da primati e grandi scimmie. Si pretende di annullare in un sol colpo la differenza ontologica tra persone ed animali, dimenticando che gli esseri umani si caratterizzano per essere dotati, tra l'altro, a differenza delle bestie, di anima, coscienza e libero arbitrio, contemplazione, comunicazione, progetto ed azione. Si riesce ad andare così anche al di là del determinismo (darwiniano) relativo all'istinto di sopravvivenza. Da questi punti di vista, sono note le pressioni che le influenti lobbies degli ecologisti radicali esercitano sull'orientamento politico e giurisprudenziale dell'Unione Europea così come di organismi internazionali quali l'ONU. Ciò che va rilevato e poi affrontato è il grande attacco all'umanesimo classico occidentale ed alle radici giudaico-cristiane, portato avanti sempre più dall'ecologismo radicale, intriso com'è di paganesimo, panteismo, gnosticismo, filosofie orientali e finanche esoterismo-occultismo di influsso New Age. Si vuol persino dare personalità giuridica e dignità intangibile alle piante ed agli animali, e contemporaneamente, proprio allo scopo di venerare e non recare fastidio alla Natura, si propugnano, riguardo gli esseri umani, campagne di pianificazione delle nascite nella direzione appunto di aborto, eutanasia e denatalità. Secondo la propaganda ecologista, l'ecosistema sarebbe messo in crisi dal fatto che «siamo in troppi» su questa terra, dunque occorre che noi umani ci mettiamo da parte per «togliere il disturbo». A parere di taluni intellettuali che abbracciano siffatto approccio bisognerebbe altresì prendere a modello non più la civiltà moderna, fatta di progresso e sviluppo economico, scientifico e tecnologico, ma, sulla scia del «mito del buon selvaggio» rousseauviano, certune comunità primitive: queste sì che sapevano vivere e stare in armonia ed equilibro con la Natura! Per alcune correnti di matrice neopagana ed esoterica, ci approssimeremmo nell'attuale fase storica ad andare dall'Era dei Pesci (contrassegnata, in soldoni, dai duemila anni di cristianesimo) alla nuova Età dell'Acquario (post-cristiana). E si desidera un balzo in avanti progressista ma concepito per certi aspetti come una sorta di nuovo ritorno ad un Eden primordiale, una mitica «età dell'oro» dove l'uomo fa tutt'uno con la Natura e la Terra deificata e divinizzata. In risposta agli ecologisti radicali, che albergano ed attecchiscono politicamente soprattutto a sinistra, e che vorrebbero ridurre l'uomo al rango di mera «particella della natura», è l'umanesimo cristiano che bisogna riaffermare, perché è l'unico che difende l'assoluta ed inalienabile dignità della persona umana. L'uomo è naturalmente chiamato non ad essere superstiziosamente sottomesso, ma a dominare la natura, non già certamente nel senso di distruggerla o degradarla, bensì nel senso di fare di tutto per bene amministrare e governare la Terra, sulla base delle scoperte tecnico-scientifiche e del retto uso dell'intelligenza e della ragione. Il rispetto della salvaguardia del Creato non è in contraddizione con un sano progresso. Il modo migliore per difendere l'ambiente non è allora quello di declassare l'uomo, sacrificandolo nella speranza di «propiziarsi» la dea Natura, ma combattere semmai le derive relativiste, nichiliste, edoniste ed utilitariste che offuscano e compromettono i valori morali irrinunciabili su cui poggia la nostra civiltà e che fanno da pilastro sia ad un giusto progresso tecnico che alla migliore possibile salvaguardia dell'ambiente. http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201001052369/cultura-politica/che-cosa-nasconde-la-piu-grande-ideologia-del-xxi-secolo.html Leggi anche Il WWF, le sue origini, chi lo finanzia e i suoi veri scopi http://ambientalismodirazza.blogspot.com/2008/08/il-wwf-le-sue-origini-chi-lo-finanzia-e.html |
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