Delegittimare le persone è la fine della politica
La magistratura deve indagare e decidere, non la piazza mediatica, a meno di casi eclatanti Bellissima chicca quella del video, sepolto negli archivi di repubblica.it, sui cinguettii tra Gaucci ed Elisabetta Tulliani. Un siparietto da antologia delle squisitezze, stile l'Edmond Rostand del Cyrano...
Bello, maschio, battagliero e ggiusto anche l'articolo di Marco Lillo per Il Fatto. Lillo parte da un ragionamento rousseauiano quasi inoppugnabile: se noi ci scagliamo contro la casa di Scajola, non dobbiamo volgere il capo dall'altra parte quando in un affaruncolo di case monegasche incappa il presidente della Camera Fini, la qual cosa invece fanno, da farisei, Repubblica e Corriere della Sera.
La giustizia è uguale per tutti, dicono a Il Fatto.
Tuttavia ci sono anche altri ragionamenti da fare. A partire da quello che in Italia si può ricostruire un peccato, basato su indizi reali magari, al solo scopo di mandare a casa un politico. Questo vezzo è l'esatto opposto della giustizia, è un vezzo da mozzaorecchie, più che di democratici qual tutti siamo o diciamo di essere. La magistratura deve indagare e decidere, non la piazza mediatica, a meno di casi eclatanti. Sbagliano quindi i grandi giornali a sfruttare le notizie di reato di una parte soltanto per determinare spostamenti di lettori ed elettori. Sbaglia chi continua a usare la giustizia nel modo paranoico di Robespierre e Stalin: massacrare la persona e non le sue idee. Io alla delegittimazione della persona (per fini abominevoli o meno) non ci sto, si tratti di Prodi, Berlusconi o Fini. Sbaglia Il Giornale, sbagliano gli impiccapopoli dipietristi. Ragliano Repubblica e Corsera.
Update
E' pur vera l'affermazione di Feltri che la vicenda di Montecarlo riguarda il partito e i beni materiali di AN, utilizzati a scopi privati. La soluzione sarebbe semplice: la magistratura, così celere quando si tratta di P3, dovrebbe esserlo anche in tutti gli altri casi.
Paolo Della Sala www.legnostorto.com
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