CRONACHE DA MIRABELLO
Scritto il 05/09/10 alle 23:34:27 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
Armando ManocchiaDA MIRABELLO: Oggi capitale della politica italiana, il vs inviato Armando Manocchia
Il Pdl non c’è più, è solo Forza Italia allargata con in più "qualche colonnello che ha cambiato generale ed è forse già pronto a cambiarlo di nuovo".
L’organismo politicamente modificato si è dimostrato quello che da sempre ho sostenuto: il fine dicitore dell’ovvio! Dalle 18, quando il galoppino Raisi, alla presenza della muta dei cani al seguito, lo ha sguinzaglaito sul palco davanti a oltre duemila persone, il cicalone logorroico, miracolato sia da Almirante che da Berlusconi, ha iniziato il suo attesissimo discorso dal punto che più gli faceva comodo.
 
E cioè dal 19 luglio 2010 quando, riunita la “commissione giustizia” del Pdl, lo hanno sbattuto fuori a suo dire: “perché è venuto meno all'interno del Pdl il confronto di idee che è il sale delle democrazia. La mia espulsione del Pdl è stata un atto illiberale e autoritario" degno del "peggior stalinismo".

La grande promessa mancata della politica italiana,  ha comunque detto: " Si va avanti senza farsi intimidire", ed ha voluto ripercorrere tutte le fasi che lo hanno visto rinascere grazie a quello che ha definito il “partito del predellino”.

Un discorso a tratti intriso di risentimento altre volte irrisorio nei confronti di chi da quel predellino lo ha rimesso nella partita della politica: "Si va avanti senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte".

Ogni tanto si lascia massaggiare l’ego da uno sparuto batter di mani. Ma, freddo come il ghiaccio, il super algido parla per circa due ore senza bere un goccio d’acqua,  alternando la retorica alla demagogia, la demagogia alla retorica. Facendo di tanto in tanto battutine e battutacce tipo: "siamo tutti grati a Berlusconi per quel che ha fatto nel '94, quando ha contrastato la gioiosa macchina da guerra; ma la gratitudine non deve significare che ogni volta che si critica o si esprimono opinioni diverse, ci si debba sentire accusati di lesa maestà. Non ci può essere diritto di lesa maestà perché non c'é un popolo di sudditi".

Fini, che conosce solo il mestiere del politico difende la magistratura, il capo dello stato e gli altri partiti. Lo stratega del ragno che vuol far finire nella rete il Premier antagonista, sferra frecciatine a Ghedini che chiama “Dottor Stranamore”. Il raffinato stratega di un’irresistibile ascesa con la puzza sotto il naso doveva rispondere sull’appartamento di Montecarlo, passato per strane agenzie offshore, sui "Tulliani che non erano nessuno" poi milionari in pochi anni, sulle raccomandazioni alla RAI per favorire "Betto" Tulliani, eccetera. Ma non l’ha fatto, nella misura in cui  non ha parlato di quanto ha detto e fatto negli ultimi tre anni... meno male che ce lo ha ricordato Pansa sul Riformista di oggi…

Il nulla addobbato come fosse il tutto parla di Bossi con la mano in tasca e giocando a flipper dice: "il federalismo è possibile solo se sarà fatto nell'interesse di tutta l'Italia, non soltanto nella parte più sviluppata del Paese. Bossi  è un leader popolare, abbiamo polemizzato tante volte, ma solo chi non conosce la storia oltre che la geografia può pensare che la Padania esista davvero. Ma ah il merito di aver capito  che quella bandiera che alzato per primo, fra lo scetticismo e l'ironia, quella del federalismo oggi può essere la bandiera che determinerebbe il compimento di una missione storica. Quel federalismo è possibile solo se è nell'interesse di tutta Italia non solo in quella della parte più progredita.

Lo pseudo delfino falso come Giuda ha proseguito; "Non ci vogliono leggi ad personam, ma leggi che tutelano il capo del governo, non la cancellazione dei protesti.. processi, ma la loro sospensione".
Il leaderino da piccoli disegni e baruffe mascherati da luminosi obiettivi ha parlato del quoziente famigliare; colui che ti vuole sbattere in galera solo per uno spinello ha detto: "Il garantismo è un principio sacrosanto, ma mai e poi mai può essere considerato una sorta di immunità permanente". Quello che nell’ora del cimento si defila come il vento questa volta con uno scatto di orgoglio difende non tanto la sua persona ma la sua famiglia e parlando come un piccolo boss del Testaccio dice: "infame é stato il tentativo di dar vita ad un'autentica lapidazione di tipo islamico contro la mia famiglia".

Lo sdoganato del 93, vestito con un abito di grisaglia tristemente grigio come lui, che ha il calore di un iceberg,  ha continuato dicendo: "Si va avanti senza farci intimidire da quello che è stato il “metodo Boffo” messo in campo da alcuni giornali che dovrebbero essere, pensate un po', il biglietto d'amore del partito dell'amore; noi non ci facciamo intimidire perché di intimidazioni ne abbiamo vissute ben altre richiamando l’attenzione di Vittorio Lodi. Non ci facciamo intimidire da campagne paranoiche e patetiche".

Quello che potrebbe uscire dalla comune come un vaudeville e ricomparire in palcoscenico nel finale per rubare l’applauso ai comprimari ad un certo punto non si concede la tiratina d’orecchie già fatta da Giorgio del Colle e dice: "Ma vi pare possibile che nonostante il “ghe pensi mi” si debba attendere ancora di conoscere il nome del ministro dello Sviluppo economico? Ma in quale altro Paese" avverrebbe una cosa del genere? E' un ministero importante "non uno strapuntino".

Il pensatore che vuol “fare futuro in libertà” con fiumi di soldi pubblici oltre che dei petrolieri e dei colossi del tabacco, colui che ritiene l’ingresso del Turchia in Europa utile alla Nato parlando della visita di Gehddafi ha detto: "spettacolo poco decoroso quello con cui è stato accolto un personaggio che non può insegnare nulla né nel rispetto della donne né nella dignità della persona umana. Da ex ministro degli Esteri conosco le ragioni della 'real politik', ma non può portare a una sorta di genuflessione nei confronti di chi può ergersi a maestro o punto di riferimento".
 
Colui che per la carriera politica ha tradito il migliore amico, ha aggiunto: "Berlusconi ha il diritto di governare e pensare a scorciatoie di tipo giudiziario per toglierlo di mezzo rappresenterebbe davvero una lesione della sovranità.
Come si evince, son tutte parole vuote nel lessico di questo magnifico esemplare di organismo politicamente modificato.

Armando Manocchia

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