Puglia: tagli, lussi e sprechi di Vendola in fuga
Scritto il 28/09/10 alle 21:29:01 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
PoliticaIl governatore adottato dai poteri forti, già beatificato dai pennivendoli italioti e dai leccapiedi del web, sempre più sdraiato su un divano televisivo risulta latitante

Bentornati nella “california del sud” che però non decolla mai e rimane sospesa nel limbo. Strano, c’è Vendola al secondo mandato. Eppure, alla prova dei fatti il governatore adottato dai poteri forti, già beatificato dai pennivendoli italioti e dai leccapiedi del web, sempre più sdraiato su un divano televisivo risulta latitante. E’ sempre una questione di soldi pubblici dilapidati o sottratti alle reali necessità del corpo sociale.

Sorvoliamo sullo stipendio da nababbo di Nichi (il più pagato dei presidenti di regione) o sulla residenza faraonica di Terlizzi e ripeschiamo la delibera di giunta regionale numero 658 del 15 marzo 2010 (“Patto di stabilità interno e 2008 e 2009. Disposizioni della giunta regionale per la conseguente azione amministrativa nell’anno 2010)”). Un’enormità: “spese per il funzionamento del consiglio regionale: 38 milioni di euro”. Tutti insieme appassionatamente, non c’è differenza quando c’è da spereperare con il denaro di chi lavora sul serio: destra e sinistra danno solo le indicazioni affaristiche transitando per il centro.

L’assessore al bilancio Pelillo (quello del conflitto di interessi nell’affare san Raffaele) addirittura si è vantato di avere sfondato il “patto di stabilità”, con le conseguenze devastanti che ne stanno già derivando all’intera Comunità pugliese, accumulando debiti che si dovranno comunque pagare amaramente. Rimedi? Semplice: il club svendoliano  prende atto di aver sforato per due anni consecutivamente il patto di stabilità e dispone una serie di tagli che colpiscono pesantemente la spesa sociale, l’agricoltura, lo sport. Miracolosamente restano intatti i capitoli di spesa per l’Apulia Film Commission, il Teatro Pubblico Pugliese, gli oltre 7 milioni per gli avvocati, gli stipendi milionari dei dirigenti esterni comprensivi dei bonus di risultato.

AGRICOLTURA
Un altro colpo mortale al settore; oltre 30 milioni di euro di tagli tra cui:

   1. Azzerati i contributi ai consorzi di bonifica per la manutenzione (-8 milioni di euro)
   2. Ridotte le spese per l’attuazione del PSR (-6 milioni di euro)
   3. Dimezzati i fondi per le emergenze fitosanitarie (– 147.500 euro)
   4. Azzerati i contributi per le piante infette da CTV (– 250.000 euro)
   5. Ridotte le risorse per l’attuazione del piano regionale di difesa delle coltura agrarie (– 400.000 euro)
   6. Azzerate le spese per i controlli sul bestiame (- 2 milioni di euro)
   7. Ridotte le risorse per la valorizzazione dei prodotti tipici (– 695.000 euro)
   8. Dimezzate le risorse per i programmi di gestione faunistico ambientale (– 496.000 euro)
   9. Azzerate le risorse per le attività di promozione e divulgazione commerciale dei prodotti agricoli (– 7 milioni di euro).

SPESA SOCIALE
Meno male che Elena (Gentile da Cerignola, con tanto di antenne abusive causa di elettrosmog appollaiate su un suo immobile) c’è. Estesi e corposi i tagli apportati alla spesa sociale da Vendola. Il fondo regionale per il sostegno delle persone non autosufficienti e loro nuclei familiari viene di fatto svuotato a meno di due settimane dalla pubblicazione della legge istitutiva del Fondo. La distanza tra le chiacchiere e i nudi fatti sta tutta nelle cifre del bilancio: nel 2010 i tagli alla spesa sociale ammontano ad oltre 116 milioni di euro:

   1. Azzerato il fondo regionale per l’occupazione dei disabili (-2.5 milioni)
   2. Azzerati i contributi ai comuni per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (– 26 milioni di euro)
   3. Tagliati i contributi per i libri di testo (– 4 milioni di euro)
   4. Dimezzati i contributi per le scuole primarie per l’infanzia (– 500.000 euro)
   5. Azzerato il contributo per l’università della terza età (– 425.000 euro)
   6. Dimezzato il fondo globale per i servizi socio assistenzali (-9.8 milioni di euro)
   7. Azzerato il fondo per il sostegno a favore dei soggetti dislessici (– 150.000 euro)
   8. Praticamente azzerato il cofinanziamento del piano regionale socio assistenziale (– 32 milioni di euro)
   9. Praticamente azzerato il programma di azioni per la non autosufficienza e le nuove povertà (-13 milioni di euro)
  10. Praticamente azzerato il programma di interventi per l’integrazione scolastica dei disabili (– 1 milione di euro)
  11. Azzerati tutti gli interventi per la presa in carico domiciliare dei non autosufficienti (– 1.7 milioni di euro)
  12. Azzerati i fondi per le iniziative relative alle non auto sufficienze (– 25 milioni di euro)

SPORT
Azzerati tutti i capitoli di spesa relativi alle attività di sostegno allo sport. 2.9 milioni di euro sottratti alle associazioni sportive.

Quanto all’acqua della Puglia, si continua a discettare sul fatto che essa debba essere “pubblica” dimenticando che lo è già, ma non per questo costa meno ai cittadini (anzi, costa di più che in ogni altra Regione d’Italia, a seguito di un aumento di tariffa del 10% in due anni) e soprattutto arriva davvero inquinata nei rubinetti di tutti i Pugliesi;  vaste aree della Regione continuano a riceverla a singhiozzo mentre centinaia di milioni di euro destinati ad investimenti per il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti, di cui Vendola parla sempre al futuro. Quattrini addirittura perduti come i 173 milioni destinati ai dissalatori. Se l’acqua è di tutti perché Vendola sta tagliando l’erogazione proprio a Taranto dei non abbienti? Sull’argomento si potrebbe ricordare la magra figura rimediata dalla campagna elettorale di Nichi, che in un manifesto annunciò trionfalisticamente una riduzione delle perdite del 20%, che poi – ad una verifica presso l’Ente – si rivelò essere non superiore al 3%.  Numerosi pugliesi attendono ancora di sapere cosa successe a Taranto in quella drammatica settimana di luglio in cui le vecchine dovettero mettersi in coda dietro la auto-botti con pentole e bidoni. In compenso l’Acquedotto pugliese ha un amministratore (manager) in quota pd super-costoso e 400 dipendenti in più, tutti a carico dell’acqua dei Pugliesi, rinnovando la nota massima di Salvemini secondo la quale “l’ Acquedotto Pugliese dà molto più da mangiare che da bere”. Quanto alla Puglia che “ricicla” si deve dire che lo fa molto meno di quel che prevede il piano di Vendola (55% in tre anni a partire dal 2005), visto che nel 2010 non si va oltre in realtà il 15 % (dati ufficiali della Regione). Quindi come si alimentano gli inceneritori della Marcegaglia e degli altri prenditori? Banale: rifiuti speciali extra-regione. Date un’occhiata alla piattaforma di raccolta di super-Emma a Ravenna. A distanza di tre anni dall’annuncio trionfalistico della fine dell’emergenza, la Puglia è in un buco nero. La “Puglia che sanifica? In realtà non ha saputo bonificare nemmeno i Consorzi di Bonifica, che hanno continuato a bruciare risorse ed accumulare debiti. Quanto alla “Puglia che ha cura”, in realtà ne ha poca, cattiva e troppo costosa. Le condizioni della Sanità pugliese, con liste d’attesa sempre più lunghe, servizi sempre più degradati, tecnologie obsolete, priva di programmazione dopo una inutile attesa di cinque anni, occupata dalla partitocrazia fino all’ultimo interstizio, infestata di “manine” e “manone” di “sinistre sanitarie”, scambiata per ammortizzatore sociale con miriadi di stabilizzazioni ed internalizzazioni senza copertura. La “Puglia del sapere e del fare” è quella dei giovani cervelli che fuggono in massa dalla Puglia più che altrove, come documentato dai freschi studi dell’IPRES e di Bankitalia. Euforia e delusione: governatore Vendola lei non può confondere la Puglia con la pubblicità del mulino bianco. Dia un taglio agli incantesimi da quattro soldi e affronti un contraddittorio pubblico.

http://www.italiaterranostra.it/?p=7242

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