La rinascita dell’Occidente dipende dalle donne!
Scritto il 04/10/10 alle 22:28:27 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
Armando ManocchiaPatriarcato e misoginia, un cocktail omicida, incompatibile con l’ Occidente

Un'altra donna è stata ferocemente assassinata dalla furia omicida del marito e del figlio. E un'altra donna, sua figlia, è stata massacrata con la stessa furia violenta del padre e del fratello, due uomini di merda della loro stessa famiglia pakistana.

Una famiglia come tante, forse come tutte quelle islamiche, famiglie tendenti al patriarcato, dove le donne, oltre ad essere usate come macchine per fabbricare piccoli kamikaze, vengono considerate al pari delle cose e degli animali. Donne che vengono segregate e tenute sotto controllo continuo, che per ottenere un po’ di libertà devono soffrire le pene dell’inferno o, come spesso  accade, devono pagare con la violenza fisica fino ad essere uccise.

In Pakistan circa il 70% delle donne  subisce una violenza domestica che può variare dalle percosse alla tortura, dalla violenza sessuale,  alla rottura delle ossa. Nei casi più gravi esse vengono anche sfregiate con l'acido o arse vive.  Le vittime di questi abusi sono intrappolate in una società in cui le percosse ricevute da un membro della famiglia di sesso maschile sono una consuetudine e dove l'indipendenza e il divorzio sono un tabù. Le vittime, per una sorta di circolo vizioso, sono vittime di abusi due volte: prima dei loro stessi mariti e poi delle persone a cui esse si rivolgono per chiedere aiuto (tra cui poliziotti, giudici e persino mullah. In molti casi, la violenza contro la donna è usata come uno strumento per condurre la vittima al suicidio

Questa volta è accaduto in Occidente, in Italia a Novi di Modena, ma più vicina a Ferrara, la città Patrimonio dell’Umanità dove proprio ieri, in occasione dell'incontro al teatro Comunale dedicato alla libertà di culto e al difficile processo di integrazione tra religione Cristiana e musulmana, con il figlio del fondare dei gruppo filo-terrorista dei Fratelli musulmani, Tariq Ramadam, intervistato dalla rossa in e on Lilly Gruber.

Il parallelo con la vicenda di Hina Salem e Sanaa Dafani, giustiziate dalla retrograda e misogina pseudo-cultura islamica, è più che mai reale.
Begm Shnez, la donna viene uccisa per aver tentato di salvare la figlia Nosheen, dalla furia violenta e omicida dei due bipedi maschilisti della famiglia, che volevano imporre alla giovane il classico matrimonio combinato, una tradizione primitiva, violenta e oppressiva che la pseudo-religione islamica continua ad adottare.

Aldilà delle strumentalizzazioni, nel nostro Paese fatti come questi, in cui le donne vengono maltrattate, picchiate, violentate, sono purtroppo all’ordine del giorno.
Ancora più grave è che ogni tre giorni nel nostro Paese, si perpetra un femminicidio: sì, pare impossibile, ma è vero; in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa da un individuo di sesso opposto (mi fa schifo chiamarlo uomo)
I multiculturalisti, i buonisti, gli islamicamente corretti, dovrebbero rispondere ad alcune domande ovvie.
E quindi chiedo a questi benpensanti, che, badate bene, sono sinsitronzi e destronzi:
 come pensano di favorire o anche solo parlare di integrazione a questa  gentaglia, che dopo sei anni di permanenza nella libera (ognuno fa quello che vuole, nessuno quello che deve) e democratica (forse più anarchica) Italia, non ha assimilato proprio nulla?

A queste persone affette dal virus del multiculturalismo, invase dalle metastasi di quel cancro chiamato buonismo, a queste persone che si riempiono la bocca con la parola ”’integrazione”, chiedo:
perché  il fratello di Nosheen, pur essendo un giovane e vivendo qui già da sei anni, non sia riuscito a spezzare quella spirale di violenza insita nella pseudo religione islamica, come aveva fatto la sorella, che per integrarsi - e ancora una volta ho ragione da vendere, nel sostenere che non ci si integra per contratto o per decreto, ma solo per libera e consapevole scelta – era addirittura andata a vivere con le amiche in un'altra città?

Come tutte in tutte le cose negative, bisogna vederci il lato positivo. Si fa fatica, ma pare che possa essere proprio il fatto che è dalle donne che dobbiamo cominciare, sono le donne che possono cambiare le cose, sono le donne musulmane e per aiutarle a fare ciò devono attivarsi concretamente le donne occidentali. La rinascita dell’Occidente dipende dalle donne!

Armando Manocchia

Commenti a questo articolo:
 
 Signor Armando,
Scritto il 05/10/10 alle 09:30:00 GMT pubblicato da giuliana
condivido ciò che ha scritto. Purtroppo c'è ancora sempre e troppa ignoranza nei confronti dell'islam, quindi anche le donne hanno bisogno di un aiuto. Secondo me, il primo e più importante segnale in questo senso dovrebbe venire proprio dalla politica e dal realismo col quale ci si deve porre di fronte all'islam. Fino a chi ci sono voci autorevoli come quella dello stesso Santo Padre che limitano la definizione di islam solo ad un aspetto religioso, non arriveremo mai da nessuna parte.
Ho appena ascoltato la telefonata trasmessa da canale 5 tra Maurizio Belpietro e Magdi Cristiano Allam. Purtroppo in questo periodo l'audio subisce frequenti interruzioni, ma, l'essenziale, penso di averlo colto.  Magdi ribadisce con forza sia la gravità della nostra situazione se non cambiamo atteggiamento di fronte all'islam, sia la necessità e l'urgenza di ribadire con forza la non negoziabiltità, in Italia, dei valori inerenti i diritti strettamente legati ad ogni persona posti alla base della nostra civiltà, come pure l'assurdità della costruzione di nuove moschee quando nessuno sa veramente che cosa si dica e si faccia al loro interno dove non si parla neppure italiano.
Tornando alla politica, l'islam deve essere guardato proprio come fenomeno e strumento, prima di tutto politico, di penetrazione e occupazione di un territorio considerato nemico e quindi  di conquista. Fuori-legge deve essere dichiarato l'islam in quanto veicolo di un palese tentativo di scardinamento di ciò che consideriamo base inviolabile e non negoziabile del nostro vivere civile. Imperfetto e difficoltoso nella concreta attuazione, ma insostituibile come un faro che guida la navigazione, sempre meta dalla quale mai e poi mai ci si deve discostare. L'islam vorrebbe sostituire il nostro faro.
Prima di tutto dobbiamo togliere qualsiasi simbolo politico dal capo delle donne (il velo delle suore non è mai stato usato come simbolo politico).
Il velo si  deve usare solo e soltanto nei luoghi di culto, nei luoghi pubblici è una bandiera.
Anni fa le donne siciliane e sarde soprattutto, usavano portare veli neri ovunque. Quale significato e quale messaggio ci trasmetteva il loro velo? Forse politico? No,mai. Religioso? no, mai. Solo costume tradizionale e locale che pian piano è stato abbandonato dalle giovani generazioni. Con l'islam il fenomeno è esattamente capovolto. Qualunque tipo di velo ha un profondo significato politico di distinzione,  separazione e rifiuto dei valori della nazione ospitante.
Scusi, signor Armando, la solita lunghezza. Mi fermo solo per rispetto nei suoi confronti, ma se parliamo di islam mi surriscaldo, tanto ne avverto il pericolo e lo disprezzo.

 Come?
Scritto il 05/10/10 alle 15:12:16 GMT pubblicato da Lilith
Sono d'accordo, noi donne dovremmo attivarci. Il punto è:come? Qual'è la strategia? Perchè io sto cercando, ma senza riuscirci. Per esempio, mi piacerebbe seguire il caso di questa ragazza. Vorrei sapere, una volta uscita dall'ospedale, se qualcuno la proteggerà.Se esistono strutture e organizzazioni che difendono e accolgono donne minacciate.
E non ho dimenticato la ragazza marocchina colpita in testa con un ferro da stiro , lo scorso luglio,dal marito che, ai carabinieri accorsi, ha mostrato l'atto di proprietà. L'aveva comprata regolarmente, ha detto lui.
Ora, quella ragazza dov'è? E' stata restituita al marito, che ha già tentato di ucciderla una volta? O qualcuno la sta difendendo? E chi?
Per poter agire, dobbiamo anche sapere.

 Lilith-   Io sono arrivata a
Scritto il 05/10/10 alle 23:15:47 GMT pubblicato da giuliana
questa conclusione: il punto di partenza non può che essere una risposta molto forte e ferma a livello politico. Fino a quando ci limiteremo a considerare superficialmente e per sentito dire l'aspetto religioso dell'islam, non arriveremo mai da nessuna parte. (aspetto religioso di cui nego l'esistenza, perchè considero degna di considerarsi religione solo quella che sia esclusivamente strumento di elevazione e di aiuto alla propria coscienza verso un il miglioramento di sè e ad una personale elevazione verso lo spirituale, elevazione che poi si concretizza in miglioramento dei rapporti con gli altri). L'aspetto religioso dell'islam si limita all'obbligo di seguire alla lettera le parole di un testo che in troppi punti incita ed esorta all'odio, alla negazione di qualunque diritto delle donne e all'omicidio di un familiare se questo si allontana dal volere di allah. Eppure loro si appigliano solo e soltanto all'aspetto religioso, perché solo così possono confonderci le idee e mentre dai creduloni ottengono ciò che vogliono, sanno benissimo che i privilegi ottenuti sono di carattere politico. Se ha letto l'episodio accaduto in una chiesa cattolica italiana, avrà notato che i ragazzi musulmani, dopo aver compiuto un gesto che per noi E' SACRILEGO, hanno dato una risposta agghiacciante al sacerdote che chiedeva spiegazioni:- noi siamo musulmani e facciamo ciò che vogliamo. Chi sei, tu, forse dio, che pretendi di dirci come dobbiamo comportarci?- Ecco  l'ennesima, esplicita conferma. Questo è l'atteggiamento che TUTTI i musulmani hanno, in Italia, prima ancora che di fronte alla nostra religione, di fronte alle nostre leggi. Nel chiuso delle loro abitazioni rinnegano ciò che viene insegnato ai loro figli nelle nostre scuole, anteponendo alle parole di insegnanti infedeli, le parole del loro dio che, in quanto non musulmani, ci considera tutti inferiori. La risposta deve essere politica e per iniziare seriamente ad aiutare le donne, dobbiamo togliere dal loro capo-oltre che dal loro volto- il simbolo politico di sottomissione all'uomo rappresentato dal velo, da qualunque tipo di velo.
Addirittura partirei da molto prima. Per evitare di incorrere in equivoci, è necessario che si trovi una definizione di religione condivisa da tutti i politici, perché ritengo che sia fondamentale inserire nella nostra Costituzione una doverosa precisazione. Alla base degli accordi con la Chiesa Cattolica, c'è (o almeno credo) specificata la netta separazione tra potere temporale e potere spirituale, c'è la base totalmente condivisa dei valori fondanti la nostra Costituzione, in caso contrario nessun accordo sarebbe mai stato legittimato. A queste condizioni l'islam , in Italia, sarebbe automaticamente fuori-legge, in quanto TUTTI i paesi islamici hanno sottoscritto la "dichiarazione dei diritti dell'uomo secondo l'islam" (secondo la quale ogni articolo sarebbe subordinato alla legge islamica, cioè la shari'a)e non hanno MAI sottoscritto la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, quella che è poi la base di tutte le legislazioni occidentali. I nostri politici, pur essendo a conoscenza di questo fatto, si permettono di continuare a far finta di niente e a concedere eccezioni alle nostre leggi (macellazioni rituali con sofferenza per gli animali, occupazione abusiva di strade e piazze, moschee -che pur essendo luoghi di indottrinamento politico, tribunali, vi si svolgano attività con scopi bellici,e quindi preparazione di attentati, si limitano a definirli semplici e banali luoghi di culto per poter garantire loro un perfetto parallelismo con le nostre chiese)
L'unico partito politico che si sta attivando, tra mille difficoltà, per difenderci dall'invasione islamica, viene continuamente denigrato, tacciato di xenofobia e razzismo è il movimento della Lega Nord. Eppure, mentre sul quotidiano "la Padania" esprimono consapevolezza e grande timore per quanto sta accadendo, a livello di azione politica devono procedere molto cautamente e a piccolissimi passi alla volta, perchè sono consapevoli delle violente manifestazioni di piazza che verrebbero attuate da tutti gli estremisti di sinistra a cui si unirebbero immediatamente tutti gli altri. Per questo, sempre secondo me, bisogna fare in modo di arrivare ad una legge costituzionale condivisa che prima di tutto chiarisca bene il concetto di religione. Io trovo che l'islam abbia più punti in comune con il satanismo che con la religione cattolica. Perché l'islam dovrebbe essere legittimato e il satanismo no?

L'articolo e i commenti sono pubblicati sul sito: Una via per Oriana
La responsabilità dei commenti è dei rispettivi autori.