Storace condannato perché sapeva tutto |
| Scritto il 08/10/10 alle 02:13:57 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
«Un teorema: non poteva non sapere; una falsità clamorosa sugli orari della mia presenza in Regione; l'utilizzo di un pentito retribuito. Se queste sono le motivazioni della sentenza Laziogate ROMA (7 ottobre) - L'allora presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, era «perfettamente a conoscenza degli accertamenti» che il suo portavoce Niccolò Accame, «unitamente» a Mirko Maceri (ex direttore di Laziomatica), a Nicola Santoro (figlio del magistrato della commissione elettorale presso la corte di appello di Roma che escluse Alternativa Sociale dalle elezioni e a Dario Pettinelli (all'epoca addetto all'Ufficio Comunicazioni e Relazioni esterne),«stava compiendo, e li avallava in linea con il suo ruolo». È quanto scrive il giudice del tribunale di Roma, Maria Bonaventura, nelle motivazioni della condanna ad un anno e mezzo di reclusione, arrivata il 5 maggio scorso, dell'ex ministro della Salute nel processo relativo all'incursione illecita nella banca dati dell'anagrafe del Campidoglio e all'attività di spionaggio compiuta ai danni di Alternativa Sociale, movimento guidato da Alessandra Mussolini, che nella primvera del 2005 si presentò alle elezioni regionali. [...] Dal processo breve al processo farsa. «Un teorema: non poteva non sapere; una falsità clamorosa sugli orari della mia presenza in Regione; l'utilizzo di un pentito retribuito. Se queste sono le motivazioni della sentenza Laziogate - come anticipate dei media, visto che alla mia difesa non è stato notificato nulla - c'è davvero da riflettere sull'uso politico della giustizia in Italia». È il commento di Francesco Storace. «Dal processo breve - ha concluso - al processo farsa». http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=121928&sez=HOME_ROMA |
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