CITTA' VIOLENTE: il 70 per cento dei crimini è straniero
Scritto il 16/10/10 alle 13:05:24 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ImmigrazioneIl mondo del crimine sempre più in mano agli stranieri: i magrebini controllano il mercato della droga, i domenicani l’importazione della cocaina. Rumeni e albanesi sono padroni del racket della prostituzione
Arezzo: La città violenta parla sempre meno italiano. Lingua ormai sostituita dall’albanese, dal rumeno, dallo spagnolo dei domenicani, dall’algerino, dal marocchino e persino dai dialetti singalesi.

La notte di sangue di sabato, l’albanese accoltellato con cinque fendenti e abbandonato come un cane dalle parti del pronto soccorso, è solo l’ultimo esempio di un demi-monde dell’illegalità sempre più controllato dagli stranieri, comunitari o extracomunitari che siano, da una malavita in cui nei reati di sangue, nei reati di violenza, gli italiani contano quanto il due di picche, ridotti come sono a fare i galoppini degli 'altri', più sfacciati, più fegatosi, più sfrontati nel menare le mani, i coltelli, le pistole.

E’ la globalizzazione, bellezza, e non c’è niente da fare. Tantomeno trasformare una questione sociale (e penale) in xenofobia, dimenticando che proprio noi italiani, quando eravamo gli 'albanesi' d’Europa e d’America, abbiamo esportato in tutto il mondo mafia, ’Ndrangheta e camorra, fenomeni di cui peraltro restiamo gli indiscussi maestri.

E tuttavia le petizioni antirazziste lasciano il tempo che trovano dinanzi alla realtà sconvolgente dipinta dalle statistiche anche ad Arezzo. Per carità, la responsabilità di fare cifre ufficiali non se la prende nessuno, ma da fonti inquirenti trapela un dato assolutamente eclatante: ormai anche in questa città e in questa provincia il 75, forse l’80 per cento dei reati tipici di malavita portano la marca straniera.

Risse, accoltellamenti, regolamenti di conti a colpi di pistola o di lama, spaccio di droga, racket della prostituzione: polizia e carabinieri vanno quasi a colpo sicuro se episodio dopo episodio si indirizzano su piste non italiane.

Ormai c’è persino una divisione del lavoro, se così si può definirla mutuando il termine dall’economia classica, consolidata, precisa, che ogni gruppo etnico rispetta alla lettera, fatti salvi gli eventuali conflitti di interessi. Ai domenicani, dunque, i più tranquilli dal punto di vista della violenza spicciola, tocca l’importazione della cocaina dall’America centro-meridionale.

Ai maghrebini e agli albanesi, invece, spetta il controllo del mercato al minuto della droga, qualche volta pure del traffico. Inutile dire che ogni tanto sono scintille, perchè le rispettive gang criminali possono trovarsi in contrasto su come spartirsi spaccio e utili. E allora sono coltellate o revolverate, anche perchè nè gli albanesi nè i maghrebini vanno esattamente famosi per il loro savoir-faire e la loro passione per la non-violenza.

Perenne clima teso anche sul fronte della prostituzione, dove si fronteggiano ancora gli albanesi e i rumeni, con presenza maghrebina per quanto riguarda le lucciole da strada di colore. Gli stessi rumeni e gli slavi di varia etnia sono padroni del settore dei furti in appartamento, che tornano di competena degli albanesi, specialisti ovunque sia necessaria la violenza, quando i ladri si trasformano in rapinatori, magari con episodi da Arancia Meccanica come la madre e la figlia assalite in casa Levane.

http://www.lavocedilucca.it/post.asp?id=9764

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