A Colonia non ha vinto nessuno, tranne Ahmadinejad
Scritto il 22/09/08 alle 13:28:11 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamNel nome dell’antifascismo si scatena la violenza per le strade e si usano metodi fascisti


La solita storia: nel nome dell’antifascismo si scatena la violenza per le strade e si usano metodi fascisti (sei poliziotti feriti, danni alla cose, cinquecento arresti) fino ad ottenere la riduzione degli spazi di libertà di pensiero e d’espressione, dunque di democrazia.

Il primo ad aver esultato per la soppressione, per volontà della polizia, del congresso anti-islam e anti-grande moschea indetto dal movimento “Pro Köln” che doveva tenersi sabato scorso a Colonia è stato lui, Fritz Schramma, il sindaco della città, che già si era distinto il 30 agosto scorso, votando in consiglio comunale contro la volontà del suo partito, la CDU, a favore dell’edificazione della grande moschea che dovrà sorgere nel quartiere di Ehrenfeld.

A freddo, checché ne dicano i sostenitori “antifascisti e democratici” del modello “multiculti”, si può tranquillamente affermare che ad aver vinto non è certo la città di Colonia, come vorrebbe Schramma, ma l’Iran di Mahmud Ahmadinejad, protagonista giorni fa di una richiesta, indirizzata direttamente alla Comunità Europea, di soppressione del congresso anti-moschea.

L’estrema sinistra radicale e no global, appoggiata da SPD, Die Linke e sindacati, ha trovato a Colonia un bel palcoscenico per dimostrare tutta la propria vena “democratica” e “antifascista”. Facendo uso però, e non è una novità, del linguaggio e delle pratiche fasciste. D’altra l’aveva annunciato e in qualche modo sollecitato il socialdemocratico Jürgen Wilhelm: “Questi tipi”, aveva detto giorni fa riferendosi a coloro che avrebbero partecipato al congresso, “sono la peste della politica tedesca ed europea e noi non esiteremo ad usare nei loro confronti metodi terapeutici”. Detto e fatto.

Il movimento “Pro Köln”, nonostante ciò che riportano i corrispondenti dalla Germania dei maggiori quotidiani italiani, non ha caratteristiche xenofobe o neonaziste, a meno che non si voglia definire tali coloro che osano chiamarsi “popolari e di destra”. Tanto più che, oltre alle defezioni dei vari Le Pen e Strache, dunque di coloro che figurano tra i leaders europei più xenofobi, tra le sigle che avevano aderito al congresso mancava proprio quella che rappresenta davvero la destra tedesca più estrema, la NPD.

Si potrà criticare piuttosto il titolo che si è voluto dare al convegno, o dire che “Pro Köln”, la cui democraticità è dimostrata da quattro anni di presenza nel consiglio comunale della città e dal non essersi reso mai protagonista di azioni violente, abbia sbagliato ad accogliere l’adesione al congresso di realtà, loro sì espressione di un’estrema destra xenofoba.

“Pro Köln” nel frattempo ha diffuso una dura nota con la quale denuncia la debolezza dimostrata dalla polizia di Colonia, pur presente con un cospicuo numero di uomini, nel fronteggiare gli attacchi dei gruppi di estremisti di sinistra (sei poliziotti feriti, arresti, danni alle cose). Per questo annuncia anche un’immediata azione presso il Consiglio di Stato per verificare l’effettiva necessità di impedire la manifestazione per “motivi d’ordine pubblico”.

Una postilla: come mai tra i “democratici antifascisti” non ci si preoccupa di estendere la “rete” voluta contro l’estremismo di destra (vedi: http://www.netz-gegen-nazis.de ) un’iniziativa promossa da uno strano mix di istituzioni pubbliche e private: il canale ZDF, il settimanale “Die Zeit”, la Lega Calcio tedesca ed altri) non ci si preoccupa che la diga serva da difesa anche contro la l’estremismo sinistro?
Ma, come si diceva, è la solita storia: qualcuno vuol farci credere che la violenza abbia un unico colore.

L'OCCIDENTALE

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