Parentopoli a Firenze
Scritto il 20/12/10 alle 11:56:41 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
PoliticaIl sindaco Matteo Renzi brucia 12 milioni di euro per assumere gli amici

Il sindaco Pd processato alla Corte dei conti: in Provincia diede impieghi senza titoli, ora è nella bufera per uno staff stile Obama. Il Tar ha revocato la nomina della figlia di un ex dg tra i vigili urbani. L'avvocato del primo cittadino: "Tutto in regola, la legge consentiva l'operazione"

Renziopoli. Spese facili, folli, fantasmagoriche. Gli inciampi di «parentopoli» non danno certo lustro al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, incarnazione del nuovo che avanza in casa Pd. La procura della corte dei conti della Toscana ha mandato sotto processo il «piccolo Obama fiorentino» (il copyright del soprannome del primo cittadino è dell’esponente pdl locale Giovanni Donzelli) e la sua ex giunta provinciale per l’assunzione di una ventina di «esterni» che non avrebbero avuto i titoli per occupare le ambite poltrone. I giudici hanno calcolato un danno erariale di oltre due milioni di euro.

Situazione analoga al Comune di Firenze dove gli sprechi dell’amministrazione rossa, secondo uno studio dei consiglieri comunali del centrodestra, lieviterebbero a 10 milioni di euro con le assunzioni mirate negli uffici d’interesse del sindaco e della sua giunta: nell’elenco stilato dal consigliere comunale Donzelli figurano due ex assessori, l’ex portavoce di Lapo Pistelli (avversario politico alle primarie di Renzi), la figlia del direttore del Corriere fiorentino, una candidata del Pd non eletta, una giovane dirigente del partito, amici di famiglia, ex scout etc. Poi c’è il Tar che ha da poco revocato l’assunzione nel corpo dei vigili urbani della figlia di un direttore generale che, coincidenza, è stato capo dei vigili urbani ed è attualmente il responsabile di una società partecipata.

Ma andiamo per gradi. E cominciamo dai posti assegnati in Provincia. Stando alle accuse dei magistrati contabili sarebbero state fatte una ventina di assunzioni con modalità non proprio cristalline con un danno erariale di 2 milioni e 155mila euro. Alcuni dei fortunati vincitori dell’impiego pubblico non avrebbero avuto i titoli, altri sarebbero sprovvisti della laurea, altri ancora sarebbero andati a occupare posti già occupati. Le persone assunte a tempo determinato entrarono a far parte dello staff personale di Renzi e delle segreterie particolari dei componenti della giunta, ed è per questo che una trentina di persone sono finite «a giudizio», a cominciare da Renzi e dall’ex assessore Andrea Barducci, già vice di Renzi, attuale presidente dell’amministrazione provinciale fiorentina.

La «parentopoli gigliata» è sollevata ovviamente dal Pdl ma anche dalla sinistra. Per dire. Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione comunista, rispetto all’avvio del «processo» presso la Corte dei conti, è arrivato addirittura a sollecitare l’istituzione di una apposita commissione d’inchiesta per fare luce «sulla corretta finalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche sulle politiche del personale». Achille Totaro, senatore Pdl, ancora si chiede se era proprio necessario, nel 2004, buttare 2 milioni di euro dopo aver sperperato milioni «per iniziative, allegri banchetti, eventi e uno staff degno del suo livello». [...]

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