IIMIGRATI BRAVA GENTE carabinieri aggrediti e picchiati da 10 sinti |
| Scritto il 15/10/08 alle 12:11:21 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
Erano intervenuti domenica sera per calmare il gruppo di ubriachi in via Caproni In manette un quindicenne: con la nuova normativa introdotta contro la violenza negli stadi rischia da 3 a 15 anni di carcere. E’ stato riconosciuto al campo pochi minuti dopo l’episodio ROVERETO. Una ragazzata, degenerata nel peggiore dei modi possibili. Due carabinieri picchiati da un gruppo di sinti e un quindicenne arrestato e accusato di aggressione alle forze dell’ordine aggravata dal concorso di 10 o più persone. Un reato introdotto dopo il caso Raciti per reprimere il tifo violento, e che gli fa rischiare una condanna da 3 a 15 anni. Un gruppo di ragazzi, tutti nomadi del campo alla Mira di Marco, aveva passato la domenica pomeriggio a bere nel vicino viale Caproni, in zona industriale. La segnalazione è arrivata ai carabinieri di Rovereto alle 20 e 15, da parte di una donna residente in zona. Un gruppo di ubriachi - riferiva - stava schiamazzando in strada e danneggiando recinzioni e cartelli stradali. Sul posto è arrivata rapidamente la pattuglia: ha trovato sei o sette giovanissimi palesemente alterati, in un trionfo di bottiglie di vino e birra vuote; si è fermata per prendere le generalità di tutti ed invitarli a tornare a casa senza farsi più male di quanto già non se ne fossero fatto. E’ a quel punto che è scoppiato il parapiglia. Dal campo, probabilmente chiamati da qualcuno che si era allontanato all’arrivo dei carabinieri, sarebbero arrivati altri giovani. O forse si trovavano semplicemente nei dintorni. Sta di fatto che assieme, dieci tra ragazzi e ragazzini avrebbero aggredito a calci e pugni i due carabinieri. Che si sono comprensibilmente trovati a mal partito. Hanno chiamato rinforzi, ma prima dell’arrivo di altre due squadre, i ragazzi hanno avuto il tempo di picchiare maresciallo ed appuntato. Niente di grave, per fortuna, ma botte in testa e alle gambe per le quali più tardi, al pronto soccorso, sarebbero stati giudicati guaribili in 8 e 10 giorni. Comunque, all’arrivo dei rinforzi è scattata la ricerca degli aggressori. Si è conclusa nemmeno molto tempo dopo al campo nomadi, dove grazie anche alla collaborazione degli adulti del campo, uno dei “picchiatori” è stato riconosciuto con certezza dai carabinieri, ed arrestato. L’accusa è resistenza aggravata dal fatto compiuto in 10 o più persone. Un reato di recentissima introduzione e che prevede pene esemplari: da 3 a 15 anni di reclusione, anche a fronte di conseguenze fisiche tutto sommato trascurabili come nel caso di domenica notte. Le indagini sono poi proseguite ieri, nel tentativo di arrivare all’individuazione anche degli altri nove ragazzi, presumibilmente sempre sinti del campo. I carabinieri contando di arrivare all’identificazione di almeno alcuni di loro, che a quel punto saranno denunciati per lo stesso reato. Il ragazzo arrestato è stato trasferito al Centro accoglienza di Trento, in attesa che il caso sia vagliato dal Tribunale dei Minorenni. Sull’accaduto - certamente grave per le conseguenze penali che rischia di avere - i carabinieri però ieri smorzavano molto i toni. Un episodio marginale, è il solo commento dei vertici dell’Arma. Una ragazzata, appunto, degenerata forse in parte per il clima esasperato di queste settimane, ma soprattutto per lo stato di assoluta alterazione alcolica degli aggressori, del tutto non padroni di sè. TRENTINO |
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