Islam: Viminale, da Comitato si' a culto in luoghi pubblici
Scritto il 28/01/11 alle 11:14:04 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamRiunione questa mattina del Comitato per l'Islam italiano col ministro dell'Interno, Maroni e il sottosegretario Mantovano

Il Comitato ha predisposto un parere sui luoghi di culto dei fedeli musulmani, si legge in una nota del Viminale, teso a incoraggiare l'emersione di una diffusa prassi che si caratterizza per l'esercizio del culto in luoghi privati. Questi spesso sono formalmente destinati ad ospitare attivita' culturali, ricreative, sportive o commerciali, salvo poi a mutare arbitrariamente la destinazione d'uso, trasformandosi di fatto in luoghi di culto.

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Sermoni in italiano, rispetto delle norme urbanistiche, gestione trasparente delle offerte e luoghi di culto aperti a tutti: ecco le “buone prassi” dell’Islam italiano.

Il Comitato per l’Islam italiano riunito al Viminale ha stilato un documento con le linee guida per la costruzione e la gestione dei luoghi di culto.

Sermoni “preferibilmente” in italiano, moschee e luoghi di culto da costruire secondo le regole ed in zone “compatibili con la destinazione d’uso” per evitare tensioni sociali, elemosina rituale – la 'zagat' – trasparente.
Sono alcune delle linee guida contenute in un parere predisposto dal Comitato per l’Islam italiano nel corso della riunione tenuta ieri al Viminale, cui hanno partecipato anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni ed il sottosegretario Alfredo Mantovano.
Il parere punta ad incoraggiare l’emersione dei tanti luoghi di culto islamici sorti in posti formalmente destinati ad ospitare attività culturali, ricreative, sportive o commerciali.
Il documento contiene una ricerca di Stefano Allievi, docente dell’Università di Padova, che censisce in Italia 764 luoghi di culto per i musulmani, in gran parte magazzini e scantinati adibiti alla preghiera e tre moschee vere e proprie, costruite cioè con cupole e minareto, che si trovano a Roma, Catania e Milano.
Il Comitato ritiene importante una regolamentazione perché, mentre l’esercizio del culto in luoghi privati può essere declinato con ampi margini di discrezionalità, “l’esercizio del culto in luoghi pubblici o aperti al pubblico può richiedere una chiara volontà di seguire non solo gli ordinari standard di legalità, a tutti richiesti, ma anche una maggior disponibilità volta ad assicurare piena trasparenza e volontà di fattiva integrazione nel contesto di insediamento”.
Per questo, pur in assenza di una normativa specifica, alcune comunità islamiche hanno provveduto a stilare le linee guida per una disciplina dei luoghi di culto della confessione islamica.
In particolare, si legge nel documento, la Comunità Religiosa Islamica (CO.RE.IS.) e il Centro Islamico Culturale d’Italia (C.I.C.I.) hanno inteso stendere un codice di “buone pratiche” che garantisca uno statuto giuridico riconosciuto alle istituzioni religiose islamiche, ispirato “alla trasparenza nella gestione dei fondi destinati all’edificazione della moschea o comunque raccolti da fedeli e donatori, evitando categoricamente collusioni con associazioni o realtà di natura ideologica o settaria e cioè i princìpi delle quali siano contrari a quelli dell’ordinamento giuridico nazionale”.
Secondo il Comitato quindi, è importante attenersi ad un iter che riflette e integra le linee di quella elaborazione, con l’avvertenza che “si tratta di un incoraggiamento all’emersione della realtà sommersa, all’interno di un’opera di persuasione, non di repressione o schedatura, che induca a cessare la pratica di mascherare luoghi di culto dietro attività culturali, ricreative, sportive o commerciali”.
L’elemosina (zakat)
Per questo, gli esperti suggeriscono che “il pagamento della elemosina rituale, zakat, terzo pilastro dell’Islam, che può essere costituita da denaro o da beni, avvenga nel rispetto della libertà e riservatezza di ciascun fedele”. Si invitano inoltre le comunità islamiche ad istituire un consiglio di amministrazione per gestire le donazioni secondo criteri di trasparenza e in conformità con la normativa fiscale e civilistica in materia, con regolare contabilità.
Integrazione
Nel documento sono inoltre evidenziati alcuni punti per favorire l’integrazione. Tra essi, si stabilisce che nel luogo di culto e nelle attività ad esso connesse, non sono consentite attività di propaganda politica e ideologica. Né dovranno essere consentite attività di commercio, ristorazione o altro, laddove non rispettino le normative vigenti nelle relative materie.
I requisiti tecnico giuridici
Quanto ai requisiti tecnico-giuridici, i luoghi di culto islamici, “relativamente alle procedure edilizie e urbanistiche, alle norme di sicurezza e di gestione, e dell’ordine pubblico, dovranno fare riferimento esclusivo alla normativa nazionale e locale vigente”.
La comunità islamica – si legge nel testo – deve individuare l’area per l’edificazione del luogo di culto, con le idonee caratteristiche urbanistiche, e presentare il progetto all’Ufficio tecnico del Comune che lo esamina e ha facoltà di proporre soluzioni alternative. La comunità islamica inoltre si fa carico di acquistare l’area per l’edificio da adibire a luogo di culto, che dovrà corrispondere a criteri di estetica e decoro, anche in relazione all’entità del bacino d’utenza e deve essere conforme alle vigenti norme urbanistico edilizie nonché a quelle in materia di igiene, sanità, sicurezza e ordine pubblico.
Luoghi aperti a tutti
Nel luogo di culto, che si auspica aperto a tutti coloro che vogliano pacificamente accostarsi alle pratiche cultuali o alle attività in essa svolte, le medesime linee-guida auspicano dunque che si consenta la pratica del culto a tutti i fedeli di religione islamica, uomini e donne, di qualsiasi scuola giuridica, derivazione sunnita o sciita, o nazionalità essi siano.
Il consiglio: sermoni in italiano
All’interno del luogo di culto, inoltre si consiglia che i sermoni siano pronunciati in lingua italiana, laddove la recitazione coranica della preghiera rituale deve essere tenuta in lingua araba.
I nodi irrisolti
Il Comitato anticipa inoltre quali saranno i lavori che lo vedranno impegnato nei prossimi mesi e su cui verranno stilati altri pareri: i servizi d’istruzione religiosa e di consulenza giuridica offerti dalla comunità islamica, i matrimoni celebrati all’interno di strutture religiose e la disciplina per le guide religiose.
Il documento integrale.

http://immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=002617

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