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Scritto il 02/02/11 alle 13:10:13 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana |
![]() ![]() Nella discussione di questi giorni sulla nuova moschea a Torino si può inserire anche l'annosa questione del velo islamico. Tanto per mettere un po' di carne al fuoco, come si suol dire, non si può non aver notato che alcuni super-ipermercati stanno facendo assunzioni di donne musulmane come cassiere e commesse nei vari stand in tutta Italia ed anche all'estero. Donne islamiche che vestono il velo, burka piuttosto che hijab. Questo sta succedendo, ad esempio, da noi in alcuni punti della Coop ma anche di altre catene della Grande Distribuzione. Ma come far conciliare a queste donne islamiche il velo che, per tradizione e prescrizione religiosa, esse debbono obbligatoriamente portare? Ecco dunque che, dopo il "burkini" ovvero il costume da bagno adatto anche per le donne islamiche con velo per così dire "incorporato", nascere un altro elemento che potremmo definire di "marketing identitario": lo potremmo chiamare in questo caso il "burkea", cioè il burka di IKEA. Già perché proprio tra il mobilio svedese fai da te possiamo scorgere ragazze islamiche con un velo formato da due pezzi, senza fermaglio, di colore blue navy bordato in giallo e riportante il logo IKEA in giallo. Un corporate hijab - così è stato definito in alcuni siti islamici - che testimonia dell'appartenenza delle lavoratrici all'Islam e al contempo a una comunità aziendale. [...] Davide Pelanda Leggi tutto nuovasocieta.it |
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