150° UNITA' D'ITALIA E' ANCHE L'UNITA' DEGLI ITALIANI?
Scritto il 17/03/11 alle 23:18:01 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
Armando Manocchia"La Patria si serve anche facendo al guardia ad un bidone di benzina"

Occorre ricordare a chi non soffre di amnesia patologica conclamata, che, con evidente allusione alla storia romana, ed esempio dal forte impatto mnemonico, fu chiamata Aventino, l'opposizione parlamentare italiana al governo fascista, che il 27 giugno 1924, subito dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, decise di non partecipare più al lavoro del Parlamento, finché un nuovo Governo non avesse ristabilito le libertà democratiche.

Fu un errore clamoroso! "Absit iniuria verbo!"(sia detto senza offesa). Io rifiuto per principio l'Aventino, poiché sono convinto, al di là delle ideologie, quando si è stati eletti dal popolo, si ha il dovere di esercitare il mandato con la presenza attiva nelle Istituzioni.
Un proverbio dice che: "Gli assenti hanno sempre torto".
Tra i pro e i contro, c'è una spaccatura ideologica figlia delle scelte politiche individuali, dove il principio di responsabilità, cede il passo alla demagogia e all’opportunismo che – anche se sbagliati entrambi – è più personale che politico.

Se tutti si fermassero, anche solo per un attimo a riflettere, invece di venire sopraffatti dalla reazione pavloviana dell'appartenenza, molte posizioni cambierebbero, perché si accorgerebbero che il problema politico del nostro territorio sta proprio nell’incapacità di uscire dalla contrapposizione ideologica.
Se sono qui, non è certo per fare battaglie ideologiche, da cui non mi sento assolutamente condizionato, ma è per fare il mio dovere nei confronti dei cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia. Quel dovere di una minoranza responsabile, secondo il principio democratico sancito dalla Costituzione, lasciando ad altri il sacrosanto diritto di essere o apparire irresponsabili.

Durante il mio mandato, esaminerò ogni proposta, senza pregiudizi, preconcetti o preclusione alcuna verso il colore del proponente, nello spirito che dovrebbe guidare ciascun eletto, chiamato a rappresentare il popolo negli organismi istituzionali. Perché, in piena coscienza, credo che le buone iniziative non hanno colore: sono buone e basta!
Le Istituzioni, se legittime, se rispettose della Costituzione, non sono ontologicamente buone o cattive, ma possono diventare tali a seconda degli uomini che hanno la responsabilità del loro funzionamento. Secondo il principio appena enunciato, in omaggio ad alcuni nostalgici, come recitava il decalogo del milite fascista (1928): “La Patria, si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina”.

Quel poco che so, l’ho imparato dagli errori, gli unici libri su cui ho studiato e se ne farò ancora, non sarà perché qualcuno mi ha costretto a commetterli, ma soltanto per mia decisione, autonoma e responsabile. Quindi, m'impegnerò al massimo delle possibilità mie per non tradire il mandato affidatomi.
Quasi ogni giorno, abbiamo esempi di cattiva Amministrazione, ma allo stesso tempo, abbiamo altrettanti esempi di cattiva opposizione: probabilmente, basterebbe fare il contrario per essere nel giusto.
Ma, al di là delle parole, che possono essere più o meno alate, nella nostra realtà territoriale, “la sostanza è in assoluto preferibile alla forma, come i fatti lo sono rispetto alle parole”.
Credo che dopo le reazioni a caldo, occorra un recupero di razionalità. Bisogna recuperare quel buon senso, che dovrebbe far parte del bagaglio dei politici degni di questo nome, affinché il ritorno del sereno dopo la tempesta sia tale per tutti, ma, soprattutto per il bene della collettività.

Se non dovesse essere così, sono altrettanto certo che il buon senso dei cittadini, in tempi non sospetti, compenserà le grandi manchevolezze di questa classe politica.
Fino a che esisterà questo organismo, bisogna fare in modo che possa essere riconosciuto almeno come elemento di buon governo delle nostre comunità.
Certo è, che se gli animi dei politici fossero meno esacerbati, se non fossero sopraffatti dagli adoratori della palude, del limo e del gracidare delle rane tra nugoli di zanzare, potrebbe essere l'occasione di mettere mano alle riforme delle Istituzioni locali (magari, senza subire la compulsione parossistica di un gesto apotropaico).
Come ha detto George Bernard Shaw: Tu vedi cose che esistono e ti chiedi: Perché?
Io sogno cose mai esistite e mi chiedo: Perché no?

Perché è condividendo le scelte di istituire o meno il Comune Unico, di aderire o meno nell’Area Metropolitana, di dar vita o meno alla Provincia di Imola, di creare o meno l’indipendenza della Regione Romagna, che si può risolvere insieme e una volta per tutte, molti problemi che derivano da quella causa conclamata, che è l’assenza di indipendenza del nostro territorio.

L'unica speranza per la nostra collettività è che la situazione non si trasformi in squilibrio politico permanente. Sarebbe uno schiaffo, che resterebbe scolpito negli annali della dabbenaggine politica
Non dovrebbe sfuggire, ai sottili osservatori, il sorriso gastro-concupiscente, da gatto Silvestro, che illumina il volto dei rappresentanti della maggioranza, nel constatare il continuo sgretolamento della minoranza.
Con umiltà, chiedo agli "ottimati" della maggioranza, dotati per natura del lessico politico giustizialista, di risparmiarci ogni volta la paternale in conseguenza di una superiorità antropologica del tutto autoreferenziale.

Con altrettanta umiltà, chiedo alla minoranza; poiché la locuzione: "tradimento o inciucio" ha perduto ogni originalità nel lessico politico e che la "libertà di scelta" - per alcuni di loro, qualcosa di troppo democratico, a causa della sudditanza ideologica - è più rispondente al mio caso.
Non solo, in considerazione del 150° dell’Unità d’Italia che ci dovrebbe vedere uniti più che mai, vorrei comunque, tentare di condurre la minoranza, sui sentieri meno triviali della filosofia.
Pur restando ancorati alla fatale prosaicità della politica quotidiana, mi permetto di suggerire, a coloro che vivono allo stato pre-letargico, a chi dispone di una consueta e arcinota scarsa attitudine al lavoro, a chi è permeato da uno smodato desiderio di apparire sui giornali,- anche se spinti, dalla rispettosa scelta di non essere parte di questo organismo costituzionalmente modificato - di valutare bene questa scelta, perché si sta rivelando una nemesi per gli stessi ideatori, che una dopo l'altra, vedono spegnersi, le tante luci che li avevano abbacinati.
Decidete Voi se ambire ad essere maggioranza o restare minoranza, decidete Voi se ambire ad essere vincenti o restare perdenti!

Armando Manocchia

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