Violentata a 14 anni, frustata per punizione, muore una settimana dopo
Scritto il 01/04/11 alle 17:34:01 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamApplicazione testuale e letterale della legge islamica, la Shari’a? Porta anche a questo

Una ragazza di 14 anni, unicamente colpevole di star andando al bagno, è stata violentata da un suo anziano cugino, presa a sberle dalla moglie di lui, condannata dal locale imam a 100 frustate; dopo averne prese 70 è collassata, è stata portata d’urgenza al più vicino ospedale dove è morta dopo una settimana. La bruta sequenza degli eventi ci mostra come la vita della giovane sia cambiata nel giro di pochi minuti.

BANGLADESH – La storia è sui media internazionali, ed è davvero raccapricciante. Succede a Shariatpur, nel Bangladesh centrale, non lontano da Dacca: come abbiamo detto, la giovane stava raggiungendo un bagno pubblico. Adesso qualcuno esperto di costumi islamici potrebbe anche sostenere che se fosse andata al bagno a casa sua, nulla sarebbe successo. L’assalitore di Hina – così si chiama la ragazza – come abbiamo detto, un suo cugino, padre di famiglia con un figlio dell’età della sua vittima, era stato anche ammonito dalle autorità del villaggio: non era la prima volta che insidiava la ragazza.

Hena era la più giovane di cinque bambini nati da Darbesh Khan, un lavoratore interinale, e sua moglie, Aklima Begum. Avevano una capanna fatta di metallo ondulato e legno marcio e facevano una vita semplice che è improvvisamente cambiata un anno fa con il ritorno del cugino di Hena, Mahbub Khan. L’uomo è tornato a Shariatpur dalla Malesia, dove lavorava. Suo figlio è dell’età di Hina, e andavano a scuola insieme.

Khan notò Hena e iniziò a darle fastidio sulla strada di scuola e ritorno, ha detto il padre di Hena. Si era anche lamentato con gli anziani del villaggio del comportamento del nipote, grande tre volte Hina. Gli anziani ammonirono Mahbub e gli inflissero una multa di 1000 dollari. Ma Mahbub era il figlio del fratello maggiore di Darbesh, e il padre di Hina fu costretto a lasciar correre.


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