Forbice dimenticata  in addome di una donna, pm chiede l’archiviazione
Scritto il 24/05/11 alle 17:47:13 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Giustizia e IngiustiziaDopo che i consulenti nominati dalla pubblica accusa non hanno accertato responsabilità. La parte civile si opporrà
Resta un mistero la vicenda delle forbici che sarebbero state “dimenticate” nell’addome di una giovane donna straniera residente a Merì dopo un intervento operatorio di parto il cesareo e mai ritrovate. L’indagine integrativa ordinata in precedenza dal Gip Marisa Salvo, nonostante una consulenza di esperti non ha permesso di chiarire il rebus che vede al centro dei misteri i due ospedali di Barcellona e Milazzo, tanto che la Procura è tornata a chiedere l’archiviazione del caso.

Archiviazione a cui si è opposta la difesa della puerpera, rappresentata dall’avv. Gaetano Pino, tanto che sarà fissata una udienza camerale dinanzi al Gip Maria Rita Gregorio nel corso della quale dovranno comparire i sei medici dell’equipe operatoria dell’ospedale di Milazzo che nel frattempo sono stati tutti indagati per l’ipotesi di reato di lesioni personali colpose aggravate che seguirono all’intervento chirurgico effettuato a Milazzo l’8 maggio del 2007 sulla giovane madre che aveva partorito - un anno prima all’ospedale di Barcellona - con taglio cesareo.

A Barcellona sarebbero state dimenticate le forbici, mentre a Milazzo la rimozione delle stesse non sarebbe stata segnalata. I sei medici indagati dell’ospedale di Milazzo e di cui si apprende solo adesso della loro iscrizione nel registro degli indagati a seguito della notifica degli atti, sono tutti ginecologi che effettuarono un intervento un anno dopo il parto. Intervento che sarebbe giovato a rimuovere il corpo estraneo. Infatti la giovane donna subito dopo il parto aveva accusato forti dolori e pertanto fu ricoverata presso l’ospedale di Milazzo ove successivamente venne sottoposta ad intervento chirurgico per asportazione di una “neoformazione pelvica” particolarmente voluminosa (oltre 1 kg di peso e cm 12 x 8 e 8 di spigolo di dimensioni).

Proprio su questo intervento effettuato nel 2007 si sono concentrate le indagini dell’allora sostituto procuratore Michele Martorelli. In particolare, infatti, il magistrato oltre a disporre l’acquisizione della cartella clinica e di tutta la documentazione medica relativa al ricovero, aveva conferito incarico a due consulenti medici al fine di verificare se la Tac effettuata prima dell’intervento fosse compatibile con la presenza delle forbici rilevate nell’addome da un esame radiografico effettuato da uno studio privato.

I consulenti dovevano sottoporre a visita medica la donna ed infine procedere a comparazione fra la stessa Tac effettuata prima dell’interveneto chirurgico e l’esame radiografico effettuato dalla donna presso uno studio privato di Barcellona. Secondo quanto accertato dai consulenti della Procura dalla documentazione medica sequestrata dai carabinieri presso i due Ospedali non risulterebbe alcuna traccia del presunto “errore” commesso dai colleghi, né tanto meno della presenza delle forbici.

E così il magistrato, ritenendo l’insussistenza del reato, ha richiesto l’archiviazione al Gip
. Tuttavia - come ha rilevato il difensore della donna avv. Gaetano Pino - gli stessi consulenti non sono stati in grado di effettuare la comparazione fra la Tac e l’esame radiografico privato prodotto dalla difesa. E il motivo per il quale questa comparazione non è stata effettuata non è stato nemmeno specificato dai due consulenti e per tale ragione la donna ha proposto opposizione all’archiviazione, causando l’invio degli avvisi di garanzia ai sei indagati.

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