PRIMAVERA ARABA, Egitto, si torna in piazza contro regime militare
Un Paese tornato a una situazione di scontro e di caos, tanto che già qualcuno inizierebbe a rimpiangere il vecchio regime 
Il capolavoro di chi ha rivesciato il vecchio rais Hosni Mubarak, al potere dal 1981 in Egitto, si sta dimostrando in tutto il suo splendore in queste settimane, con un Paese tornato a una situazione di scontro e di caos, tanto che già qualcuno inizierebbe a rimpiangere il vecchio regime.
Estromesso dal potere Mubarak, il potere è passato nelle mani di una giunta militare, che dovrebbe guidare l’Egitto in questa fase di transizione, fino a nuove libere elezioni, che dovrebbero avvenire a settembre, salvo imprevisti. Ma il clima che si respira nelle città egiziane, dopo le prime settimane di soddisfazione per la cacciata del 82enne presidente, non è più così festoso e di convinzione.
Da settimane si registrano tensioni tra mussulmani e cristiani. Questi ultimi rappresentano il 10% della popolazione egiziana, una minoranza dai numeri non indifferenti, specie di rito copto. Circa tre settimane fa, una chiesa cristiana di Il Cairo fu assaltata da centinaia di estremisti islamici, dando vita a scontri che hanno provocato dodici morti e un centinaio di feriti, per lo più cristiani. La ragione dell’assalto fu allora la diffusione di una voce (poi rivelatasi falsa), per cui una donna cristiana, che voleva convertirsi all’islam, sarebbe stata tenuta segregata in quella chiesa.
Ma l’episodio fu solo il sintomo di uno scontro latente, che monta da anni, così come di una insoddisfazione, per il dopo-Mubarak, sfociata in una manifestazione di protesta lo scorso venerdì a Piazza Tahrir, nella capitale. E’ la stessa piazza, dove migliaia e poi centinaia di migliaia di persone a febbraio sfidarono il regime di Mubarak, causandone il crollo.
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