Casale di lusso e rifiuti: indagato Bassolino
Scritto il 17/06/11 alle 14:14:29 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Giustizia e IngiustiziaL’ex sindaco di Napoli è accusato di corruzione: avrebbe pagato tangenti per procedere ai lavori di ristrutturazione e accatastamento di una villa da un milione di euro con sauna, parco e campo da calcetto a Cortona, nel cuore della Toscana

Il Rinascimento napoletano è af­fogato fra i rifiuti. Ma per Anto­nio Bassolino andava avanti fra le colline modellate dalla storia di Cortona. Un angolo della To­scana che è una cartolina e una location cara ai vip della sinistra. Qui l’ormai ex governatore si sa­rebbe costruito un casale che as­somiglia tanto a una sontuosa reggia: 450 metri quadrati, più il parco, più la sauna e il campo da calcetto. Le pareti in mattoni ros­si si affacciano sui cipressi e gli ulivi. Fascino, storia, discrezio­ne. E invece siamo dentro un’in­chiesta che è arrivata alla conclu­sione: ieri la Procura di Arezzo ha messo i sigilli al sogno e ha conte­stato formalmente a Bassolino il reato di corruzione. In pratica l’ex leader del Pd campano avrebbe pagato tangenti per procedere nei lavori di ristrut­turazione e accatastamento dell’immobile.

Ma il capo d’imputazione è solo l’ultimo aspetto di una vi­cenda grottesca. Perché Bas­solino sostiene di non avere nulla a che fare con quel casa­le e gli investigatori, prima quelli napoletani e poi i loro colleghi di Arezzo, ritengono che dica il falso e si sia servito, per non figurare, di un presta­nome. Un prestanome di lus­so, come tutto in questa storia che va avanti dal 2008:l’ex par­lamentare dei Ds Giuseppe Pi­no Petrella, uno dei più noti chirurghi italiani. Tutti i lavori sono stati fatti a nome e per conto di Petrella, ma i detecti­ve pe­nsano che in realtà Petrel­la abbia coperto Bassolino per motivi che nessuno è mai riu­scito a chiarire. In realtà i due si sarebbero spartiti la reggia a metà.Uno di qua e l’altro di là. E ora Petrella è nei guai, esatta­mente come Bassolino e co­me l’architetto Alvaro Fabrizi, ex capo ufficio tecnico del Co­mune di Cortona, pure indaga­to per corruzione; altri due ar­c­hitetti che hanno seguito la ri­strutturazione dell’edificio sa­rebbero responsabili di reati minori.

L’inchiesta comincia a Na­poli, anzi per la precisione a Giugliano. Almeno 400 chilo­metri più a Sud di Cortona. Qui sono stoccati due milioni di ecoballe. Cubi di plastica su cui volteggiano centinaia di gabbiani. La pace di Cortona vista da qui è solo un miraggio. Quelle ecoballe sono il simbo­lo del fallimento della politica ambientale in Campania. Era­no state affidate alla Fibe, so­cietà del gruppo Impregilo del­la famiglia Romiti, e la Fibe si era impegnata a trattare le eco­balle in modo da trasformare il pattume in combustibile per produrre energia.

Ma la bacchetta magica non funziona. Il problema non so­lo non viene risolto, ma la si­tuazione degenera e il resto è la cronaca drammatica che tutti conosciamo. La Procura di Napoli si muove e indaga Antonio Bassolino e Piergior­gio Romiti per traffico illecito di rifiuti. Scava scava, salta fuo­ri un’altra circostanza strana. Si scopre che i due hanno inte­res­si immobiliari a pochi chilo­metri l’uno dall’altro, nei din­torni magici di Cortona. Un ca­so?  [...]

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