India, violentata e bruciata viva: con la complicità della polizia
Scritto il 21/06/11 alle 16:54:38 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Extraumanitarinello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, una donna è stata violentata e bruciata viva da una banda di cinque persone che ha fatto irruzione in casa della vittima

Purtroppo non si tratta dell’unico caso di violenza registrato in poche settimane in questo stato. Anche perché da sempre discriminazioni, violenze e abusi nei confronti delle donne sono, purtroppo, all’ordine del giorno.

Solo venerdì scorso un’adolescente di soli 14 anni è stata accoltellata da due uomini intenzionati a violentarla. L’aggressione le ha provocato la perdita totale di un occhio e ha danneggiato seriamente l’altro. E anche se uno dei due aggressori è stato arrestato e l’altro identificato, gli abitanti del villaggio di Gadwa Buzurg, nel distretto di Kannauj, sospettano che nesuno verrà punito proprio grazie alla complicità delle forze dell’ordine. Appena una settimana fa il corpo di un’altra giovane donna è stato trovato appeso ad un albero nella zona di Nighasan, nel distretto di Lakhimpur. Secondo la ricostruzione della famiglia, la polizia avrebbe offerto loro del denaro per indurli a non sporgere denuncia.

Relativamente all’ultimo caso di violenza, è stato scoperto che la ragazza era seduta davanti a casa quando è stata avvicinata dagli aggressori, che l’hanno poi portata in casa, violentata e bruciata viva dopo aver cosparso della benzina sul suo corpo. La giovane sarebbe stata uccisa nel timore che avesse riconosciuto i malviventi coinvolti nella violenza, e seppur in fin di vita la ragazza indiana sarebbe riuscita a rivelare la loro identità alla polizia che, tuttavia, non avrebbe preso in considerazione le sue accuse “pur avendo avviato le indagini”.

Anche se è risaputo che l’Uttar Pradesh si trova in cima alla lista quando si parla di crimini contro le donne, in tutta l’India le violenze contro giovani e giovanissime fanno parte da tempo della quotidianità di molti villaggi. Si calcola che ogni anno migliaia di ragazze vadano incontro a questa fine orribile, soprattutto per problemi di dote o di parti femminili. Nel 2009 aveva fatto il giro del mondo la notizia di un’altra donna di appena 25 anni bruciata viva dal marito e dai parenti per aver partorito una bambina. La ragazza era stata data alle fiamme poche ore dopo il parto, quando la famiglia, a fronte della nascita della seconda bambina -la prima era stata uccisa sempre dai familiari due anni prima- si è convinta che non avrebbe mai potuto partorire un erede maschio.

Anche infanticidio e aborto selettivo sono purtroppo pratiche talmente diffuse nel Subcontinente da essere quasi considerate normali, soprattutto all’interno delle comunità più povere. Anche se picchi a dir poco inquietanti interessano persino le famiglie agiate, composte da coniugi istruiti. Negli ultimi trent’anni potrebbero essere state uccise o abortite dodici milioni di bambine. Ed è proprio per questo che i medici indiani hanno il divieto di anticipare ai genitori il sesso del nascituro. Spesso, infatti, consci di non poter mantenere una figlia, parecchie famiglie scelgono di liberarsene con un aborto -se si hanno i soldi per pagare l’ecografia, o uccidendo la neonata.

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