Una strage usata per gettare fango sul cristianesimo?
Scritto il 26/07/11 alle 13:21:10 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniIn questi giorni tutti si stanno occupando della terribile strage avvenuta in Norvegia venerdì scorso

Poiché ci sono persone molto più competenti di me che già hanno trattato l’argomento nelle sue varie sfaccettature, io mi permetto soltanto di concentrarmi su un particolare.

Anders Breivik, il pazzo autore dell’attentato a Oslo e dell’eccidio di quei poveri ragazzi che si trovavano sull’isola di Utoya è stato frettolosamente definito “fondamentalista cristiano”. I giornali e le televisioni, nonché certe forze politiche, hanno giocato con questo termine e l’hanno utilizzato per far passare il messaggio secondo cui tutte le religioni sono soggette a derive estremiste e dunque si equivalgono. Purtroppo, come al solito, la notizia è basata su una visone distorta della realtà e su analisi superficiali.

Innanzi tutto è bene precisare che il concetto di “fondamentalismo” riferito al mondo cristiano, specialmente negli Stati Uniti, riguarda alcune confessioni protestanti che difendono l’intangibilità della vita innocente come valore imprescindibile e assolutamente non soggetto a compromessi: di qui le varie marce per la vita e contro la disciplina normativa che regola l’aborto. Non si capisce quindi come possa un “fondamentalista cristiano” fare strage di persone del tutto innocue e senza colpa. Anzi, la mattanza avvenuta nel paese scandinavo ricorda molto di più i crimini commessi dai regimi totalitari del XX secolo o dal giacobinismo scaturito dalla Rivoluzione francese: in effetti, Breivik a Utoya voleva eliminare tutta la futura classe dirigente del partito laburista in quanto tale, proprio come i nazisti facevano con gli ebrei, i giacobini con gli aristocratici e i comunisti con i nemici di classe. In tutto questo è ben evidente il fondamentalismo. Ma che c’entra l’aggettivo “cristiano”?

Il biondino squilibrato, peraltro, è affiliato a una loggia massonica ed è vicino alla cultura esoterica, nonché a quella sionista. I suoi cavalli di battaglia erano l’anti-islamismo e la conseguente avversione al multiculturalismo, d’accordo. Però questo non ha nulla a che vedere con il cristianesimo. Anche perché tra l’altro, nel suo testamento politico, Breivik critica aspramente il Papa per il suo lassismo nei confronti dei musulmani, quindi ogni accusa verso la Chiesa viene a decadere. Insomma, si sarà pure definito un conservatore cristiano, sarà pure entrato consapevolmente nella Chiesa luterana, ma il suo progetto politico, se così si può chiamare, è tutt’altro che attinente al messaggio di Cristo, oltre che essere molto, ma molto confuso.

Pertanto sarebbe un errore grossolano voler associare a tutti costi un presunto estremismo cristiano, che non ha alcun fondamento biblico, con il ben diverso fondamentalismo islamico. Almeno per ora, non voglio entrare in merito alle polemiche sul multiculturalismo, su Eurabia e sul rapporto con l’islam. Certo è che se i partiti xenofobi e di estrema destra, a volte neopaganeggianti, riscuotono grandi successi elettorali cavalcando la paura nei confronti dei seguaci di Maometto un motivo ci sarà. Il caso di Breivik sta a dimostrare, come giustamente ha scritto Magdi Cristiano Allam, che il razzismo è l’altra faccia del multiculturalismo.

In ogni caso, il terrorista norvegese, che in un giorno solo ha causato circa cento morti, non è stato mosso dalle sue convinzioni cristiane, semplicemente perché non ne aveva, o ne aveva di distorte, come dimostrato anche dalla sua condotta privata. Sentir dire il contrario è intollerabile. Che si tratti ancora una volta di una strisciante diffamazione del cristianesimo?

http://www.dailyblog.it/una-strage-usata-per-gettare-fango-sul-cristianesimo/26/07/2011/

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