Il vicolo cieco della moschea
Scritto il 24/01/08 alle 16:09:32 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e Opinionidi Magdi Allam



Il Comune di Bologna sta competendo sul filo di lana con quello di Colle Val D’Elsa nella gara per aggiudicarsi il primato dell’amministrazione più islamica degli stessi islamici in tutt’Italia. La giunta guidata da Sergio Cofferati è determinata, costi quel che costi, a regalare agli estremisti islamici dell’Ucoii una moschea e un quartiere ghetto. Chiunque fosse dotato di buonsenso dovrebbe arrendersi di fronte all’evidenza di un’organizzazione che ha fatto della dissimulazione della realtà la sua norma di condotta. Dovrebbe essere sufficiente la fotografia pubblicata ieri dal Corriere di Bologna che mostra il presidente dell’Ucoii, Mohamed Nour Dachan, affiancato dallo stemma dell’Ucoii mentre presiede una riunione all’interno della sede del Centro di cultura islamica di Bologna, per far comprendere che qualcosa non torna quando i responsabili del Centro sostengono di non aver nulla a che fare con l’Ucoii.

Mi domando come si possa affidare la rappresentanza dei musulmani di Bologna a un’organizzazione i cui due principali leader, Dachan e l’ex segretario nazionale Hamza Roberto Piccardo, sono stati rinviati a giudizio per istigazione all’odio razziale, da sempre predicano la distruzione di Israele e inneggiano al gruppo terroristico palestinese di Hamas. E’ forse sfuggito al Comune e al sindaco Cofferati che il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha di fatto sospeso i lavori della Consulta per l’Islam d’Italia, proprio
perché non vuole più aver nulla a che fare con Dachan? Cofferati può legittimamente tenere o meno in debito conto il fondato monito di Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis, che ha messo in guardia dal rischio della cittadella islamica egemonizzata dall’Ucoii.

Ma ciò che è difficile comprendere è che si continui a ignorare la diffusa preoccupazione dei cittadini bolognesi, quelli di destra e quelli di sinistra. In uno stato di democrazia si interpella quantomeno la cittadinanza prima di adottare una decisione fortemente problematica, tramite l’istituto principe del referendum.

Anche a Colle Val d’Elsa l’amministrazione di centrosinistra si è ostinata a regalare una mega-moschea all’Ucoii, mettendosi contro buona parte della cittadinanza. I lavori sono stati interrotti a metà e su tutto incombe l’esito di due ricorsi al Capo dello Stato e al Tar. Ma lo scempio ambientale e lo scontro aperto con i cittadini si sono già consumati.

E’ proprio necessario che tutto ciò si ripeta a Bologna con conseguenze ancor più laceranti? Perché non pensare a dei progetti alternativi, quali la rivalorizzazione dei cinque
luoghi di culto islamici già esistenti in città per assicurarne l’effettiva funzione di veicolo di
spiritualità sana e di integrazione veramente costruttiva?

Magdi Allam
Corriere di Bologna, 12 gennaio 2008

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