Il Regime di Gheddafi era preoccupato da Islam radicale
Scritto il 01/09/11 alle 16:14:32 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamLo dice il Washington Post

Alcuni documenti dell’Interior Security Agency, agenzia per la sicurezza interna del governo libico, mostrano come il regime del Colonnello Muammar Gheddafi era preoccupato della minaccia rappresentata dall’Islam radicale. I documenti ottenuti dal Washington Post danno prova della lunga campagna intrapresa da Tripoli per sradicare i militanti islamici, considerati una minaccia per il regime.

I documenti mostrano come i funzionari libici seguivano i movimenti dei militanti di al Qaida e condividevano le informazioni sulle cellule estremiste con le agenzie di intelligence di altri Paesi, fra cui anche quelle americane. In un documento, Abu Mounir – un ufficiale della Interior Security Agency – non ha dubbi: “dobbiamo contrastare queste persone” e “ premere affinché gli americani insistano che gli altri governi adottino provvedimenti più severi” contro i simpatizzanti di al Qaida.

I documenti sono stati rinvenuti pochi giorni dopo la caduta del regime di Gheddafi per mano dei ribelli, condotti – anche – da Abdelkarim Belhadj, autoproclamatosi leader della “Brigata Tripoli”. Belhadj è l’ex leader della Libyan Islamic Fighting Group, organizzazione islamista che ha combattuto in Afghanistan contro l’occupazione sovietica negli anni Ottanta.

Belhadj era salito, di recente, agli onori delle cronache per essere stato arrestato in Afghanistan nel 2004. Dopo essere stato interrogato dalla Cia in Tailandia (in una delle prigioni segrete dell’agenzia d’intelligence americane), Belhadj era stato consegnato al governo libico, allora considerato dagli americani un alleato nella lotta al terrorismo. L’organizzazione di Belhadj era stata inclusa dal Dipartimento di Stato americano nella lista di organizzazioni terroristiche.

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