''Solidarietà ai copti, no alla moschea''
Scritto il 17/10/11 alle 13:48:57 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamLa Lega: Pisapia dimentichi gli islamici e denunci i massacri dei cristiani

La comunità copta di Milano si organizza. È appena nato un gruppo su Facebook, cominciano a emergere piccoli leader. Yasser, tra gli altri, pizzaiolo in Italia da undici anni, è uno di quelli che si passano il megafono. Oggi sarà davanti a Palazzo Marino con gli «amici» della Lega Nord per chiedere un incontro col sindaco, dice: «Al posto di aiutare i musulmani a fare una grande moschea deve aiutare i cristiani copti». In che modo? «Deve denunciare quello che sta succedendo. Soprattutto gli italiani devono stare attenti agli islamici che stanno occupando l'Europa».

È il punto di contatto con il Carroccio, che già in passato ha sostenuto le ragioni dei copti e ora a Milano puntella la protesta. All'Arco della Pace passano il consigliere comunale Max Bastoni e l'eurodeputato Mario Borghezio. «Ho suggerito l'idea, colta al volo, di chiedere al sindaco non solo di riceverli, ma anche di esprimere solidarietà - dice Borghezio -. Loro dimostrano cosa potrebbe succedere anche qui, spiegano cos'è il rischio islamizzazione».


Il presidio di oggi è organizzato da Bastoni (lo stesso dello slogan contestato del 2000 «Bastoni contro l'immigrazione»): «Mi sono fatto portavoce della comunità - dice adesso -, gente integrata, tutti lavoratori, perché si rompa il silenzio delle istituzioni. Il sindaco li ascolti, non pensi solo alla grande moschea». Che peraltro non sarebbe nei progetti, si parla piuttosto di piccoli centri di culto nei quartieri... «L'importante è che non li lascino nelle mani degli integralisti», interviene Mankarious. Giacca e cravatta, tra i capi della protesta è quello che apertamente dice di essere «un politico», vicino al movimento di Magdi Cristiano Allam. Preoccupato, ma più aperto al dialogo: «Noi cerchiamo di dare voce ai musulmani liberali», in piazza Scala lui non ci sarà.
Come non ci saranno Sara e Simona, 18 e 17 anni, studentesse delle superiori, nate in Italia: «L'importante è che non facciano nulla di male - osserva Sara -: gli islamici non sono cattivi». «Ho molti amici musulmani - aggiunge Simona -, compagni di scuola, vicini di casa, usciamo insieme». E i genitori approvano? «Mamma dice di non frequentarli troppo...».

corriere - 17 ottobre 2011

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