Marc Bonnant: ''L' islamofobia è un dovere''
Scritto il 09/11/11 alle 19:47:49 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamMarc Bonnant, lei lancia un appello alle crociate? In nessun modo. Esprimo semplicemente un'opinione evidente e di una grande banalità

Dire che l' islamofobia è un dovere, chiama ciò un'opinione banale?
Forse occorre portare alcune precisazioni all'indirizzo di quelli che frequentano poco i dizionari. Derivata da una radice greca, fobia significa paura. L' islamofobia è dunque la paura dell'islam. Non si tratta in alcun caso di rifiuto, di disprezzo o di odio. Nel caso presente, l'attentato contro la redazione di Charlie Hebdo, è legittimo temere l'islam.

Non fate semplicemente della provocazione in un contesto che è già abbastanza teso?
Attaccare il cristianesimo, é esercitare il suo spirito critico; farne la stessa cosa con l'islam,é della provocazione. Qualsiasi critica dell'islam è diventata impossibile. Noi abbiamo Interiorizzato questo tabù. Ma io, non mi arrendo a pensare l'islam nel modo in cui ce lo impongono.

Non avete paura che le vostre opinioni siano recuperate dall'estrema destra?
Se della gente pensa che Marc Bonnant desideri organizzare incursioni, posso soltanto affermare che questi pensieri sono molto distanti dai miei.

Lei era stanco di prendersela contro le femministe, allora adesso attacca i musulmani?
Ho indirizzato alcune parole critiche nei confronti delle femministe poiché amo le donne. Una femminista è una donna suicida che ha raggiunto i suoi scopi. Ha ucciso in essa tutto ciò che faceva la sua unità. Per quanto riguarda l'islam, ci troviamo di fronte a ciò che nessuno chiama una guerra delle civilizzazioni. Ed é a quest'islam trionfante, questa religione virile, a questo entusiasmo, cosa opponiamo? Perfezionamenti giuridici, reazioni molle, della tolleranza, un pacifismo simpatico.

Non dimentica un po' facilmente che la maggioranza dei musulmani è moderata?
Non c'è fede tiepida. Come qualcuno che crede in un dio assoluto, che sia ebreo, cristiano o musulmano, potrebbe essere moderato? Ma c'è un islam illuminato, quello delle luci. Sono cosciente del debito che abbiamo in relazione all'islam. Nel medioevo, gli Arabi hanno tradotto tutti i testi greci che sono la base della civilizzazione occidentale. È grazie a loro che oggi, possiamo leggere Aristote.

 Ad ascoltarvi, non dovete andare spesso in chiesa?
Sono ateo. Dio è un impostura che può risultare fertile quando fa crescere l'uomo. Noi dobbiamo Giotto, Mozart, Haydn e la cappella Sistina al cristianesimo.


Omaggio “a Charlie Hebdo„

Povera Cartagine. Ancora e sempre distrutta. Ieri Ali, oggi Allah. Da una dittatura l'altra. All'oppressione di alcuni succede quella di tutti. L'uguaglianza ci guadagna, non la libertà.
Alcuni idealisti, coloro che non hanno il senso tragico della storia e che credono di modificare la realtà negandola, si erano rallegrati delle rivoluzioni arabe. Salutavano la promessa dell'alba e l'emergenza della primavera. Ma già gli eventi danno loro torto: gli islamisti hanno preso il potere in Tunisia, la charia è ormai la legge libica, i fratelli musulmani aspettano in imboscata in Egitto.
L'alba è una notte, la primavera un'era glaciale.
Un'ipotesi potrebbe essere presa in considerazione: tutti i popoli non sono fatti per la libertà. Anche se per psittacismo la richiedono, aspirano in realtà ad alienarsi. Esauriscono la loro libertà nella scelta di una servitudine volontaria. L'idea di dio - quest'impostura fertile - è una di queste servitudini.
Per avere commentato l'arrivo degli islamisti, Charlie Hebdo, é diventato il tempo di un numero, Charia Hebdo, ed è stato danneggiato.
I dei non ridono. Quello dei maomettani meno degli altri. La critica del cristianesimo è critica; quella dell'islam, provocazione. Per l'islam, ci sono soltanto i credenti e gli infedeli. Infedeli, lo siamo, certamente. Tollerare l'islam, non è accoglierlo. È anche legittimo essere islamofobi. La detestazione è salutaria. Divide, ma salda anche attorno ad un'identità rivendicata.
L'altro non sono io, e io non é un' altro.
Qualsiasi uomo o qualsiasi terra che é stata romanizzata, cristianizzata e che è stato sottomesso all'esigenza dello spirito greco è europeo. Lui ed essa soli. Le nostre madri patrie sono Atene, Roma, Gerusalemme; non Kabul o Djeddah. Non Medina o La Mecca.
Perché dimenticarlo? Poveri orfani della nostra cultura. Eredi ingrati che hanno avuto l'illusione di diventare liberi ripudiando la nostra eredità.
Il blasfemo può essere soltanto il fatto del credente. I'ateo, l' agnostico, il settario di un altro credo non blasfema, esercita il suo spirito critico ed analitico. La fede dell'altro è soltanto un'opinione, una rappresentazione del mondo che può giudicare e sfidare liberamente.
Là é la libertà d'opinione ed il suo correlato, la libertà d'espressione, alle quali teniamo principalmente.
Alle nostre riserve, alle nostre critiche, l'islam risponde con la condanna a morte, i linciaggi, le maree di folle che urlano, gli attentati, il ferro ed il fuoco. Alla nostra libertà risponde la sua costrizione; al nostro diritto, la sua forza.
L'islam è virile, non soltanto con la sorte detestabile che riserva alle donne, ma perché è conquistatore, dominatore, arrogante, espansionistico e proselita. Altrettante ragioni di armare la nostra resistenza. Inizialmente di sapere designare chiaramente il nemico. L'ecumenismo e la tolleranza sono soltanto diluizione e rovina dell'anima. Poi indurre i nostri caratteri. Alla fede degli islamisti, opponiamo soltanto il nostro scetticismo; al loro entusiasmo, il nostro senso della misura. Noi amiamo soltanto l'acqua tiepida. L'occidente è un tepidarium.
I locali calcinati di Charlie Hebdo sono la metafora perfetta del futuro delle nostre libertà se lasciamo all'altro il compito di limitarle e se interiorizziamo i suoi divieti per farne i nostri tabù.

Sappiamo ciò che ci insidia.Un sapere inutile…
L' islamofobia è un diritto…
No, qui, un dovere.

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