Prodotti troppo halal per essere venduti
Scritto il 20/12/11 alle 13:49:55 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
IslamDue miliardi di potenziali consumatori nel mondo, un giro d'affari di 500 miliardi di euro

Halal vende di più e spesso a prezzi maggiorati. Eppure, c'è qualcosa che non torna. Anzi, che torna al mittente. Non basta infatti un logo per conquistare il consumatore. E, più importante, per passare alcune dogane. Pacchi che ricevono bei «pacchi»: merci italiane, francesi, tedesche, rifiutate alle dogane di Dubai, Singapore, Malaysia e così via.

Altri che alla frontiera non ci arrivano nemmeno, snobbati dai distributori. Le conseguenze di certificazioni sbagliate o addirittura false arrivano a multe salate, ritiro della merce dal mercato, e pubblicazioni sui media. Un danno di immagine, oltre che commerciale. Effetto dell'improvvisazione con cui operano alcuni dei così detti centri di certificazione halal nostrani.

«Non solo italiani. Ma non si tratta sempre di mala fede o di certificazioni false», spiega Annamaria Tiozzo, consulente di marketing islamico e di certificazioni religiose. «Il mercato, si sa, è in crescita. Accanto a istituzioni religiose che operano da anni in questo settore, sono sorti, a decine, centri improvvisati, islamici e non. Ma se, in teoria, qualsiasi musulmano adulto e praticante può rassicurarci sullo stato halal di un alimento, questo non significa che a livello internazionale queste dichiarazioni possano essere spese come certificazioni halal. Ogni Stato ha norme diverse in proposito: orientamenti religiosi, norme doganali, leggi a tutela del consumatore, leggi governative. Stante lo sforzo di numerose associazioni e alleanze, a oggi non abbiamo ancora degli standard internazionali di certificazione validi per tutti i Paesi, in particolare per quelli della Conferenza islamica (OIC). Addentrarsi nella giungla di tutte queste normative, per altro in continua evoluzione, e in quella degli accreditamenti dei centri di certificazione, richiede una formazione continua e molta preparazione».

Che cosa intende per accreditamento?
«Non tutti i Paesi islamici richiedono una certificazione halal delle merci; la maggior parte di essi la richiede solo per le carni. Alcuni per tutti i generi alimentari. Qualcuno comincia a chiederla per farmaci e cosmetici. Tuttavia, non basta che un qualsiasi centro islamico (perché islamico deve essere! In quanto parliamo di una certificazione religiosa) apponga un suo logo. Il centro deve essere accreditato dalle autorità del mercato di destinazione della merce. Ogni Paese richiede requisiti diversi per l'accreditamento degli enti».

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