Mutilazioni genitali settemila bimbe a rischio
Scritto il 06/02/12 alle 15:24:11 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ExtraumanitariIn uno studio i dati choc sull’infibulazione in Italia

Ci sono cose che crediamo lontane dal nostro piccolo mondo sicuro. O forse siamo solo miopi rispetto a quello che ci circonda. Altrimenti non c’è spiegazione per lo stupore che colpisce come una lama quando si leggono le cifre raccolte dall’Albero della Vita in occasione della giornata mondiale contro le mutilazioni femminili, oggi: «In Italia a rischio 93.000 donne, fra cui più di 7.700 bambine».

Una cifra enorme, minuscola se rapportata al mondo dove ogni anno 140 milioni di donne sono sottoposte a queste pratiche barbare che ledono corpo, cuore, anima.


Il dossier «Il diritto di essere bambine» realizzato da L’Albero della Vita con l’Associazione Interculturale Nosotras, è una ferita anche per la società occidentale evoluta che deve fare i conti con il fenomeno dell’immigrazione. Per questo è partito nelle scuole (per adesso solo in Toscana) il progetto «pilota» di formazione e prevenzione. Per questo le parole di Gloria, una donna nigeriana sfregiata nella sua dignità quando era una bambina, sono oggi così importanti, la frattura di un muro di omertà. Gloria ha 35 anni, vive in Toscana e non si è mai sposata. Il pudore le impedisce di spiegare che anche la violenza che ha subito, quel coltello che le ha tolto un pezzo del suo essere donna, ha indirizzato la sua vita. «Voglio spiegare quello che mi è capitato perché non deve succedere più».

Gloria viveva in un paesino della Nigeria con sua nonna, una delle «ostetriche» locali che avevano il compito di incidere con la lama i genitali delle bambine per preservare la loro purezza. «Il coltello di nonna - racconta - doveva passare a me quando avessi avuto l’età per diventare io stessa l’aguzzina delle mie simili». Non c’è rancore nelle parole di questa donna che oggi ha deciso di aiutareil prossimo in Italia facendo l’infermiera. Lei ama sua nonna, una donna che aveva il limite di essere nata in un posto in cui le donne erano considerate ai suoi tempi solo forza da lavoro e da letto. Oggi che anche lì le cose sono cambiate, che ci sono donne in politica e negli affari, quello che non cambia è la consuetudine di imporre le mutilazioni alle bambine. Ne esistono di tre tipi, di ferocia diversa, dall’incisione al clitoride, all’asportazione delle piccole labbra, alla vera e propria infibulazione faraonica (cucitura delle grandi labbra per la restrizione dell’apertura vaginale).

In Egitto ancora oggi tra l’85 per cento e il 95 per cento delle donne ha subito l’infibulazione. In Somalia si sale al 98 per cento. Una donna non infibulata viene considerata impura, non riesce a trovare marito e rischia l’allontanamento dalla società. [...]

http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/articolo/lstp/441334/

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