Ad Eurabia et Una Strada per Oriana
Scritto il 09/01/09 alle 12:00:23 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniCominciamo a scrivere a “lor Signori” che se non si muovono dovremo con dolore  rinunziare ad avvalerci della loro alta dignità e non votarli più

   Mi dispiace dover replicare, perché non è con spirito polemico che vorrei comunicare con Voi per i fini che tutti, penso, ci proponiamo.

Se si cita Gesù traendo la citazione in modo decisamente non coerente col brano evangelico, il minimo che può accadere è di esporsi a rettifica, ancorché benevola rettifica.

Dal Vangelo secondo S. Luca: Capo 22, 36 / b
“……Chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico deve compiersi in me questa parola della scrittura: “E fu annoverato fra gli empi”(evidentemente perché la spada sottintende l’azione di ferire. Inciso mio) Infatti ciò che mi riguarda volge al suo termine. ” Essi dissero: “Signore ecco due spade” Ma egli rispose: “Bastano.”

Capo 22, 49-50
Allora quelli che erano con Lui vedendo ciò che stava per accadere dissero: “Signore dobbiamo usare la spada?” e uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli spiccò l’orecchio. Ma Gesù intervenne dicendo: “Lasciate, basta così!” e toccandogli l’orecchio lo guarì.

Da tutto questo si evince, mi pare assai chiaramente, che anche la spada aveva un ruolo esemplare per ciò il Salvatore intese insegnare: La spada indica la potestà di vita e di morte da parte di colui che detiene il potere, lo stesso riferimento in San Paolo nella lettera ai Romani. Nel contempo l’indicazione che la spada è un monito del quale tenere conto ma, senza farne altro che in uso esemplificativo.

Quando il Beato Pio IX, il 20, settembre 1970, fu assediato dai piemontesi in Roma, pur sostenuto da alcune migliaia di volontari cattolici, al Generale comandante delle sue truppe ordinò di sparare soltanto quel tanto che bastasse di fronte al mondo a far capire che subiva un sopruso e che non egli non ne era acquiescente, ma che si evitasse spargimento di sangue.
 
I papi non sempre si comportarono così, poiché diverse di tempo in tempo furono le situazioni storiche. Diversi i frangenti. Pio IX sapeva che pur avendo di fronte le potenze massoniche impersonate da quel Vittorio Emanuele II 33° del rito scozzese antico ed accettato, in quel contesto storico non avrebbe distrutto il Vaticano e sterminati Papa cardinali e preti, poiché il mondo ancora in parte cattolico, sarebbe insorto.

Nel nostro caso si tratta di legittima difesa che non deve però abbandonarsi ad eccessi, nel qual caso, anche se l’avversario e scellerato e lo è, come nel caso di Hamas, gli innocenti che sono in mezzo a lui restano innocenti, anche se crescendo traligneranno.

Ma lo stato d’Israele non si pone di questi problemi, perché è molto sicuro di sé, perché sa che il terreno che ha da lungo tempo preparato lo mette al riparo da una esecrazione che, manifestata mette chi protesta subito nella schiera degli anti-semiti (termine un po’ ridicolo poiché anche gli arabi sono semiti, i turchi e i curdi lo sono. Sarebbe più esatto dire anti israeliti o ancor meglio anti giudei, visto che delle dodici tribù soltanto questa è rimasta, se non intatta, certo con quella sua antica cultura e abbastanza numerosa da essere ancora una tribù. Specifico, visto il terreno minato, che in questo caso anche loro parlano di “tribù” e che il termine latinizzato potrebbe, approssimativamente corrisponderà a quello di “gens”).

Ma per ciò che riguarda Israele non bisogna dimenticare il loro retaggio:
Chi mi ha risposto, fa riferimento all’Antico Testamento, che il Redentore è venuto a completare, nel senso di purificare, come risulta evidente nel ‘Discorso della Montagna’, sia in Matteo che in Luca, ove il Maestro proclama più volte: “avete inteso che gli antichi dicevano…… Ma,(ma avversativo) Io vi dico……  p.e. “Amate i Vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano….).

In Gesù non c’è nulla di più improbabile che un invito alla violenza.
Certo Egli dice anche che non è venuto a portare la pace, ma la spada. Ma si tratta di quella guerra che esplode nel confronto fortemente polemico  fra chi proclama la Parola di Dio e coloro che la rifiutano. Egli è venuto a portare una pace che riposa sulla verità non quella “Lacrimosa pax” che dà il mondo, la pace dei “buonisti” che per quieto vivere o per altri ancor meno nobili motivi, sono disposti al compromesso su qualunque principio e su qualunque valore per alto che sia.

Ora per tornare al retaggio storico culturale della tribù di Giuda, esso data la loro convinzione di essere gli “unti” del Signore, i puri, gli unici uomini degni di questo nome, che come religione non hanno più quella del Testamento antico, ma quella mediata dai Talmud, hanno conservato anche la mentalità che essendo loro gli eletti in assoluto in faccia ai gohim, (non ebrei) la loro vita vale immensamente più di quella degli altri esseri umani e si rifanno alle costumanze che praticarono per lungo tempo  come si vede in luce solare nel racconto dell’Esodo, e negli altri libri storici, nei quali essi con la copertura della    
Volontà di Dio quando conquistano un popolo, una città o vincono una coalizione, si vantano di averli sterminati alla radice uccidendo tutti: uomini e donne, vecchi giovani e bambini anche in fasce anche nel grembo della madre, perché intralciano il cammino dei “puri”,  dei Santi e quindi non meritano né pietà né compassione. Questo, nel sottofondo, anche oggi giustifica la spietatezza della risposta armata e indiscriminata, mitigata soltanto dal fatto che il mondo li guarda e a differenza dei loro molto più ottusi avversari sanno che il vento può anche cambiare.

Ho avuto modo di scandalizzare, e me ne duole, perché non vorrei scandalizzare nessuno, spesso chi mi ha letto in questo “aeropago” e altrove, perché parlando dell’Islam, ho asserito che di quelle genti assoggettati alla “Sottomissione” di un dio che non è il vero Dio, ma un despota inarrivabile e libero da qualunque pretesa morale, da qualunque giustizia da qualunque ragione, col quale non è possibile alcun rapporto, se non appunto al sottomissione assoluta, un dio che non è Charitas e che ad onta degli attributi di cui è gratificato nei ricchi rosari musulmani, non riconosce ragione alcuna né è possibile accostarlo col pensiero e con la ragione, possono dirsi dotate di una cultura, artistica, letteraria, musicale a volte anche molto bella, ma non certamente gratificarle col titolo altissimo di civili.

Basti pensare come trattano la donna, come la considerano, il ruolo che le assegnano, al fatto che mentire ad un non musulmano è lecito, anzi meritorio se questo giova ad un altro musulmano o alla diffusione dell’islam, che non c’è doppiezza che diventi encomiabile se volta a deprimere gli infedeli, ad espandere la terra dell’islam a portare disordine nella “terra della guerra” a sterminare i “cani infedeli”. A meno che paghino lo scotto per la loro abietta “dhimmitudine”.

In questo e su molti altri punti mi trovo pienamente d’accordo con Magdi Cristiano Allam, oggi silenziato da tutti i media poiché afferma, cosa imperdonabile in tempo di relativismo che il bianco è bianco e il nero è nero. Oltre tutto, da quando ha deciso di formare un partito e di presentarsi alle elezioni, tutti i partiti gli sono silenziosamente ma astiosamente contro, perché c’è il rischio che i cattolici, quelli che sono disposti a mettersi in gioco e non temono di morire sotto la scimitarra ricurva degli incivili seguaci di Muhammad, lo voterebbero volentieri, e gli schieramenti spesso soltanto apparentemente contrapposti, in questo sono pienamente, tacitamente  in accordo, come Erode e Pilato come Fini e D’Alema. Come coloro cui vanno bene le toghe schierate quando nel fuoco delle lente stanno gli altri, ma sono pronti a sposare le tesi degli accusati di ieri quando sotto la lente ci stanno loro.

Ma, mi scuso con tutti Loro per essere stato verboso e per essere approdato su sponde lontane assai dal discorso iniziale.

Ciò che confermo è che le leggi per reprimere i violenti che pregano con la testa in terra e con le reni allo Zenit, basta applicarle.

 Non ci sono altre strade! Bisogna premere perché chi ci dà ad intendere che ci rappresenta, una volta tanto si muova, non fosse che per confermarci nell’erronea convinzione che sono in Parlamento per operare per il ‘bene comune’ ad onta siano costretti al sacrificio di percepire quattro soldi per immolarsi per noi.

Cominciamo a scrivere a “lor Signori” che se non si muovono dovremo con dolore  rinunziare ad avvalerci della loro alta dignità e non votarli più.
Cordiali saluti.

Normanno Malaguti

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