LA VIOLENZA CONTRO I CRISTIANI E’ UN’EMERGENZA INTERNAZIONALE
Scritto il 21/01/09 alle 10:51:03 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Articoli e OpinioniL’Europa, culla della libertà, dovrebbe far sentire di più la sua voce
Se aprissimo gli occhi, la nostra tranquillità ne sarebbe turbata, ci sentiremmo a disagio, dovremmo fare qualcosa, ma noi non vogliamo turbarci, non vogliamo essere inquieti, non vogliamo fare niente. Se mettiamo in fila tre cose, dovremmo rimanerne sconvolti. Da mesi tutti sanno che cristiani di ogni denominazione, sono uccisi, perseguitati, inseguiti e violentati in ogni maniera in India e in altre parti del mondo. Ma, tranne il Papa e la Santa Sede, le istituzioni, i governi, i capi di tante religioni, chi è sempre pronto a manifestare, tutti tacciono.

 Tra qualche giorno ricordiamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani che da molto tempo vivono una perenne contraddizione fra le proprie premesse e ambizioni universali e la capacità pratica, molto limitata, di realizzarle.
 . “Forse dovremmo provare a cambiare, - scriveva Carlo Cardia su Avvenire - dovremmo tornare a saperci commuovere, reagire, lottare, fare qualcosa perché la gente parli, protesti, porti le questioni ai più alti livelli istituzionali. Se non facciamo nulla di tutto ciò, dobbiamo porci una domanda più preoccupante. Che ci stanno a fare decine di Carte internazionali, trattati e Convenzioni, sui diritti umani, che riempiono migliaia di pagine sulla dignità umana, i diritti dei minori, dei credenti, delle donne, che subiscono violenze fino alla morte. E che ci stanno a fare le istituzioni europee, che si proclamano eredi della migliore tradizione di libertà elaborata dal genere umano, e le istituzioni umanitarie dell’Onu, se quando c’è violenza, oppressione, umiliazione, tacciono e si girano dall’altra parte? Se rispondessimo sinceramente a queste domande dovremmo almeno fare un atto di umiltà. E riconoscere che noi non siamo meglio di altri, che non è vero che difendiamo i diritti della persona, non è vero che ci impegniamo per la difesa dei più deboli, che negare le nostre radici cristiane serve solo a nascondere un regresso di cui siamo pienamente responsabili. Se compissimo almeno questo atto di umiltà, forse non cambierebbe la realtà, ma saremmo meno alteri e ricominceremmo daccapo a chiederci cosa è giusto e cosa non è giusto fare.
Da molto tempo la superbia ci impedisce di porci domande come questa”
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I cristiani che vivono in particolare nell’area del Mediterraneo, sono nel mirino degli integralisti, degli estremisti e dei terroristi islamici, lo scrive Magdi Cristiano Allam nella prefazione al libro di Rodolfo Casadei, ''Il Sangue dell’agnello'', edito da Guerini e Associati. In pratica La loro vita è minacciata, le donne vengono stuprate e costrette a sposare dei musulmani, le chiese vengono assaltate, profanate e date alle fiamme, le loro proprietà vengono requisite o distrutte. Tutto ciò per costringerli con la forza a convertirsi all’islam.  Il risultato è che tutti coloro che possono fuggire lo fanno - continua Allam – anche a costo di abbandonare la loro casa, i loro beni e, soprattutto, i loro cari e l’insieme degli affetti che da sempre, da generazioni, da millenni costituiscono il loro habitat naturale.
 
Purtroppo non è solo il Medio Oriente ad essere colpito ma in molti Paesi del mondo, almeno in 60, il diritto alla libertà religiosa è negato o fortemente limitato. Le violenze degli ultimi mesi contro le comunità cristiane in India e in Iraq rappresentano soltanto la punta di un iceberg molto più vasto e profondo. È ormai un’emergenza a livello internazionale, scrive Luigi Geninazzi su Avvenire anche se non riesce a fare notizia come l’allarme per i cam¬biamenti climatici o l’incubo della cri¬si finanziaria.
 
Monsignor Louis Sako, l’arcivescovo iracheno di Kirkuk, riferendosi al suo Paese, ha detto: «Quando vedo la pulizia etnica in atto contro i cristiani del mio Pae¬se mi sembra di leggere le cronache dei massacri subiti dagli armeni e dai cal¬dei durante la Prima guerra mondiale».

Nell’Orissa in India, i fondamentalisti indù stanno perseguitando i cristiani. Leggo su Tempi che nella notte fra il 2 e il 3 ottobre un padre e un figlio sono stati uccisi e fatti a pezzi a colpi di ascia fra le rovine della loro casa. Ad oggi il bilancio elenca oltre 5 mila case bruciate, 178 chiese distrutte, 61 morti e 18 mila feriti, 13 scuole e centri sociali danneggiati. Ormai l’eccidio è diventato stillicidio quotidiano.

Nel vergognoso silenzio dell’Occidente e dei maître à penser della laicità, la “democratica” India sta operando un vero e proprio genocidio. Come ricorda il direttore dell’agenzia AsiaNews, padre Bernardo Cervelliera. In Europa e nel mondo, osserva il missionario, impera infatti «una specie di “cristianofobia” che cerca di scrollarsi di dosso, anche con la menzogna, l’eredità cristiana».
 
L’Europa, culla della libertà, dovrebbe far sentire di più la sua voce, gridare il suo sdegno e la sua condanna ed esigere che si metta fine ad una simile barbarie. Invece di fronte a queste uccisioni l'opinione pubblica occidentale ha una reazione ormai scontata: gira la testa dall'altra parte - scrive Ernesto Galli della Loggia su Il Corriere della Sera- Non fa sostanzialmente eccezione, cosa all'apparenza straordinaria, neppure la parte esplicitamente cristiana di quell'opinione pubblica, quasi che avesse il timore, alzando troppo la voce, di rendere le cose ancora peggiori.

 La mancanza di libertà religiosa in molti Paesi è un fenomeno che ha assunto dimensioni inquietanti. Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ogni anno stila un Rapporto sulla libertà religiosa. Sono dati e cifre impressionanti, nell’elenco figurano i Paesi comunisti (Cina, Corea del Nord, Cuba, Nyanmar) e un gran numero di Paesi islamici, a cominciare dall’Arabia Saudita dove ai non musulmani è proibito professare la propria fede an¬che in privato. Ma il conti¬nente cui va il tri¬ste primato del¬l’intolleranza re¬ligiosa è l’Asia, con ben 25 Stati messi sotto accusa, in prima fila Pakistan e Indonesia dove alle limitazioni e alle repressioni di carattere legale (fino alla condanna a morte) s’aggiunge il clima di odio so¬ciale nei riguardi delle altre fedi.
 
Rozzano MI, 30 novembre 2008 - Festa di S. Andrea
DOMENICO BONVEGNA
domenicobonvegna@alice.it

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